Studies in the Scriptures

Tabernacle Shadows

 The PhotoDrama of Creation

 

 

Studi Sulle Scritture
Serie 6 - La Nuova Creazione

 

 I STUDIO

"NEL PRINCIPIO"

VARI PRINCIPÎLA TERRA FUUNA SETTIMANA DI CREAZIONE PER IL SUO ORDINAMENTOLA LUNGHEZZA DEI GIORNI EPOCALIL'AMMISSIONE DEL PROF. DANA DI SPECULAZIONI INFONDATE DA PARTE DI SCIENZIATILA PERSISTENZA DELLE SPECIE CONFUTA LA TEORIA DELL'EVOLUZIONEI PICCIONI DEL SIG. DARWINUNA TEORIA DELLA COSMOGONIATESTIMONIANZE LEALI DEI PROFESSORI SILLIMAN E DANAIL PRIMO GIORNO EPOCALE DELLA CREAZIONEIL SECONDO SUDDETTOIL TERZO SUDDETTOIL QUARTO SUDDETTOIL QUINTO SUDDETTOIL SESTO SUDDETTOL'UOMO, SIGNORE DELLA TERRA, CREATO ALL'ALBA DELLA SETTIMA EPOCASINTESI DEL "PUNTO D'INCONTRO DELLA GEOLOGIA E DELLA STORIA" DI SIR J. W. DAWSON, LL.D., F.R.S.*IL SETTIMO GIORNO EPOCALE DELLA SETTIMANA DELLA CREAZIONELA SUA LUNGHEZZALA SUA CESSAZIONEIL SUO OBIETTIVO E RISULTATOIL GRANDE GIUBILEO, CELESTE E TERRESTRE, IN ARRIVO ALLA SUA FINE

MOLTI sono gli agenti di Geova e innumerevoli le sue agenzie, connessi con l'uno o l'altro aspetto della sua creazione, ma dietro a tutti costoro c'è la sua sapienza e la sua potenza. Egli solo è il Creatore e, come affermano le Scritture: "Tutta la sua opera è perfetta". Può darsi che avrà permesso ad angeli perversi e ad uomini perversi di corrompere e di fare un cattivo uso della sua opera perfetta, ma ci assicura che non per tanto tempo sarà permesso al male di arrecare rovina e danno e che alla fine, quando lui dominerà e distruggerà il male, comprenderemo che lo ha permesso solamente per esaminare, per mettere alla prova, per raffinare, per levigare e per far risplendere il più possibile la sua stessa santità, il suo carattere benigno e il suo piano davanti a tutte le sue creature intelligenti. [17]

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*(Nota della traduttrice)
LL.D. [LEGUM DOCTOR, ovvero Dottore in Legge]
F.R.S. [FELLOW OF THE ROYAL SOCIETY, ovvero Membro della Società Reale]
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Quando leggiamo nella Genesi "Nel principio Dio creò i cieli, e la terra", dobbiamo ricordare che questo principio non si riferisce all'universo ma semplicemente al nostro pianeta. Dopo è avvenuto che "le stelle del mattino cantavano tutte insieme" e che tutti i [18] figli angelici di Dio "davano in gridi di giubilo", quando il Signore pose le fondamenta della terra e gli dette "le nubi per vestimento e per fasce l'oscurità" (Giob. 38:4-11). Nella Bibbia, però, si parla ancora di un altro principio precedente, un principio che viene prima della creazione di quei figli angelici di Dio, come si legge "Nel principio era la Parola [Logos], e il Logos era con il Dio, e il Logos era un Dio. Esso era nel principio con il Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lui, e senza di lui neppure una delle cose fatte è stata fatta" (Giov. 1:1-3). (Vedere V Serie, Capitolo 3.) Dato che Geova stesso va da eternità a eternità, non ha avuto principio: l'Unigenito ha la somma distinzione, al di sopra di tutti gli altri, di essere "Il principio della creazione di Dio", "primogenito d'ogni creatura." (Apoc. 3:14, Col. 1:15)  Man mano che i vari ordini angelici venivano creati, uno per uno, altri principî a loro volta vennero in essere, e questi principî avvennero nel passato, di modo che i loro eserciti celesti hanno potuto gridare di gioia allorquando le creazioni della nostra terra, di cui si parla nella Genesi, ebbero il loro principio.

Esaminando da un punto di vista critico le espressioni della Genesi, comprendiamo che è fatta una distinzione tra la creazione dei cieli e della terra (versetto 1) e gli ordinamenti seguenti, ovvero l'ordine di codesti, e le successive creazioni della vita vegetale e animale. Sono queste operazioni successive che sono descritte come l'opera divina di sei giorni epocali. Il versetto 2 ci racconta che proprio all'inizio del primo giorno di quella settimana della creazione la terra, sebbene senza forma (ordine) e deserta (vuota), era informe, vuota e buia. Si dovrebbe decisamente prestare attenzione a quest’argomento importante. Se riconosciuto, corrobora immediatamente la testimonianza offerta fin qui dalla geologia, e, visto che saremo costretti a disputare le deduzioni dei geologi su alcuni punti, è bene che riconosciamo e respingiamo immediatamente qualsiasi cosa che non abbia bisogno di essere sostenuta con fermezza a difesa della Bibbia. La Bibbia non dice quanto tempo sia passato tra il principio quando Dio ha creato i cieli e la terra, e il principio della settimana della creazione usata per perfezionare il creato per l'uomo: e neppure i geologi sono d'accordo fra loro sul periodo [19] di questo intervallo: alcuni estremisti si abbandonano a congetture pazzesche di milioni d’anni.

Arrivando, poi, al periodo della creazione, all'ordinamento delle cose nei nostri cieli e nella nostra terra in preparazione del Paradiso di Dio per l'abitazione eterna dell'uomo, notiamo che in nessuna parte questi "giorni" sono definiti come giorni composti di ventiquattro ore, e, perciò, non siamo obbligati a limitarli in tal modo. Nella Bibbia troviamo che con la parola giorno sono indicati un'epoca o un periodo. Non vuol dir nulla il fatto che sia usata più frequentemente con riferimento ad un periodo di ventiquattro ore, fintanto che abbiamo la testimonianza scritta del "giorno della tentazione nel deserto ... quaranta anni" (Sal. 95:8-10), e a volte un "giorno" oppure un "tempo" rappresentano un periodo di un anno (Num. 14:33, 34, Ezech. 4:1-8), come pure l'affermazione dell'Apostolo: "Un giorno per il Signore è come mille anni" (II Piet. 3:8). È sicurissimo che questi giorni epocali non furono giorni solari, poiché la testimonianza scritta è che il sole non fu visibile sino al quarto giorno: la quarta epoca.

Crediamo che i nostri lettori siano d'accordo sul fatto che, sebbene la lunghezza di questi giorni epocali non sia indicata, ci sia permesso di presumere che questi fossero dei periodi uniformi, vista la loro simile identità quali membri di una settimana di creazione. Quindi, se si riesce ad ottenere la prova ragionevole della lunghezza di uno di questi giorni, saremo completamente autorizzati a presupporre che gli altri abbiano avuto la stessa durata. Allora, troviamo evidenza sufficiente che uno di questi "giorni" di creazione fu un periodo di settemila anni e, perciò, che l'intera settimana della creazione risulterebbe essere 7.000 x 7 uguale a 49.000 anni. Sebbene questo periodo sia infinitesimale se paragonato ad alcune ipotesi geologiche, crediamo che esso sia ragionevolmente molto vasto perché vi si sia compiuta l'opera che vi è stata compiuta secondo quanto ci è stato rappresentato: l'ordinamento e il riempimento della terra, che già "era" in esistenza, ma "senza forma [ordine] e deserta [vuota]".

Il prof. Dana a commento dei dati sui quali si basano gli scienziati per trarne le loro congetture, e a commento del metodo di deduzione da essi adottato, afferma:

[20] "Facendo i calcoli del tempo trascorso dal consolidamento delle formazioni c'è sempre grande incertezza, proveniente dal fatto che detto consolidamento dipende da un progressivo abbassamento [cedimento normale del terreno]. Nelle stime fatte considerando i depositi alluvionali [suolo depositato dall'acqua], quando i dati sono basati sul consolidamento delle accumulazioni in un certo numero d’anni (diciamo gli ultimi 2.000 anni) questa fonte di dubbio influisce sull'intero calcolo dalle sue fondamenta e lo rende quasi, se non completamente, inutile... Quando la stima ... si basa sull'ammontare dei detriti [minuti elementi del terreno asportati dalle erosioni] scaricati da un torrente, questa ha più valore, ma persino qui vi è una fonte di gran dubbio.”

Esaminiamo la questione dal punto di vista della Bibbia, quali persone che credono che essa sia la rivelazione divina, e completamente persuasi che qualunque differenza si può trovare tra la testimonianza della Bibbia e le ipotesi dei geologi, questa sia l'errore di questi ultimi, i cui sistemi filosofici non hanno ancora raggiunto una base o uno sviluppo interamente scientifico.

Non è neppure necessario supporre che lo scrittore della Genesi sia stato a conoscenza del soggetto di cui ci ha lasciato testimonianza: la lunghezza di questi giorni e i risultati precisi di essi. Accettiamo il racconto della Genesi come parte della gran rivelazione divina, la Bibbia, e pensiamo che la sua sublime dichiarazione contenuta in poche frasi sia corroborata in modo veramente eccezionale dalla maggior parte delle ricerche scientifiche critiche. Al contrario, non c'è "libro religioso" fra quelli non cristiani che non contenga altro che dichiarazioni assurde su tale soggetto.

C'è una grandiosità di semplicità in quella dichiarazione iniziale della rivelazione: "Nel principio Dio creò". Risponde alla prima domanda della ragione: Da dove vengo e verso chi sono responsabile? È davvero un peccato che alcune delle menti più brillanti del nostro glorioso periodo abbiano abbandonato questo pensiero di un Creatore intelligente ed abbiano abbracciato la validità dell'esistenza di una forza cieca operante sotto i dettami dell'evoluzione e della selezione naturale. E, ahimè! questa teoria si è fatta strada non solo fra le istituzioni culturali più prestigiose, ma sta per essere incorporata pian piano nei libri di testo delle nostre scuole comuni.

È vero che sono ancora solo pochi gli impudenti che arrivano a negare un Creatore, [21] ma anche la persona devota, in virtù di questa teoria, mina alla base il tessuto della propria fede, come pure quella di altri, nel proclamare che la creazione è puramente il regno della Legge Naturale. Senza andare molto indietro nel tempo, suppongono che il nostro sole abbia emesso immensi volumi di gas che hanno finito per solidificarsi, dando origine alla nostra terra, che di lì a poco si formò del protoplasma, un piccolo verme, un microbo, ha avuto inizio, non sanno come. Devono pur ammettere che sia necessaria una forza divina anche se solo per dare un inizio di vita così piccolo, e invece sono tutti impegnati a cercare qualche Legge Naturale che spieghi anche quest’inizio di vita in modo tale da non dover aver bisogno affatto di un Dio-Creatore. Si ritiene che ora tale scoperta sia quasi completata. Questi "sapienti" pensano alla Natura e ne parlano come se avesse rimpiazzato Dio (le opere della Natura, le sue leggi, le sue ricompense, ecc.): davvero un bel Dio cieco e muto!

Ritengono che, in virtù del modo in cui la Natura è ordinata, il protoplasma si sia evoluto in microbo, o piccolo verme, che si sia dimenato e contorto e abbia riprodotto la sua stessa specie ed infine scoprendo l'uso che avrebbe potuto fare di una coda, ne abbia sviluppata una. In seguito, uno dei suoi discendenti ancor più intelligenti avrebbe concluso che dei remi, o pinne, sarebbero potuti essere utili e le avrebbe sviluppate. Un altro, più in là, sarebbe stato attaccato da un fratello affamato e, saltando fuori dell’acqua, avrebbe avuto l'idea che, una volta sviluppate ulteriormente, le pinne sarebbero potute diventare ali, e sarebbe rimasto incantato dal nuovo stile a tal punto da decidere di rimanere fuori dell’acqua, e in seguito avrebbe deciso che le gambe e i piedi sarebbero potuti essere una comodità e li avrebbe sviluppati. Altri della famiglia avrebbero seguito altre "nozioni", di cui sembra avessero una riserva inesauribile, come testimoniato dalla gran varietà d’animali che vediamo attorno a noi. In ogni modo, a tempo opportuno uno di questi discendenti del primo verme una volta raggiunto lo stadio di sviluppo della scimmia, si sarebbe posto dinnanzi alla mente un nobile ideale, si sarebbe detto "butterò via la coda che ho, smetterò di usare le mani come fossero piedi, perderò il manto di peli che mi ricopre e svilupperò un naso, una fronte e un cervello con organi morali e capaci di riflettere. Indosserò vestiti fatti su misura dal sarto e un cappello alto di seta, mi chiamerò Darwin, LL.D., e scriverò una documentazione sulla mia evoluzione".

[22] Che il sig. Darwin fu un uomo capace è testimoniato dal successo con cui è riuscito ad affibbiare la sua teoria ai suoi simili. Ciò nonostante, il devoto figlio di Dio, che ha fiducia in un Creatore personale, e che non è pronto a scartare subito la Bibbia quale sua rivelazione, potrà rendersi presto conto della sofisticheria teorica del sig. Darwin. E non basta che il sig. Darwin abbia notato che fra i suoi piccioni sia stato capace di sviluppare certe razze con caratteristiche peculiari: piume sulle zampe, creste sulla testa, gozzi sporgenti, ecc., altri avevano fatto altrettanto con pollame, cani, cavalli, ecc. mentre i fiorai avevano fatto esperimenti con fiori, cespugli, ecc., ottenendo risultati simili. Ciò che c'era di nuovo nel sig. Darwin era la sua teoria secondo la quale tutte le forme di vita si sono evolute da un inizio comune.

Le esperienze del sig. Darwin, però, con i suoi piccioni, come quelle di tutti gli altri allevatori di razze selezionate, devono aver soltanto corroborato la dichiarazione della Bibbia secondo cui Dio ha creato ogni creatura secondo la sua specie. In ogni specie ci sono magnifiche possibilità di varietà, ma non è possibile mescolare le specie né è possibile formare nuove specie. Il metodo che si avvicina di più a questo tipo di tentativo, è quello che va sotto il nome di "allevamento d’ibridi" e che, com’è noto a tutti, non permette alla nuova specie ottenuta attraverso questo procedimento di perpetuare la loro specie. Inoltre, il sig. Darwin deve aver pur notato, come hanno fatto altri, che i suoi piccioni provenienti da "razza selezionata" dovevano essere tenuti ben separati con cura dagli altri della loro specie, altrimenti in breve tempo si sarebbero deteriorati fino a raggiungere il livello di tutti gli altri piccioni comuni. In natura, però, vediamo le varie specie, "ciascuna secondo il suo tipo", completamente separate l'una dall'altra e mantenute in questo stato senza nessuna separazione artificiale, ecc. mantenute così per la legge del loro Creatore. Quali credenti in un Creatore personale, possiamo stare ben sicuri che la speculazione umana non ha colto affatto la verità nella misura in cui ha ignorato il nostro Dio, la sua saggezza e la sua potenza, come descritto nella Genesi.

Forse niente è riuscito di più ad offuscare e a minare alla base la fede in Dio come Creatore, e nel racconto della Genesi come sua rivelazione, di quanto non abbia fatto l'errore di comprensione dei giorni epocali della Genesi come giorni composti di ventiquattro ore. Le varie stratificazioni delle rocce e dell'argilla stanno a provare al di là [23] di tutte le controversie che sono trascorsi lunghi periodi nei cambiamenti possenti che esse rappresentano. E quando scopriamo che la Bibbia dà l'insegnamento di cosa sia un giorno epocale siamo pronti ad ascoltare la testimonianza data dalle rocce che è in perfetto accordo con la testimonianza della Bibbia e la nostra fede in questa ultima ne esce fortemente fortificata, sentiamo che non stiamo confidando nelle nostre ipotesi o in quelle d’altri uomini, ma nella Parola del Creatore, ampiamente confermata dai fatti della natura.

Una teoria della Cosmogonia

Al fine di beneficiare alcuni fra i nostri lettori, presenteremo brevemente uno dei punti di vista sul periodo della creazione, noto come "La teoria di Vail", o la "Teoria della Volta Celeste", particolarmente cara all'autore: in seguito intraprenderemo uno studio approfondito per rintracciare un'armonia tra questa visione e la narrazione della Genesi 1:1, 2:3.

Cominciando dalla condizione nominata nella Genesi 1:2 "E la terra era" informe e vuota e buia, il saggio non tenterà di indovinare ciò che Dio non ha rivelato su come prima raccolse tutti insieme gli atomi della terra. Ciò che non è stato rivelato appartiene a Dio e facciamo bene ad aspettare con pazienza le sue future rivelazioni al momento opportuno. Con il piccone, la pala e l'occhio critico, l’uomo ha scoperto che la crosta terrestre è composta di vari incrostamenti, o strati, uno sull'altro, che mostrano tutti di essere stati una volta morbidi e umidi, fatta eccezione per le rocce basiche sulle quali detti incrostamenti, o strati, si sono venuti a depositare con più o meno regolarità. Queste rocce basiche chiaramente indicano che una volta erano morbide e fluide a causa del calore intenso, e gli scienziati sono generalmente d'accordo nell'affermare che non molto sotto alla "crosta" la terra sia ancora rovente e liquefatta.

Dato che queste rocce basiche ed eruttive (granito, basalto, ecc.) devono essere state così roventi da eliminare tutti gli elementi combustibili in esse contenuti, e poiché queste sono le rocce di fondo, siamo al sicuro nel concludere che ci sia stato un periodo in cui tutta la terra era al calor bianco. A quel tempo, si pensa, l'acqua e i minerali (che [24] ora si trovano negli incrostamenti, o strati, superiori che giacciono nell'acqua) devono essere stati eliminati nella forma di gas, e devono aver costituito un'impenetrabile volta celeste che si stendeva per miglia e miglia intorno alla terra in tutte le direzioni. Il movimento della terra intorno al suo asse si sarebbe esteso a questi gas che l'avvolgevano e l'effetto sarebbe stato quello di concentrarli, più particolarmente sopra l'equatore della terra. Man mano che la terra si raffreddava, questi gas si sarebbero anch'essi raffreddati e quindi trasformati da gas a solidi e liquidi, e i minerali più pesanti sarebbero gravitati in strati verso la parte inferiore. In quel periodo, la terra sarebbe rassomigliata probabilmente all'odierno Saturno con i suoi "anelli".

Man mano che il processo di raffreddamento avanzava, questi anelli distaccati e distanti avrebbero iniziato ad assumere gradualmente un movimento rotativo diverso da quello della terra e quindi avrebbero iniziato a gravitare sempre più vicino ad essa. Uno dopo l'altro si sarebbero precipitati sulla superficie della terra. Dopo la formazione del "firmamento", o della "distesa", o dell'atmosfera, questi diluvi provenienti dalla discesa degli "anelli" avrebbero naturalmente investito la terra dalla direzione dei due poli, dove avrebbero incontrato minore resistenza, perché molto lontani dall'equatore, centro della forza centrifuga del movimento della terra. Il frazionamento di questi "anelli", avvenuto in periodi molto distanti l'uno dall'altro, dettero luogo a numerosi diluvi e dettero luogo all'accumularsi di strati su strati sulla superficie della terra. L'impeto delle acque dai poli verso l'equatore avrebbe distribuito in vario modo la sabbia, il fango e i minerali, e l'acqua fortemente mineralizzata avrebbe così coperto l'intera superficie della terra, esattamente com’è descritto all'inizio della narrazione della Genesi.

Durante ciascuno di questi lunghi "giorni", di settemila anni ciascuno, una certa attività era portata avanti, come detto nella Genesi, ciascuna possibilmente completata da un diluvio che operava cambiamenti radicali e preparava il campo per ancor nuovi sviluppi della creazione e della preparazione per la venuta dell'uomo. Questa teoria di Vail presuppone che l'ultimo di questi "anelli" sia stato il più privo di minerali e di tutte le impurità: pura acqua, che non si fosse ancora frammentato e non fosse ancora precipitato nel giorno della creazione d’Adamo, ma che coprisse completamente la terra come un velo traslucido al di sopra dell'atmosfera. Avrebbe avuto lo scopo di rendere [25] uniforme la temperatura, allo stesso modo del vetro imbiancato di una serra calda, in maniera tale che il clima ai poli era leggermente, o per nulla, diverso da quello all'equatore. In tali condizioni costanti, si sarebbero sviluppate dovunque le piante tropicali, come appunto la geologia dimostra essere avvenuto, e i temporali che sono causati dai rapidi cambiamenti di temperatura devono essere stati sconosciuti a quel tempo, e per ragioni simili non ci sarebbe potuta essere quindi la pioggia.

Il racconto Scritturale risulta essere d'accordo con ciò dichiarando che non vi è stata pioggia sulla terra fino al diluvio, che la vegetazione era irrigata da un vapore che saliva dalla terra: una condizione umida o impregnata d’acqua simile a quella della serra calda. (Gen. 2:5-6) In seguito al diluvio nel giorno di Noè occorsero grandi cambiamenti accompagnati da una gran riduzione dell'arco della vita umana. Con l'aprirsi del velo d’acqua cessò la condizione di serra calda: la striscia equatoriale del sole divenne più calda, mentre ai poli il cambiamento che si verificò deve essere stato tremendo: quasi una transizione istantanea dalla temperatura tipica di serra calda al freddo artico.

Nella regione artica si ritrovano corroborazioni di tale improvviso cambiamento di temperatura: due mastodonti completi sono stati ritrovati racchiusi dentro il ghiaccio solido, trasparente, che evidentemente li ha congelati rapidamente. Tonnellate di zanne d’elefante sono state rinvenute nella medesima Siberia congelata, troppo fredda e inospitale, nell'arco della storia, per elefanti, mastodonti, ecc. In quella regione artica è stata rinvenuta anche un'antilope ugualmente racchiusa in un enorme blocco di ghiaccio. Che sia colpita improvvisamente, c’è dato di dedurlo chiaramente dal fatto che l'erba trovata nel suo stomaco non era stata ancora digerita e ciò indica che l'animale l'aveva mangiata soltanto alcuni minuti prima di essere morta congelata e che ciò era accaduto in un luogo dove ora non cresce erba.

Questo improvviso rovescio d'acqua, questo repentino aprirsi dell'involucro che conteneva il calore della terra e del sole in modo costante, dette luogo ai grandi ghiacciai e alle montagne di ghiaccio delle regioni artiche, dalle quali si staccarono ogni anno centinaia di iceberg e galleggiano in direzione meridionale verso l'equatore. Da quanto possiamo dedurre, questo è stato il processo per secoli ma è in continua diminuzione. Qui vediamo l'Era Glaciale, o l'Epoca Glaciale, dei geologi, quando grandi iceberg, trasportati [26] da correnti veloci, producono profondi crepacci nel Nord America, che possono essere riscontrati nelle colline; anche l'Europa nord-occidentale riporta la stessa testimonianza nelle colline di lì. Ma non così l'Europa sud-orientale, l'Armenia e le zone circostanti: la culla della nostra razza, dove fu pure costruita l'arca, e vicino alla quale, sul Monte Ararat, alla fine si adagiò e rimase. La testimonianza del prof. Wright e di Sir T. W. Dawson, LL.D., F.R.S., è che nelle zone vicine all'Arabia si sia verificato un generale sprofondamento della terra e un successivo innalzamento. In generale, la testimonianza sembrerebbe implicare che l'arca abbia galleggiato in un vortice relativamente calmo, fuori del complessivo scorrere tumultuoso delle acque. Ciò è indicato dal deposito alluvionale eccezionalmente imponente che si afferma essere presente in tutta quella zona. Evidentemente tutta la terra fu investita dal diluvio delle acque provenienti dal Polo Nord e dal Polo Sud, mentre la culla della razza fu trattata in modo speciale dapprima con un abbassamento e poi al momento opportuno con un innalzamento di essa. A questo proposito, si notino le parole del famoso geologo, prof. G. F. Wright, di Oberlin, O., College, riportate nel Journal di New York del 30 marzo 1901, come di seguito:

Il diluvio corroborato

"Il prof. George Frederick Wright, d’Oberlin College, noto geologo, è ritornato dall'Europa. Ha scritto “Il ghiaccio del Nord America” ed altre opere di geologia che approfondiscono e descrivono l'epoca glaciale. Ha fatto un giro scientifico per tutto il mondo. Ha trascorso la maggior parte del tempo nello studio delle formazioni geologiche e delle prove geologiche in Siberia, sebbene le sue esplorazioni lo abbiano visto impegnato in altre parti dell'Asia e dell'Africa.

"L'obiettivo principale del prof. Wright era, se possibile, di trovare una risposta ad una questione da lungo tempo controversa tra i geologi, in altre parole, se la Siberia durante l'epoca glaciale era ricoperta di ghiaccio come il Nord America e parti dell'Europa.

"Un gran numero di geologi, inclusi molti illustri dotti russi, credono che la Siberia fosse ricoperta di ghiaccio.

"Il prof. Wright in seguito alle sue ricerche attuali è fermamente convinto che, nel remoto periodo in cui il Nord America era ricoperto di ghiaccio, la Siberia fosse coperta d'acqua.

"E l'acqua e il ghiaccio praticamente furono fasi del diluvio di cui parla la Bibbia.

"Prima leggete una descrizione del diluvio nella Genesi, in forma molto abbreviata:

[27] "‘E il diluvio venne sopra la terra per quaranta giorni e le acque crebbero e sollevarono l'arca ed essa fu trasportata in alto sopra della terra.

“‘E le acque ingrossarono e crebbero oltremodo sopra la terra: e tutte le alte montagne che erano sotto tutti i cieli furono coperti.

“Le acque salirono quindici cubiti sopra le vette dei monti e le montagne furono coperte.

“Tutto quello che era sulla terra asciutta ed aveva alito di vita nelle sue narici, morì... non scampò che Noè con quelli che erano con lui nell'arca.

“‘E le acque rimasero alte sopra la terra centocinquanta giorni. Gen. 7:17-24

"Ora ascoltate quanto si dice che il prof. Wright affermi:

“Non ho trovato tracce di fenomeni glaciali a sud del 56esimo grado. A nord di esso non sono andato, ma da altre prove è mia convinzione che la terra fosse ricoperta di ghiaccio, come lo era la nostra, dove ora se ne possono trovare tracce a sud fino a New York.

“Non abbiamo trovato indicazioni di consistente avvallamento di tutta quella regione, il che getta nuova luce su ogni cosa qui.

“‘A Trebisonda, sulle sponde del Mar Nero, vi era evidenza di una depressione di 700 piedi. Ciò era reso evidente dai depositi di ghiaia riscontrati sulle colline.

“‘Al centro del Turchestan le acque raggiunsero il punto più alto, visto che lì avevamo rinvenuto depositi a più di 2.000 piedi sul livello del mare.

“La Russia meridionale è ricoperta dello stesso deposito di terra nera che abbiamo riscontrato in Turchestan.

“Vi si sono trovate ancora altre evidenze delle acque che avevano coperto questa porzione del globo. Una di esse è la presenza ancora oggi di foche nel lago Bajkal, in Siberia, che si trova a 1.600 piedi sul livello del mare. Le foche che abbiamo osservato della specie artica, sono della stessa specie riscontrata nel Mare Caspio.

“L'unica teoria, dunque, è che esse siano rimaste intrappolate lì quando le acque retrocedettero. Forse la scoperta più magnifica di tutte l'abbiamo avuta nella città di Kiev, sul fiume Nippur, dove si sono ritrovati utensili di pietra a cinquantatré piedi sotto i depositi di terra nera, e ciò dimostrerebbe che l'acqua è arrivata lì dopo l'età dell'uomo.

“Questo ci ha permesso, quindi, di determinare l'età di tale depressione. Mostra che sin da quando l'uomo giunse lì, vi è stata una depressione di 750 piedi a Trebisonda, e che nel Turchestan meridionale le acque erano più profonde di 2.000 piedi. Gli utensili rinvenuti erano del tipo di quelli prodotti in Nord America prima dell'era glaciale, una buona base per credere che la depressione sarebbe avvenuta lì allorché occorse qui la valanga glaciale.

“‘Infatti, si trattò in concreto del diluvio.' "

[28] Conoscendo la fine sin dall'inizio, Geova calcolò il tempo dell'introduzione dell'uomo sulla terra in modo tale che l'ultimo degli anelli precipitò in un diluvio proprio al momento adatto per distruggere la razza corrotta esistente ai giorni di Noè e per introdurre, in tal modo, l'ordinamento attuale, noto nelle Scritture come "questo mondo perverso attuale". La rimozione dell'involucro d'acqua non solo dette luogo al mutare delle stagioni dell'estate e dell'inverno, e dette il via a violenti temporali, ma resa anche possibile la comparsa dell'arcobaleno, che fu visto per la prima volta dopo il diluvio, giacché prima di allora i raggi del sole che giungevano diretti non avrebbero potuto penetrare in tal modo la volta acquosa e dar luogo all'effetto dell'arcobaleno. Gen. 9:12-17

Da quando abbiamo scritto quanto sopra, è apparsa su Scientific American un'affermazione succinta del prof. Vail scritta di suo pugno, che citiamo di seguito:

"Quel mammut congelato"

All'Editore di Scientific American:

Ho letto con grande interesse nel vostro numero del 12 aprile la nota sulla recente scoperta del corpo di un mammut, conservato nel freddo, fatta dal dott. Herz, nella regione racchiusa dal ghiaccio della Siberia orientale. Ciò mi sembra che, per gli studiosi di geologia, sia molto di più della 'stele di Rosetta”. Offre la testimonianza più stringente a supporto dell'affermazione che tutte le epoche glaciali e tutti i diluvi che la terra vide, furono provocati dal declino progressivo e successivo dei primitivi vapori della terra, che aleggiavano sopra il nostro pianeta come aleggiano oggi i vapori nuvolosi dei pianeti Giove e Saturno su quei corpi.

"Permettetemi di suggerire ai miei fratelli geologi che può darsi che i residui dei vapori acquosi terrestri abbiano girato intorno alla terra come una volta celeste simile a quella di Giove, sino a tempi geologici molto recenti. Tali vapori devono cadere principalmente sulle terre polari, attraverso il canale dove incontrano minor resistenza e maggiore attrazione, e sicuramente sotto forma di vaste valanghe di nevi tellurio-cosmiche. Anche allora tale volta celeste, o tetto del mondo, deve aver mitigato il clima fino ai poli permettendo così zone di pascolo per i mammut e i suoi congeneri del mondo artico dando luogo ad una terra simile ad una serra sotto un tetto da serra. Se è ammesso ciò, non si possono mettere limiti alla grandezza e all'efficacia delle valanghe di questa volta celeste nel ridurre alla desolazione un mondo di vita esuberante. Sembra che il mammut del dott. Herz, come molti altri rinvenuti sepolti nel ghiacciaio, con il cibo non ancora digerito nello stomaco, provi che sia stato sopraffatto improvvisamente da una caduta di [29] neve tremenda. In questo caso, con l'erba in bocca non ancora masticata, narra una storia sicura di morte in una tomba di neve. Se è concesso ciò, abbiamo quello che può essere stato una fonte di nevi glaciali interamente ammissibile, e possiamo felicemente sottrarci all'alternativa non filosofica per cui la terra sarebbe divenuta fredda per ricevere la copertura di neve, mentre, dal mio punto di vista, la terra ricevette le nevi e divenne fredda.

"Durante l'era del fuoco, gli oceani salirono nei cieli, insieme con una sterminata riserva di sublimazioni minerali e metalliche, e se ammettiamo che questi vapori si siano raggruppati fino a formare un sistema anulare e che siano ritornati in varie volte durante le ere in grandi porzioni, alcune delle quali perdurano fino all'età dell'uomo, si possono spiegare molte cose che oggi sono oscure e ci lasciano perplessi.

"Già nel 1874 pubblicai alcuni di questi pensieri sotto forma di brochure, ed è con la speranza che i pensatori di questo ventesimo secolo vi prestino attenzione che richiamo alla mente la 'Teoria della Volta Celeste”.

                                             Isaac N. Vail."

La settimana della creazione

Con questa visione generale della creazione davanti alle nostre menti, rivolgiamo l'attenzione, ora, al racconto della Genesi, e tentiamo di armonizzare queste ipotesi con le affermazioni che vi si trovano. Prima di tutto notiamo che la Settimana della Creazione è suddivisa in quattro parti: (1) Due giorni, o epoche (secondo il nostro calcolo 2 x 7.000 è uguale a 14.000 anni), furono dedicati all'ordinamento della terra perché essa fosse pronta ad accogliere la vita animale. (2) I due giorni successivi, o le due epoche successive (secondo i nostri calcoli di nuovo 2 x 7.000 è uguale ad altri 14.000 anni), furono dedicati alla nascita e allo sviluppo della vegetazione e delle forme di vita inferiori (molluschi, ecc.) e alla deposizione di calcare, carbone e altri minerali. (3) I due giorni epocali successivi (secondo il nostro calcolo 2 x 7.000 è uguale a 14.000 anni) videro l'emergere di creature viventi che si muovono (nel mare come sulla terra), vegetazione, ecc. che ancora progredisce, e tutto questo in preparazione per la venuta dell'uomo, l'immagine terrena del suo Creatore, "con una corona di gloria e onore", per essere il re della terra. (4) La creazione dell'uomo, l'opera finale, ebbe luogo verso la fine del sesto giorno o della sesta epoca, e all'inizio del settimo come sta scritto: "E nel settimo giorno Dio finì la sua opera che aveva fatto e si riposò". [30]

Due testimonianze leali

Il prof. Silliman dichiara:

"Ogni grande aspetto strutturale del pianeta corrisponde all'ordine degli eventi narrati nella storia sacra...Questa storia [la Bibbia] fornisce un documento importante simile alla filosofia e alla religione, e riscontriamo nel pianeta stesso la prova che il documento [la Bibbia] è vero.”.

Facendo riferimento al racconto della creazione nella Genesi, il prof. Dana dichiara:

"In questa successione osserviamo non solo un semplice ordine d’eventi, come quello che si deduce dalla scienza, ma c'è un sistema nella disposizione e una profezia di vasta portata alla quale la filosofia non sa pervenire, per quanto ricca d’informazioni.”

Inoltre afferma:

"Nessuna mente umana fu testimone di questi eventi; e nessuna mente umana nei primi stadi dell'età del mondo, a meno che non fosse dotata di un'intelligenza sovrumana, avrebbe saputo escogitare tale piano, o avrebbe situato la creazione del sole, che è fonte di luce per la terra, così lontana dalla creazione della luce, perfino al quarto giorno; e ciò che è ugualmente singolare, tra la creazione delle piante e quella degli animali, quando questa è così importante per entrambi; e nessuna mente avrebbe saputo entrare nelle profondità della filosofia insita in quest’intero piano."

Il primo giorno epocale della creazione

E lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. E Dio disse: “Sia la luce”. E la luce fu.

La natura e la causa fisica della luce non sono ancora state comprese perfettamente, non è ancora sorta una risposta soddisfacente alla domanda: Che cos'è la luce? Tuttavia, sappiamo che nella natura è un elemento essenziale di primaria importanza, e non siamo sorpresi di trovarla prima nell'ordine divino quando venne il momento per l'energia divina di operare sulla terra informe e vuota per prepararla per la venuta dell'uomo. La natura dell'energia divina rappresentata dalla "covatura" sembrerebbe essere un'energia che infonde la vita, probabilmente energie elettriche e luci quali l'aurora boreale, o luci diffuse nell'emisfero settentrionale. O, probabilmente, l'energia fece precipitare gli anelli pesanti formati di materia acquosa e di minerali, facendo sì che diventasse possibile distinguere la luce dal buio, il giorno dalla notte, [31] sebbene non fosse possibile discernere neanche leggermente né le stelle, né la luna, né il sole attraverso gli anelli pesanti, o le bande tutt’intorno, che fasciavano ancora la terra.

"Sera e mattina: Primo giorno." Come per i giorni solari ebraici, così anche per questi giorni epocali, la sera venne prima portando gradualmente a compimento lo scopo divino, quando un altro giorno composto di 7.000 anni destinato ad un'altra opera sarebbe cominciato nel buio, progredendo verso la perfezione. Questo periodo, o "giorno", è descritto scientificamente come Azoico, oppure privo di vita.

Il secondo giorno epocale della creazione

E Dio disse: “Ci sia una "distesa" [firmamento, atmosfera] nel mezzo delle [tra le] acque, e che questa separi le acque dalle acque”. Così Dio divise le acque che erano sotto l'atmosfera da quelle che erano sopra l'atmosfera. E Dio chiamò il firmamento [distesa, o atmosfera] 'cielo”.

Questo secondo giorno epocale di 7.000 anni fu completamente dedicato alla produzione di un'atmosfera. Probabilmente si sviluppò in un modo perfettamente naturale, come è per la maggior parte delle opere meravigliose di Dio, sebbene non di meno del suo ingegno, del suo ordine e della sua creazione. La caduta dell'anello d’acqua e minerali, che permise alla luce di penetrare fino alla terra durante il primo giorno epocale, raggiungendo la terra ancora riscaldata e le acque della superficie ancora bollenti e fumanti, provocò vari gas che, salendo, andarono a costituire un cuscino, o firmamento, o atmosfera, tutt’intorno alla terra e cercarono di trattenere le restanti acque degli "anelli" lontane dalla terra. Anche questo "giorno", almeno per quanto ne sappiamo dalle Scritture, apparterrebbe al periodo Azoico, oppure privo di vita, ma la geologia fa delle obiezioni a questo proposito sostenendo che le rocce tipiche di questo tempo mostrano tracce di vermi e immense quantità di molluschi piccolissimi, i cui resti si riscontrano nei grandi strati di calcare. Essi denominano questa l'era Paleozoica in cui appare la vita per la prima volta: il periodo Siluriano. Ciò non è in contrasto con il racconto biblico, che ignora semplicemente queste forme di vita inferiori.

[32] Sera e mattina: Secondo Giorno, terminato con il compimento totale dell'intenzione divina riguardo ad esso, la separazione delle nuvole e dei vapori, ecc., dalle acque della superficie mediante un'atmosfera.

Il terzo giorno epocale della creazione

E Dio disse: “Le acque che son sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, e apparisca l’asciutto”. E così fu. E Dio chiamò l’asciutto 'terra', e chiamò la raccolta delle acque 'mari”. Ed essendo ciò stato compiuto e approvato da Dio, egli disse: “Produca la terra della verdura, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra”. E così fu.

La geologia corrobora in pieno questo documento. Richiama la nostra attenzione sul fatto che, man mano che la crosta terrestre si raffreddava, il peso delle acque tendeva a farla arricciare e inarcare: alcune parti che erano depresse divennero le profondità dei mari, altre porzioni soggette ad una forza che le spingeva in alto costituirono le catene montuose. Ciò avvenne non tutto all'improvviso, ma gradualmente, una catena dopo l'altra. Non dobbiamo supporre che tutti questi cambiamenti siano avvenuti neppure nei settemila anni di questo terzo giorno epocale, ma piuttosto che questo abbia semplicemente visto l'inizio dell'opera necessaria quale preparazione per l'inizio della vegetazione, poiché la geologia è corretta nel sostenere che alcuni grandi cambiamenti di questa natura risalgono ad una data relativamente recente. Persino nell'arco di un secolo abbiamo avuto piccoli esempi di questa forza, e non saremo sorpresi se i prossimi anni ci offriranno altri parossismi della natura, poiché siamo in un altro momento di transizione: l'inizio dell'età Millenaristica, che richiede mutamenti di condizioni.

Come le acque si ritirarono nei mari, la vegetazione spuntò: ciascuna a seconda della propria classe o della propria specie, contenente in se stessa il seme per riprodurre soltanto la sua propria specie. Questo aspetto è così stabilito dalle leggi del Creatore che sebbene l'orticoltura possa e faccia molto per offrire la varietà nella perfezione, pur tuttavia non riesce a cambiare la specie. Le diverse famiglie di vegetali non si uniranno né si mescoleranno più di quanto non possano farlo le famiglie dei vari animali. Ciò dimostra l'esistenza di un progetto: non solo un Creatore, ma un Creatore intelligente. [33]

La geologia è d'accordo nell'affermare che la vegetazione precedette le forme di vita animale superiori. È anche d'accordo nell'affermare che in questo periodo iniziale la vegetazione era molto rigogliosa, che muschi, felci e viti crescevano enormemente più grandi e con più rapidità a quel tempo di quanto non facciano ora, dato che l'atmosfera era estremamente più ricca di gas carbonici e azotici, a tal punto che gli animali che respirano non sarebbero potuti prosperare a quel tempo. Le piante che ora crescono soltanto alcuni pollici o alcuni piedi persino all'equatore, a quel tempo raggiungevano un'altezza dai quaranta agli ottanta piedi, e a volte due o tre piedi in diametro, com’è dimostrato dai resti fossili. Nelle condizioni esistenti allora e di cui siamo a conoscenza, la loro crescita non è stata solo immensa, ma deve essere stata anche molto rapida.

In questo periodo, i geologi affermano, si sono formati i nostri strati di carbone: le piante e i muschi, avendo grand’affinità con l'anidride carbonica, hanno immagazzinato al loro interno il carbonio, formando carbone, preparando in tal modo i depositi attuali di carbone mentre al tempo stesso hanno purificato l'atmosfera per la vita animale dei giorni epocali futuri. Queste torbiere e questi strati di muschi, a loro volta, si ricoprirono di sabbia, argilla, ecc. trasportate dalle acque in seguito a successivi sollevamenti e depressioni della superficie della terra, da cavalloni enormi e dal discendere d’altri "anelli" delle acque situate sopra il firmamento. In sostanza lo stesso procedimento si deve essere anche ripetuto spesso, infatti, troviamo strati di carbone uno sull'altro con, in mezzo, vari strati d’argilla, sabbia, calcare, ecc.

Sera e mattina, il terzo giorno epocale di 7.000 anni, portò a compimento la sua parte nella preparazione del mondo, secondo il progetto divino. In geologia è designato come l'era Carbonifera, a causa dei suoi depositi di carbone, petrolio, ecc.

Il quarto giorno epocale della creazione

E Dio disse: “Vi siano dei luminari nel firmamento [distesa, atmosfera] dei cieli per separare il giorno dalla notte, e siano dei segni per le stagioni e per i giorni e per gli anni, e servano da luminari nella distesa [atmosfera] dei cieli per dar luce alla terra”. E così fu. Dio fece [o fece sì che splendessero: un verbo diverso che non significa creò] due grandi luminari; il [34] luminare maggiore, per presiedere il  giorno [per indicare l'ora del giorno], e il luminare minore per presiedere la  notte, e fece pure le stelle.

Ciò che era stato compiuto in un giorno epocale era riportato nel successivo, e siamo giustificati nel supporre che la luce del primo giorno divenisse sempre più distinta durante i seguenti due giorni, man mano che anello dopo anello scendeva dalle acque sopra il firmamento alle acque sotto di esso, finché al momento del quarto giorno epocale non si videro il sole, la luna e le stelle, non così chiaramente come si vedono ora in una giornata luminosa, fino a dopo il diluvio di Noè: l'ultimo "anello", lo stesso, nondimeno, chiaramente riconoscibili attraverso il velo traslucido delle acque, come li vedremmo oggi noi in un giorno o una notte nebbiosi. Da tanto tempo il sole, la luna e le stelle avevano brillato sul velo esterno della terra, ma ora era venuto il momento di lasciare che si vedessero queste luci nel firmamento, di far sì che i giorni che in precedenza erano stati contrassegnati da una luce debole, grigiastra, come quella che vediamo in certe mattine piovose quando il sole, la luna e le stelle sono invisibili per via delle nuvole, diventassero più distinti, di modo che il corpo celeste del giorno potesse segnare il passar del tempo mediante il suo corso sia per l'uomo che per le bestie una volta create e nel frattempo cominciasse ad ossigenare l'aria, preparandola in tal modo per gli animali che l'avrebbero respirata. Più tardi nel corso di questo stesso giorno formato da 7.000 anni, apparvero anche la luna e le stelle: avrebbero inciso sulle maree e sarebbero state pronte a segnare il tempo durante la notte per la comodità dell'uomo.

Non dobbiamo supporre che lo sviluppo della vita delle piante sia cessato nel quarto giorno ma piuttosto che sia progredito giacché l'influenza del sole e della luna servirono a far germogliare ancora altre varietà d’erba, d’arbusti e d’alberi. La geologia mostra anch'essa dei progressi in questo periodo: insetti, lumache, granchi, ecc. In giacimenti di carbone sono state anche trovate spine di pesce e squame, ma ciò non disturba l'ordine, poiché la formazione di strati di carbone continuarono evidentemente dopo il terzo giorno, arrivando così al periodo Mesozoico. Questo "giorno" corrisponde moltissimo a quello che la geologia designa con il nome di periodo "Triassico". Sera e mattina: il Quarto Giorno formato da settemila anni, oppure 28.000 anni dall'inizio di quest’opera, si concluse assistendo al gran progresso nella preparazione della terra per la venuta dell'uomo. [35] 

Il quinto giorno epocale della creazione

E Dio disse: “Producano le acque in abbondanza animali viventi e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia atmosfera del cielo”. E Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, dei quali le acque pullulano, secondo la loro SPECIE, e ogni volatile secondo la sua SPECIE. E fu come Dio aveva stabilito.

In che modo gli oceani della terra abbiano pullulato di creature vive, dalla medusa alla balena, si può giudicare dalla profusione di vita ai nostri giorni nei mari caldi del sud. Anche i rettili che vivono in parte nell'acqua e in parte sulla terra (anfibi) appartengono a questo periodo, durante il quale le isole e i continenti attuali vennero pian piano alzandosi e di nuovo abbassandosi, in certi momenti sommersi da anelli più grandi o più piccoli che cadevano, e in altri momenti spazzati via da enormi cavalloni. Non c'è da meravigliarsi se resti di molluschi, ecc. si rinvengono sulle montagne più alte. E non c'è da meravigliarsi se gli immensi strati di calcare in tutte le parti del mondo sono a volte chiamati "cimiteri di molluschi", perché formati quasi esclusivamente da conchiglie conglomerate. Che pullulare ci dovette essere stato quando nacquero quegli indicibili trilioni di piccole creature e una volta morte, una per una, lasciarono cadere le loro conchiglie! Si legge che Dio le ha benedette nel moltiplicarsi. Sì, anche un'esistenza così bassa e per un così breve periodo è un favore, una benedizione.

Non ci battiamo per più di quanto il documento della Scrittura richiede. La Bibbia non sostiene che Dio ha creato separatamente e individualmente le miriadi di specie di pesci e di rettili, ma semplicemente che l'influenza divina, o lo spirito divino, ha covato, e per uno scopo divino il mare ha dato vita alle sue creature di varie specie. I processi non sono stati dichiarati: una specie, in condizioni diverse, si può essere sviluppata in modo da dar vita ad un'altra, oppure dallo stesso protoplasma originale, in condizioni diverse, si possono essere sviluppati diversi ordini di creature. Nessuno sa e non è saggio essere dogmatici. Non sta a noi mettere in discussione il fatto che persino il protoplasma del limo paleozoico non abbia potuto aver origine mediante un'azione chimica delle acque [36] fortemente mineralizzate di quei mari. Ciò che affermiamo è che tutto è scaturito come risultato dell'intenzione e dell'ordinamento divini, e quindi si è trattato di creazioni divine, a prescindere da quali siano stati i canali e le agenzie. Ed affermiamo che ciò è reso chiaro dai fatti della natura non meno che dalle parole della Genesi, che a prescindere da come le creature del mare siano state prodotte, esse sono state fatte avanzare alla condizione in cui ciascuna di esse si trova oggi, entro i limiti della propria specie, laddove le demarcazioni delle specie non possono essere annullate. Questa è opera di Dio, a prescindere da qualsiasi mezzo impiegato per portarla a termine.

Questo giorno, o quest’epoca, corrisponde benissimo all'era Mesozoica degli scienziati. Sera e mattina: Quinto Giorno, 35.000 anni dall'inizio dell'opera d’ordinamento della terra quale abitazione e regno dell'uomo.

Il sesto giorno epocale della creazione

E Dio disse: “Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie”. E così fu, Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, e il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. E Dio vide che ciò era stato fatto e approvò.

Ormai le cose su questa terra cominciavano a diventare più stabili, la crosta era più spessa di centinaia di piedi di sabbia e argille, conchiglie e carbone, insieme con altri vari minerali che si erano venuti raggruppando alcuni dalle rocce sgretolate gettate in aria dai terremoti, alcuni dagli "anelli" che una volta avvolgevano la terra, ed alcuni da depositi animali e vegetali, inoltre, la terra stessa si doveva essere raffreddata considerevolmente durante quei 35.000 anni. Una quantità sufficiente di superficie terrestre era ora al di sopra del mare e ben prosciugata dalle catene di montagne e di valli e quindi pronta per gli animali inferiori, che sono qui suddivisi in tre specie: (1) rettili terrestri, a sangue freddo, creature dotate d’apparato respiratorio come lucertole, serpenti, ecc., (2) bestie della terra, o bestie feroci, differenti dagli animali domestici, specialmente adatte a far da compagni all'uomo e qui chiamate (3) bestiame. Ormai anche l'aria era purificata da quegli elementi non adatti agli animali dotati d’apparato respiratorio, essendo stati assorbiti e tolti dall'aria mediante la vegetazione rigogliosa dell'era carbonifera, mentre gli idrocarburi eccessivi erano già stati assorbiti e tolti dagli oceani [37] da piccolissimi molluschi, preparando la via al pullulare di creature marine dotate d’apparato respiratorio.

Qui, di nuovo, non c'è alcun bisogno di cominciare a discutere con gli Evoluzionisti. Noi ammetteremo che, se Dio l'avesse preferito, avrebbe potuto dar vita a tutte le diverse specie di vita animale mediante sviluppo una dall'altra, oppure avrebbe potuto sviluppare ciascuna specie distintamente traendola dal limo originale protozoico. Non siamo a conoscenza del metodo che ha adottato, visto che non è rivelato né nella Bibbia né nelle rocce. Tuttavia, è chiaramente rivelato che, a prescindere da come Dio abbia preferito compiere la sua opera, egli ha fissato le specie animali, ciascuna "secondo la sua specie" in maniera tale che esse non cambiano, in maniera tale che l'ingegnosità della mente umana non è riuscita a far sì che cambiassero. Qui c'è il timbro del Creatore intelligente sul suo operato, poiché, se il Creatore fosse stato la "Natura" o la "forza cieca", la vedremmo ancora procedere ciecamente, a volte evolvendo e a volte retrocedendo, non vedremmo tale stabilità delle specie osservando quanto è intorno a noi nella natura.

Possiamo presumere ragionevolmente che sia stato proprio alla fine del sesto giorno epocale che Dio creò l'uomo, perché la sua creazione è stata l'ultima ed è affermato chiaramente che Dio finì la sua opera creatrice, non nel sesto, ma "nel settimo giorno": la divisione dell'uomo in due persone, in due sessi, fu evidentemente l'atto finale.

E Dio disse: “Faremo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. Così Dio creò l'uomo a sua immagine, lo creò ad immagine di Dio, li creò maschio e femmina e Dio li benedisse e disse loro: “Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra.”

Tenendo in considerazione quanto osservato in precedenza, vale a dire che il linguaggio della Scrittura non proibisce la possibilità che le piante, le creature acquatiche e le creature terrestri siano più o meno sviluppate, o evolute, nelle loro varie specie, può 

[38] essere bene per noi notare la vasta differenza nel linguaggio che è usato quando ci si riferisce alla creazione dell'uomo. Quest’ultimo è un'esplicita dichiarazione dell'esercizio diretto del potere creativo divino, mentre gli altri non lo sono, ma anzi implicano uno sviluppo:

"E la terra produsse della verdura," ecc.
"Che le acque producano le creature striscianti," ecc.
"Che la terra produca creature viventi, ciascuna secondo la sua specie, bestiame," ecc.

Ci sono due racconti della creazione, quello che abbiamo appena ora considerato, che tratta quest’argomento brevemente e nell'ordine epocale, ed un altro seguente nella Genesi 2:4-25. In altre parole, la divisione dei capitoli si trovava in un posto sbagliato: i due racconti dovrebbero costituire ciascuno un capitolo. Il secondo è un commento al primo e ne spiega i dettagli. "Queste sono le generazioni" o gli sviluppi dei cieli, della terra e delle loro creature, dal tempo prima che ci fossero piante o erbe. Il primo racconto, e il principale, ci offre la parola "Dio" quando parla del Creatore, e il secondo, o racconto di commento, indica che fu l'Eterno Iddio che fece l'opera intera ("nel giorno" in cui fece i cieli e la terra) afferrando così il tutto come un giorno epocale ancora più grande, che include l'opera dei sei già enumerati.

La parola Dio che si trova nel primo capitolo viene dalla comune parola ebraica Elohim, una parola plurale che si potrebbe tradurre Dei, e che, come abbiamo già visto, significa "i potenti". * Il "Figlio Unigenito" del Padre fu sicuramente il suo agente attivo nell'opera della creazione e può darsi che abbia associato a lui nell'esecuzione dei dettagli un esercito d’angeli ai quali anche si potrebbe applicare la parola elohim qui come in altre parti delle Scritture. Pertanto è giusto che il secondo racconto, o commento, richiami l'attenzione sul fatto che Geova il Padre di tutti fosse il Creatore, a prescindere da [39] chiunque sia potuto essere stato usato come suo onorato rappresentante e strumento. Si possono considerare giustamente qui i particolari aggiunti che si trovano nel secondo racconto e che si riferiscono alla creazione dell'uomo. Si dichiara:

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*Vedere Volume V, pp. 72,73
Ibid.
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L'Eterno Iddio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l'uomo divenne un'anima vivente.

Dio fu glorificato in tutte le sue opere precedenti e in ogni creatura, per quanto insignificante, anche se nessuna di esse poté ringraziarlo dovutamente o essergli grato o persino conoscerlo. Lo scopo divino aveva previsto ciò sin dall'inizio, e stava preparando per la venuta dell'uomo, che sarebbe dovuto essere il capolavoro della creazione della terra, o degli animali. Non si dice dell'uomo come si dice per le creature dei mari "che i mari pullulino" né come si dice per gli animali terrestri inferiori "che la terra produca", ma è riportato, invece, che egli fu una creazione speciale del suo Artefice, "fatto a sua immagine". Non importa se s’intende l'immagine degli Elohim o l'immagine di Geova, perché non erano gli Elohim "figli di Dio" e a sua immagine per quanto riguarda la potenza ragionevole e l'intelligenza morale?

Non dobbiamo intendere questa "immagine" come un'immagine dalla sagoma fisica, ma piuttosto un'immagine morale e intellettuale del grande Spirito, modellata adeguatamente alla sua natura e alle sue condizioni terrene. E, per quanto riguarda la "somiglianza", essa si riferisce senza dubbio al dominio dell'uomo: doveva essere il re della terra e delle sue creature brulicanti, come Dio è il re dell'intero universo. Qui sta il campo di battaglia tra la Parola di Dio e la cosiddetta Scienza Moderna, alla quale tutto il mondo, specialmente gli eruditi, inclusi i leader del pensiero in tutti i seminari teologici, e i ministri su tutti i principali pulpiti, si stanno prostrando per adorare il Dio scientifico chiamato "Evoluzione". Le due teorie sono in completo disaccordo: se la teoria dell'Evoluzione è vera, la Bibbia è falsa dalla Genesi alla Rivelazione. Se la Bibbia è vera, come sosteniamo, la teoria dell'Evoluzione è sommamente falsa in tutte le sue deduzioni per quanto riguarda l'uomo. [40]

Non è solo il racconto della creazione dell'uomo ad immagine divina fatto dalla Genesi che deve determinare la questione, per quanto forti siano le dichiarazioni della Parola: l'intera teoria della Bibbia appoggia il documento della Genesi, e rimane in piedi o crolla con esso. Infatti, se l'uomo fosse stato creato diversamente da come fu creato, in pratica, puro e perfetto e ben dotato mentalmente, non avrebbe potuto, sinceramente, essere chiamato un'immagine di Dio, né il Creatore avrebbe potuto metterlo alla prova in Eden per esaminare la sua idoneità alla vita eterna, né la sua disobbedienza quando mangiò il frutto proibito gli sarebbe stata imputata un peccato e punibile, come fu, con una pena di morte, né sarebbe stato necessario averlo redento da quella pena.

Inoltre, si dichiara che "l'uomo Gesù Cristo" sia stato l'anti-lutron, il prezzo di riscatto (o prezzo corrispondente) per la colpa del primo uomo, ed egli deve, perciò, essere considerato un esempio, un'illustrazione, di ciò che era il primo uomo, prima che avesse peccato e avesse subito la divina condanna a morte.

Noi sappiamo anche che oggi ci sono, come ce ne furono in passato, molti uomini naturali nobili, considerati tutti peccatori da Dio, e, come tali, non riconoscibili da Geova, eccetto il caso in cui con pentimento si avvicinino a lui per il merito del sacrificio di Cristo e ottengano il suo perdono. La condizione, quindi, di tutti quelli che giungono a Dio, è dichiarata come solamente dovuta alla sua grazia sotto il manto della giustizia di Cristo. E l'esito, veniamo informati, deve essere una risurrezione, o una restaurazione, alla perfezione, prima che chiunque possa essere personalmente e completamente soddisfacente per il Creatore. Eppure è stato questo Creatore stesso che fu in comunione con Adamo prima della trasgressione di quest’ultimo e che lo chiamò suo figlio, e che dichiara che Adamo e noi, suoi figli, siamo diventati "figliuoli d'ira" e abbiamo subito la condanna a causa del peccato, che Adamo non aveva quando era stato creato "figlio di Dio". Luca 3:38

Così come sicuramente "tutti i santi profeti dacché il mondo iniziò" hanno dichiarato che questo prossimo Millennio sarà "tempo di restaurazione di tutto ciò di cui si è parlato", allo stesso modo sicuramente la teoria dell'Evoluzione si trova in violento [41] antagonismo con quanto pronunciato da Dio attraverso tutti i santi profeti. Poiché, se la teoria dell'Evoluzione fosse corretta, la restaurazione, piuttosto che essere una benedizione per la razza, sarebbe un crimine contro di essa. Se mediante la forza cieca o altri processi evolutivi, l'uomo ha fatto la sua scalata con tentativi noiosi e sforzi laboriosi, da protoplasma ad ostrica, e da ostrica a pesce, e da pesce a rettile, e da rettile a scimmia, e da scimmia all'uomo inferiore, e dall'uomo inferiore a ciò che siamo, allora sarebbe un'ingiuria spaventosa per la razza se Dio la restaurasse a com’era Adamo o forse a forzare la restaurazione ancora ulteriormente: fino al protoplasma. Non c'è via di mezzo a questo proposito, e prima farà il popolo di Dio a decidere positivamente in accordo con la Parola e meglio sarà per loro e più sicuri saranno di non cadere in qualche teoria evolutiva o qualche teoria che non contempli un riscatto, ora in voga, e che sia alla ricerca proprio degli eletti per ingannarli, se possibile. Sia Dio riconosciuto verace, ma ogni Evoluzionista bugiardo. Rom. 3:4

Non possiamo scendere qui nei dettagli della creazione d’Adamo, per discutere il suo organismo, o il suo corpo, il suo spirito, o l'alito di vita, e come questi uniti l'abbiano costituito un essere vivente, o un'anima. Ciò è già stato presentato in un'altra circostanza.*

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*Volume V, Cap. xii
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La loro fecondità nella posterità non era evidentemente legata in maniera alcuna alla trasgressione, come alcuni hanno ritenuto, ma è stata parte della benedizione divina. L'unico rapporto della caduta e della sua maledizione, o punizione, a questo proposito è stato, come detto, un aumento dei concepimenti e dei dolori della madre, corrispondenti al lavoro e al sudore del viso dell'uomo. Questi, man mano che la razza è diventata corrotta e debole, mentalmente e fisicamente, hanno generato più abbondantemente. L'obiettivo della fecondità sarebbe stato raggiunto allorché fosse stata generata una progenie sufficiente a riempire (non a rifornire) la terra. Vero, un numero immenso è già stato generato, probabilmente cinquantamila milioni, ed ora sono addormentati nella gran prigione della morte, ma questi non sono troppi, poiché la superficie attuale della terra, [42] se fosse tutta resa adatta all'uomo, come avverrà alla fine, conterrebbe due o tre volte questo numero, senza prendere in considerazione la possibilità che sorgano altri continenti dalle profondità dei mari come accadde in passato ai continenti d’oggi.

Scienziati con un temperamento scettico hanno cercato da molto di provare che l'uomo era sulla terra molto prima del periodo assegnato dalla Genesi, e ogni osso trovato nelle argille o nelle ghiaie più profonde è scrutinato tenendo in vista di far guadagnare allo scienziato una reputazione a livello mondiale quale l'uomo che ha accusato di menzogna la Parola di Dio. Abbiamo già fatto riferimento all'inattendibilità di tali evidenze*, come il ritrovamento di punte di freccia tra la ghiaia di un periodo remoto. In alcuni casi almeno è stato provato che queste furono frutti del lavoro d’indiani moderni, che le avevano sagomate vicino al luogo dove avevano rinvenuto queste utili selci.

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*Non ignoriamo la teoria di un uomo pre-adamitico e lo sforzo quindi di dare una spiegazione delle razze diverse della famiglia umana. Ma rimaniamo fedeli alla Bibbia quale rivelazione di Dio e, pertanto, superiore a tutte le ipotesi umane. Dichiara la solidarietà della famiglia umana in termini non discutibili, dicendo: "Dio ha tratto da un solo sangue tutte le nazioni degli uomini". (Atti 17:26) Ed ancora che Adamo fu "il primo uomo". (I Cor. 15:45, 47) Di nuovo, la storia del diluvio è più esplicita poiché solo otto esseri umani si salvarono sull'arca, e loro tutti figli di Noè, discesi da Adamo. La varietà dei tipi umani, o razze, deve essere spiegata in termini di clima, costumi, cibo, ecc., e specialmente in termini d’isolamento dei vari popoli in vari ambienti uno lontano dall'altro, motivi per cui diventarono ben fisse le peculiarità. Ciò è illustrato dal fatto che gli europei che vivono per molto tempo tra le popolazioni dell'India o della Cina assumono una certa rassomiglianza con i loro vicini, mentre i loro figli nati in quelle terre riportano una rassomiglianza ancora più forte nella pelle e nelle fattezze, influenzati senza dubbio dagli ambienti circostanti della madre durante il periodo di gestazione. Un'illustrazione di tale assimilazione ci è data dai cinesi di un distretto che s’identificano con gli israeliti dispersi in seguito ai problemi che conclusero l'era giudaica, all'incirca il 70 D.C. Questi ebrei sono diventati così completamente cinesi da non essere più riconoscibili come ebrei, la razza più forte.
Volume II, pp. 34,35.
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[43] Ad un incontro del Victoria Philosophical Institute non molto tempo fa è stato affermato che " è stata intrapresa dal prof. Stokes, F.R.S., Sir J. R. Bennett, Vicedirettore R.S.*, prof. Beale, F.R.S. e da altri un'attenta analisi delle varie teorie dell'Evoluzione ed è stato riportato che finora non si è trovata nessun’evidenza scientifica che possa dar man forte alla teoria che l'uomo si sia evoluto da un ordine inferiore di animali, e il prof. Virchow ha dichiarato che c'è una completa assenza di qualsiasi fossile di uno stadio inferiore nello sviluppo dell'uomo, e che qualsiasi avanzamento corretto nel campo dell'antropologia preistorica ci ha spinto ancor più lontano da prove di tale nesso, in altre parole il nesso con il resto del regno animale. Su questo, il grande paleontologo, prof. Barraude, si è dichiarato concorde, affermando che in nessuna delle sue ricerche ha scoperto che una specie fossile si è sviluppata in un'altra. Infatti, sembrerebbe che nessuno scienziato abbia ancora scoperto un legame tra l'uomo e la scimmia, tra il pesce e la rana, oppure tra gli animali vertebrati e gli invertebrati; per di più, non c'è nessun’evidenza di nessuna specie, fossile o meno, che abbia perso le sue caratteristiche peculiari per acquisirne di nuove appartenenti ad altre specie; ad esempio, per quanto il cane possa essere simile al lupo, non c'è nessun legame, e lo stesso accade tra le specie estinte; non c'è nessun passaggio graduale da una all'altra. Inoltre, i primi animali esistiti sulla terra non sono affatto da considerare inferiori o degradati".

Citiamo brevemente un brano di Sir J.W. Dawson, LL.D., F.R.S., tratto dalla sintesi da lui fatta delle sue scoperte recenti con riguardo a "Il punto d’incontro della geologia e della storia". Dice:

"Non abbiamo trovato nessun legame di derivazione che connette l'uomo agli animali inferiori che lo precedettero. Ci si presenta come un nuovo punto di partenza nella creazione, senza nessuna relazione diretta alla vita istintiva degli animali inferiori. Gli uomini primitivi non sono meno uomini dei loro discendenti, e nei limiti loro consentiti dai mezzi, non sono meno inventori, innovatori e introduttori di nuovi modi di vivere, proprio come lo sono i discendenti. Non siamo riusciti finora neppure a far risalire l'uomo all'innocua età d'oro [del Paradiso]. Man [44] mano che lo ritroviamo nelle caverne e nelle ghiaie, egli è già un uomo caduto, non in armonia con il suo ambiente e nemico delle sue creature, escogitando contro di esse strumenti di distruzioni più fatali di quelli forniti dalla natura agli animali selvatici carnivori... L'uomo, per quanto riguarda il corpo, è per confessione propria un animale, della terra fatto di terra. Egli è anche un membro del campo dei vertebrati, e della classe dei mammiferi, ma in quella classe egli non costituisce soltanto una specie e un genere diretto, ma anche una famiglia distinta, o un ordine distinto. In altre parole, è l'unica specie del suo genere, e della sua famiglia, od ordine. È quindi separato da un grande abisso da tutti gli animali più vicini a lui, ed anche se ammettiamo la dottrina, per altro non ancora provata, della derivazione di una specie da un'altra nel caso degli animali inferiori, non siamo in grado di fornire il "legame mancante" che sarebbe necessario per connettere l'uomo a qualsiasi altro gruppo d’animali inferiori...Nessun fatto di scienza è dimostrato con più certezza di quanto non lo sia l'esistenza recente dell'uomo nel tempo geologico. Non solo non troviamo nessuna traccia dei suoi resti nelle formazioni geologiche più antiche, ma non troviamo nessun resto degli animali più vicini a lui, e le condizioni del mondo in quei periodi sembrano renderlo non adatto all'abitazione dell'uomo. Se, seguendo il solito sistema geologico, dividiamo tutta la storia della terra in quattro grandi periodi che vanno dalle rocce più antiche a noi note, il periodo eozoico o archeano, fino al periodo moderno, troviamo resti d’uomo, o dei suoi lavori, solo nell'ultimo dei quattro, e nell'ultima parte di esso. In realtà, non c'è nessuna prova indiscutibile della presenza dell'uomo fino ad arrivare all'inizio del periodo moderno...C'è solo una specie d’uomo, anche se molte sono le razze e le varietà, e queste razze, o varietà, sembra che si siano sviluppate in un periodo molto iniziale, ed hanno mostrato una stabilità considerevole nella loro scoperta posteriore...La storia nella Genesi ha anticipato la storia moderna. Il libro antico è sotto ogni aspetto degno di fede e quanto mai lontano da miti e leggende dell'antico paganesimo."

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*(Nota della traduttrice)
R.S. [Royal Society, ovvero Accademia reale delle scienze]

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Il gran batteriologo, prof. Pasteur, è stato un oppositore aperto del darvinismo, e si è espresso in questo modo:

"La posterità un giorno riderà delle sciocchezze dei filosofi materialisti moderni. Più studio la natura e più rimango incantato dalle opere del Creatore. Prego mentre sono occupato nel mio lavoro in laboratorio."

Virchow, il dotto russo, sebbene non fosse un cristiano dichiarato, è stato ugualmente oppositore della teoria di Darwin sullo sviluppo degli esseri organici dagli [45] inorganici, e ha dichiarato: "Ogni tentativo di trovare la transizione dall'animale all'uomo è finito in un fallimento totale. Il legame intermedio non è stato scoperto e non sarà scoperto. L'uomo non è disceso dalla scimmia. È stato provato senza possibilità di dubbio che durante i cinquemila anni passati non c'è stato nessun cambiamento considerevole nell'umanità."

Anche altri naturalisti hanno sollevato la voce contro i punti di vista darviniani.

In quest’ottica quanto appaiono stolti i saggi scritti di tanto in tanto da "Dottori" o "Professori" che fingono di essere eruditi con le loro discussioni sui "legami mancanti" oppure suggerendo che i mignoli dei piedi degli uomini stanno diventando inutili e presto saranno "eliminati dalla natura" come "sono già state eliminate le code delle scimmie". Non abbiamo delle mummie ben conservate che risalgono a circa quattromila anni fa? Non abbiamo statue nude, di dimensioni naturali pressappoco così antiche? Si vedono delle code in alcune di esse? I mignoli sono, in qualche modo, diversi dai nostri d’oggi? Non è verso il basso tutta la tendenza di tutta la natura? Per le piante e gli animali inferiori non sono necessari la saggezza dell'uomo e il suo aiuto al mantenimento dei tipi superiori? E per gli uomini non è necessaria la grazia di Dio per la loro elevazione morale e per ostacolare gravi degenerazioni come quelle che constatiamo nell'Africa più nera? E non è ciò conforme alla Scrittura? Rom. 1:21, 24,28

È giusto che il popolo di Dio tenga bene in mente l'avvertimento dato a Timoteo dall'Apostolo Paolo: "O Timoteo...schiva le profane vacuità di parole e le opposizioni di quella che falsamente si chiama scienza." (I Tim. 6:20) Per vedere chiaramente qualsiasi verità dobbiamo guardare dal punto di vista della rivelazione divina. Dobbiamo "Vedere la luce nella Sua luce". Quindi guardando in giro nella natura sotto la guida del Dio della natura, l'effetto sarà di allargare sia il cuore che l'intelletto, e di riempirci d’ammirazione e adorazione man mano che cogliamo barlumi panoramici della gloria, maestà e potenza del nostro Creatore Onnipotente.

Sera e mattina, il Sesto Giorno, al suo termine, 42.000 anni dopo l'inizio dell'opera, trovò la terra pronta perché l'uomo la dominasse, seppur ancora, nel suo [46] insieme, non adatta a lui. Conoscendo in anticipo la disobbedienza della sua creatura (e tutto il suo piano connesso alla sua pena di morte, alla sua redenzione e all'esito finale del cammino dal peccato e dalla morte di tutti quelli che sono stati giustamente formati dalle esperienze fatte), Dio non ha rimandato la creazione dell'uomo fino a quando la terra non fosse pronta per lui, ma ha semplicemente preparato un Paradiso, un giardino d’Eden, rendendolo il più perfetto possibile per il breve periodo di prova della coppia perfetta, lasciando all'umanità, a mo' di lavoratori carcerati, il compito di "dominare" la terra e allo stesso tempo di accumulare così lezioni ed esperienze preziose.

Il settimo giorno epocale della settimana creativa

E il Settimo giorno Iddio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta.

Notando la sequenza progressiva, verso l'alto dei sei giorni, e ricordando che il numero sette di per sé implica completezza e perfezione, ci aspetteremmo logicamente che il Settimo Giorno sia più meraviglioso dei precedenti. E scopriamo che è proprio così: soltanto che la sua parte più importante per un certo tempo - fino al "momento giusto" - è bloccata ai nostri occhi mentali della conoscenza mediante l'affermazione generica che Dio riposò il settimo giorno da tutta la sua opera. Com'è strano che abbia dovuto fermare l'opera creativa in un punto dove sembrava che fosse proprio pronta per la conclusione, come se un lavoratore dovesse preparare tutto il materiale per una struttura e poi desistere da successive attività senza portare a termine le sue intenzioni originarie!

Tutto quest’argomento, però, si apre grandiosamente davanti a noi quando percepiamo che l'Eterno Iddio ha fermato la sua opera di creazione, ha cessato di portarla a termine, perché nella sua sapienza aveva previsto che i suoi piani potevano essere meglio eseguiti con un altro mezzo. Dio pensò meglio di lasciare che la sua creatura Adamo esercitasse la sua libera volontà e cadesse sotto la tentazione nel peccato e nella punizione legittima, la morte, incluso un lungo periodo, 6.000 anni di morte e di battaglie con un ambiente perverso, alla stregua di un prigioniero. Dio pensò meglio quindi di [47] lasciare che egli alla stregua di un prigioniero facesse una parte del lavoro di sottomettere la terra, che portarla come un tutto verso la condizione Paradisiaca predetta sarebbe stato di profitto all'uomo, viste le circostanze, che sarebbe stato utile che l'uomo si rendesse conto dei principî che sottostanno alla giustizia divina e dell'eccessiva peccaminosità del peccato, e pertanto fosse preparato perché la grazia fosse portata nel mondo a tempo debito.

Tuttavia, una ragione principale della cessazione dell'opera creativa di Geova fu senza dubbio che sarebbe potuta essere compiuta da un altro, dal suo Figlio Unigenito, in maniera tale che non avrebbe soltanto glorificato il Figlio, ma avrebbe glorificato anche il Padre, rivelando le perfezioni degli attributi Divini come non si sarebbe potuto verificare facendo altrimenti. Questo avvenne dando suo Figlio come redentore dell'uomo, una dimostrazione, non solo della Giustizia Divina che non poteva assolutamente violare il decreto per cui "la paga del peccato è la morte", ma che allo stesso tempo illustrava l'Amore Divino: compassione per le sue creature cadute fino al punto della morte del suo Figlio a favore dell'uomo. La Potenza e la Sapienza Divina, alla fine, saranno manifestate in ogni aspetto dell'ordinamento una volta completato.

Si può suggerire che il fatto che il Padre abbia desistito dal perfezionare il piano della creazione perché il Figlio potesse compiere quest’opera durante il Millennio, mediante processi di restaurazione, non sia per nulla diverso dalle operazioni creative precedenti, le quali furono tutte del Padre e mediante il Figlio, senza il quale nulla di ciò che è stato fatto sarebbe stato fatto. Ma noi rispondiamo: No. Il rapporto del Figlio con l'opera di restaurazione con la quale questo Settimo Giorno epocale finirà e porterà la perfezione terrestre, sarà completamente diverso da qualsiasi altra opera precedente. In tutte le creazioni precedenti, il Figlio ha semplicemente agito per Geova, usando potenze ed energie non sue in alcun senso, ma in quest’opera grandiosa futura egli userà una potenza e un'autorità che sono sue proprie, che gli costarono 34 anni d’umiliazione, culminanti nella sua crocifissione. Mediante quest’operazione, che la sapienza e l'amore del Padre pensarono per lui, egli "acquistò" il mondo, acquistò il Padre Adamo e tutta la sua [48] progenie, e i suoi possedimenti (la terra) con tutti i diritti che aveva su di essi quale suo monarca "ad immagine di Dio". Il Padre si dilettò ad onorare il "Primogenito", e pertanto pianificò in questo modo, e riposò, o smise i processi della creazione, così che il Figlio potesse in tal modo onorarlo ed essere onorato da lui.

Dio si riposò, non nel senso di riprendersi dalla stanchezza, ma nel senso di cessare di creare. Egli guardò la rovina e la caduta della sua creazione terrena più nobile mediante il peccato, eppure non dette il via a nessuna potenza per andare avanti con la pena di morte e non iniziò nessun processo di restaurazione. Invero, in virtù della legge che aveva imposto, precluse ogni opportunità di esercitare la sua misericordia e la sua clemenza verso Adamo e la sua razza, eccetto che mediante un redentore. Dato che la pena era la morte, e una morte senza limiti, morte eterna, "distruzione eterna", ed essendo impossibile a Dio mentire, impossibile al Sommo Giudice dell'universo invertire il suo stesso decreto, si rese così impossibile al Creatore diventare direttamente il restauratore della razza, o continuare in qualsiasi senso o grado la sua opera creativa nell'uomo o nei suoi possedimenti condannati, la terra.

Fu così che l'Eterno Iddio manifestò la sua fiducia nel suo gran piano delle età e nel suo Figlio Unigenito al quale ne ha affidato la completa esecuzione. Questa fiducia del Padre nel Figlio è usata dall'Apostolo quale illustrazione di come la nostra fede dovrebbe afferrare l’Unto a tal punto da poter confidare tutti gli interessi che abbiamo e tutte le preoccupazioni a lui, per quanto concerne noi, i nostri cari amici e il mondo dell'umanità in genere: la dichiarazione dell'Apostolo è: "Noi che abbiamo creduto entriamo nel riposo...Chi è entrato nel suo riposo, ha anche cessato le sue opere, come Dio ha fatto con la sua". Come Dio, i credenti hanno una fiducia perfetta nella capacità di Cristo e nella sua volontà di portare a termine i grandi progetti di Geova per quanto riguarda la nostra razza, e pertanto il riposo, non dalla stanchezza fisica, ma dalle preoccupazioni, dall'ansia, da ogni desiderio di prendere la cosa dalle mani di Cristo, o di cercare di assicurarsi il risultato con qualsiasi altro mezzo.

[49] Se il riposo del Creatore, o il suo desistere dal venire a dar sollievo immediatamente alle sue creature cadute, ha in qualche modo l'apparenza d’indifferenza o negligenza, non è stato certo così, ma semplicemente il migliore risultato dei mezzi più saggi e più buoni per venire in aiuto all'uomo, mediante un Mediatore. Se si suggerisce che il lavoro di restaurazione avrebbe dovuto iniziare prima, noi rispondiamo che il periodo del regno del Peccato e della Morte, 6.000 anni, non è stato troppo lungo per produrre attraverso le nascite una razza sufficiente in numero da "riempire la terra", non è stato troppo lungo per dare a tutti una lezione nell'eccessiva peccaminosità del peccato e la tremenda paga che ottiene, non troppo lungo per far sì che gli uomini provassero i loro propri mezzi per elevarsi moralmente e per notarne la futilità. La venuta di nostro Signore al suo primo avvento per redimere (acquistare) il mondo di modo che avesse un diritto giusto ed equo di tornare a benedire, elevare e restaurare tutti quelli che avrebbero accettato la sua grazia, sebbene sia avvenuta 4.000 anni dopo l'entrata della sventura del peccato e della morte, si afferma nella Scrittura che sia avvenuta non di meno al momento opportuno secondo Dio: "Al tempo opportuno Dio mandò suo Figlio". In verità, ci rendiamo conto che non era neppure quello il tempo opportuno, eccetto che per lo scopo divino di chiamare, radunare, migliorare e rendere pronta la Chiesa eletta a prendere parte con il Redentore alla grand’opera Millenaristica di benedizione del mondo: Dio prevedendo che sarebbe stata necessaria quest’intera era del Vangelo per quest’elezione, mandò suo Figlio a compiere l'opera redentiva in anticipo proprio solo con il tempo necessario per portarla a termine.

Il periodo della cessazione divina, o riposo,
dall'attività creativa e stimolante in
connessione con la terra

Da quanto tempo Geova ha cessato, o ha affidato, la sua opera creativa? Rispondiamo che ora sono poco più di seimila anni. Per quanto continuerà il suo riposo, o la sua cessazione? Rispondiamo che continuerà durante tutto il Millennio, i mille anni del regno del grande Mediatore, mettendo in atto "la restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca di tutti i suoi santi profeti dall'inizio del mondo". (Atti 3:21)

[50] La fiducia di Geova nel completamento del suo piano, che lo portò ad affidare tutto alle cure di Gesù, dimostrerà di essere stata giustificata in pieno? Sarà soddisfacente la conclusione? L'Eterno Iddio, che conosce la fine sin dall'inizio, ci assicura che lo sarà e ci assicura che il Figlio, a costo del quale il piano sarà eseguito, "vedrà il frutto della fatica dell'anima sua, e ne sarà saziato". (Is. 53:11) Sì, tutti i credenti che per fede confidano nell'opera del Redentore - passati e futuri - possono stare sicuri nella fede che "occhio non vide né orecchio udì, né è mai entrato nel cuore dell'uomo il pensiero di ciò che Dio ha riservato per quelli che lo amano", specialmente per la Chiesa, ma anche la lunghezza, la larghezza, l'altezza e la profondità dell'amore, della misericordia e delle benedizioni per la restaurazione, a favore di tutti quelli che appartengono al mondo non eletto, i quali nel giorno di grazia del Millennio accetteranno con tutto il cuore, i meravigliosi provvedimenti divini sui termini divini.

Seimila anni passati e mille anni futuri, settemila anni del "riposo" di Geova, ci porteranno al tempo in cui il regno Millenaristico del Figlio cesserà perché avrà completato il suo progetto: la restaurazione dei volenterosi e degli obbedienti dell'umanità all'immagine divina, e la sottomissione all'uomo della terra, quale suo possedimento, quale suo regno. Allora, avendo il trono e il regno del Mediatore raggiunto lo scopo che avevano, ed essendo stati distrutti tutti i corruttori della terra "il Figlio rimetterà il regno nelle mani di Dio Padre" consegnandolo all'umanità per la quale era stato originariamente destinato, come sta scritto.* (I Cor. 15: 24-28) "Allora il Re dirà a quelli: ...Venite, voi, i benedetti [approvati] del Padre mio, ereditate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo": la creazione terrestre. Mat. 25:31-34

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*Vedere Vol. I, p. 305, Vol. V, p. 469, Vol. IV, pp. 617, 644, 645.
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È la lunghezza di questo Settimo Giorno epocale, così caratteristicamente contrassegnato dalla storia e dalla profezia, che ci fornisce l'indizio sulla lunghezza di [51] tutti gli altri giorni epocali della Settimana della creazione. E tutto il periodo di sette volte settemila anni, oppure quarantanovemila anni, una volta completo, porterà e introdurrà al grande Cinquantesimo, di cui già abbiamo preso nota* come prominente nelle Scritture, in quanto segna grandi punti culmini nel piano divino, i Sabati d’Israele, calcolati come giorni, che culminano in 7 x 7 uguale a 49, che portano e introducono al cinquantesimo, o Pentecoste, con il riposo della fede; i loro Sabati, calcolati come anni, 7 x 7 uguale a 49, che introducono il cinquantesimo anno, oppure Giubileo; e il ciclo ancor più grande di 50 x 50, che segna il Millennio quale grande Giubileo della Terra. Ed ora, alla fine, crediamo che il Sabato, oppure il sistema basato su sette giorni, in una scala ancora più grande di misurazione della creazione della terra, dal suo inizio alla sua perfezione, è 7 volte 7.000 anni uguale a 49.000 anni, ed introduce la grand’epoca quando non vi saranno più gemiti, né pianto, né dolore o morte, perché l'opera della creazione di Dio, allora, sarà completa per quanto concerne questa terra. Non c'è da meravigliarsi se quella data dovrebbe essere contraddistinta come una data di Giubileo!

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*Vedere Volume II, Cap. vi.
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I figli angelici di Dio "davan in gridi di giubilo" (Giob. 38:7) all'alba della settimana della creazione della terra, e dopo essere stati testimoni passo dopo passo dello sviluppo, finalmente videro l'uomo, il suo re, fatto ad immagine divina. Poi venne la caduta nel peccato e nella morte a causa della disobbedienza, e le esperienze spaventose d’angeli caduti che non mantennero il loro stato primario e la storia sanguinosa ed egoista dell'uomo sotto il regno del Peccato e della Morte. Poi, in seguito, venne la redenzione, la scelta dell’Unto (testa e corpo) mediante il sacrificio e lo stabilirsi del Regno Messianico con la sua magnifica restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca di tutti i suoi santi profeti dall'inizio del mondo. Non c'è da meravigliarsi davvero se ci sarà una Giubilazione nei cieli e in terra quando tutte le creature intelligenti di Geova vedranno così la lunghezza, l'altezza, la larghezza e la profondità, non solo dell'amore di Dio, ma anche della sua Giustizia, della sua Saggezza e della sua Potenza. [52]

Allora tutte le creature di Dio potranno sicuramente cantare il Cantico Nuovo, sia nei cieli che in terra, dicendo:

"Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore Iddio onnipotente
Giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni.
Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
E tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto,
Poiché i tuoi giudic
î sono stati manifestati.
Apoc. 15:3,4

"Poiché così parla l'Eterno che ha creato i cieli, L'Iddio che ha formato la terra, l'ha fatta, l'ha stabilita, non l'ha creata perché rimanesse deserta, ma l'ha formata perché fosse abitata." Isa. 45:18

"E tutte le creature che sono nel cielo e sulla terra...e sul mare e tutte le cose che sono in essi, le udii che dicevano: A Colui che siede sul trono e all'Agnello siano la benedizione e l'onore e la gloria e l'imperio, nei secoli dei secoli." Apoc. 5:13

Dacché fu scritto quanto sopra, abbiamo trovato il seguente brano su quest’argomento scritto dal prof. G. Frederick Wright, D.D.*, LL.D., di suo pugno, in data 19 novembre 1902, sul racconto della creazione fatto dalla Genesi.

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*(Nota della traduttrice)
D.D. [Doctor of Divinity, ovvero Dottore in teologia]
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Il documento della Genesi

"Il primo capitolo della Genesi, che tratta della creazione del mondo, è un documento di una portata eccezionale. È eccezionale sia per l'abilità con cui evita possibili conflitti con le scoperte scientifiche sia per la sua efficacia da un punto di vista letterario. Se lo si misura basandosi sull'incidenza che ha avuto, non c'è quasi nessun’altra opera letteraria che si può paragonare con esso. L'obiettivo che evidentemente ha, è quello di screditare il politeismo e di dare risalto all'unità della Divinità. Lo fa, negando una pluralità di dei, sia in generale che in particolare e affermando che è l'unico ed eterno Dio d’Israele che ha fatto i cieli e la terra e tutti gli oggetti ivi contenuti che gli idolatri sono soliti adorare.

"La sublimità di questo capitolo va vista nel fatto che in tutte quelle zone che rimangono lontane dall'influenza di esso, prevalgono il politeismo e l'idolatria. L'unità di Dio e la sua adorazione quale l'unico Creatore di tutte le cose sono sostenute soltanto da quelle nazioni che hanno accettato questo capitolo come rivelazione divina e vera.

Compatibile con la scienza

"Allo stesso tempo il progresso della scienza è servito più ad accrescere che a diminuire la nostra ammirazione per questo brano eccezionale del gran libro della rivelazione divina. Entro le sue ampie pieghe possono benissimo trovare rifugio tutte le vere scoperte della scienza. [53]

Al fine di evitare conflitti con la scienza moderna, il linguaggio di questo capitolo è stato scelto con una saggezza eccezionale tale che un grande geologo quale il prof. J. D. Dana di Yale College asserì con grand’enfasi che è impossibile spiegarselo se non accettando la teoria dell'ispirazione divina.

"Nel versetto d’apertura, blocca la controversia riguardo all'età della terra, e invero del sistema solare, con la semplice affermazione che i cieli e la terra furono creati nel ‘principio’, senza dichiarare minimamente quanto tempo fa sia avvenuto il principio. Ma che il sistema solare abbia avuto inizio è provato dalla scienza moderna con tale chiarezza che l'evoluzionista più audace non può negarlo. La teoria moderna della conservazione d’energia prova che l'ordine attuale delle cose non è sempre esistito. Il sole si sta raffreddando. Il suo calore sta emanando rapidamente e si sta consumando nello spazio vuoto. In breve, il sistema solare si sta esaurendo, ed è chiaro come la luce del giorno che tale processo non può essere andato avanti da sempre. Anche l'ipotesi nebulare implica un inizio, e nessun acume umano ha mai inventato un'affermazione migliore per attestare questo fatto di quella che si trova nel versetto d’apertura della Bibbia.

La creazione fu graduale

"Tutto questo primo capitolo della Genesi si basa sul principio del progresso in questo metodo della creazione. L'universo non nacque in un istante. Non fu completo nel momento stesso in cui ebbe origine. All'inizio abbiamo semplicemente le forze fisiche dalle quali si deve formare la grande struttura mediante un aprirsi graduale o, se si preferisce dire così, un processo 'evolutivo”.* Ciò è ugualmente vero a prescindere dalle vedute che uno può avere riguardo alla parola 'giorno' (ebraico 'yom'). Perché un Creatore Onnipotente dovrebbe avere bisogno di sei giorni, anche se di sole ventiquattro ore, per crearvi il mondo? La risposta è che il Creatore non solo possiede un potere onnipotente, ma ha anche una sapienza infinita ed ha visto opportuno scegliere un metodo di creazione che comporta 'prima il filo d'erba, poi la spiga, poi il frumento completo nella spiga”.

"Che ci sia un piano divino di evoluzione,* appare nelle parole di tutto questo capitolo. La creazione è iniziata col dare la vita alle forme più semplici di materia ed è continuata imponendo su di loro quelle attività di forza e d’energia che producono luce. Ciò è seguito dalla segregazione della materia che forma la terra e dalla separazione della terra dall'acqua, e dell'acqua sulla terra da quella che è tenuta sospesa nell'aria. Se qualcuno desidera cavillare [54] sulla parola 'firmamento' ed insiste sul suo semplice significato letterale, gli è impedito dall'affermazione successiva (Gen. 1:20) che dice che gli uccelli sono fatti in modo tale da poter volare sopra la terra per l'ampio firmamento del cielo. Il mezzo che tratteneva l'acqua nelle nuvole era tale che attraverso di esso gli uccelli potevano volare.

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*Come già indicato, è solo rispetto alla creazione dell'uomo che la teoria dell'Evoluzione è in contraddizione con la Bibbia, e solo per attaccare questo punto esiste questa teoria, oppure cerca dei sostenitori.
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Creazione della vegetazione

"Al terzo stadio la terra fu ricoperta di vegetazione, forma più semplice di vita, ma che, una volta introdotta, porta con sé tutta la serie dei prodotti vegetali in via di sviluppo. Il linguaggio in cui la creazione delle piante è annunciata è così aperto che lascia ampio spazio per la teoria della generazione spontanea, che è ancora una delle questioni dibattute in biologia. Alla luce di ciò sono molto eccezionali le parole 'E Dio disse: “Produca la terra della verdura...e la terra produsse della verdura”.”.

La stessa forma d’espressione eccezionale appare nell'introduzione del quinto giorno del progresso, dove leggiamo (Gen. 1:20): 'E Dio disse: “Producano le acque in abbondanza animali viventi che si muovono”. ...Ed ancora, introducendo l'opera del sesto giorno è usata la stessa frase (Gen. 1:24) “Produca la terra animali viventi secondo la loro specie”. ...Se s’insistesse sull'interpretazione semplicemente letterale di questo linguaggio, si avrebbe quello che né la scienza né la teologia accetterebbero.

Un creatore speciale

"Quando si parla della creazione dell'uomo, viene usata un'espressione ben diversa. Si dice che Dio abbia fatto l'uomo a sua immagine e che abbia alitato in lui il soffio della vita. A questo punto non è necessario considerare quanto ciò possa significare rispetto al modo della creazione dell'uomo. Ma l'espressione calza bene per esprimere la dignità esaltata che appartiene all'uomo in confronto al resto della creazione animale. Le caratteristiche dell'uomo più degne di nota sono portate alla luce in questo e nel successivo racconto dell'inizio del suo percorso. Non solo si dice che l'uomo è fatto ad immagine di Dio, ma che è adatto ad avere dominio sugli animali della campagna ed ha il dono della lingua, mediante cui può dare il nome ad essi. Inoltre è un essere libero nella volontà , che conosce la differenza tra giusto e sbagliato, in breve, è in possesso di una natura morale che lo pone in una classe a sé stante.

"Il fatto che ci debbano essere state dette così tante cose sulla creazione, con nulla d’assurdo o di fantasioso, e con così poco che possa creare difficoltà nell'armonizzarsi con la scienza moderna, è la prova più chiara che possiamo avere del fatto che ci sia stata data mediante ispirazione divina. Neppure Milton, con tutta la sua erudizione e con il vantaggio di avere questo [55] racconto davanti a sé, potrebbe frenare la sua fantasia a sufficienza in modo da non fare una parodia della sua intera concezione della creazione del regno animale. Che cosa se non l'intervento dell'ispirazione ha potuto frenare e guidare così lo scrittore del primo capitolo della Genesi?

L'uomo creato, non evoluto

"C'è una gran differenza tra la misura e lo sviluppo del cervello nell'uomo e quello nei membri inferiori dell'ordine dei "primati".

"Fisiologicamente e psicologicamente l'uomo differisce ancora di più dai membri inferiori del suo ordine. Egli ha il potere dell'espressione grammaticale. Può organizzare i pensieri in frasi, che possono essere rappresentate da segni arbitrari su carta o su qualche altra sostanza. L'uomo ha orecchio per l'armonia in musica, che nessun animale ha. Ciò implica una delicatezza strutturale negli organi dell'udito di carattere estremamente meraviglioso. Tra le sue qualità mentali, quella del ragionamento scientifico o induttivo è incredibilmente eccezionale se lo si confronta con le capacità mentali della creazione animale.

"Nella sua grand’opera sull'Evoluzione Mentale, Romanes pensa di trovare negli animali inferiori tutti i rudimenti della capacità mentale dell'uomo, ma essi sono così chiaramente rudimentali da lasciare l'abisso tra l'uomo e l'animale grande quasi come prima. Raccogliendo tutte le manifestazioni dell'intelligenza negli animali scopre che essi tutti insiemi manifestano tanta intelligenza quanta ne manifesta un bambino a 15 mesi di vita. Questa intelligenza, però, non è in una specie singola, ma una specie è avanzata fino a quel livello in un verso, e un'altra, in un altro...

Ragione contro istinto

"Anche se il senso dell'odorato nel cane è acuto com’è, non gli è di nessun aiuto nell'insegnargli la geologia. Né l'acutezza della vista dell'aquila le è di nessun aiuto nello studio dell'astronomia. Invano uno condurrebbe un cane per il mondo intero perché apprenda quanto fosse estesa la calotta polare al tempo dell'era glaciale, visto che non ha nessun potere di pensiero attraverso cui connettere i massi degli Stati Uniti con le cenge generatrici del Canada, oppure le pietre scalfite delle pianure della Russia con le montagne della Scandinavia dalle cui cenge furono separate violentemente dal ghiaccio in movimento. Tali deduzioni sono completamente di là dalla capacità canina...

Capacità per la religione

"In nulla appare più lampante questa superiorità della mente umana che nella sua capacità di raggiungere delle idee religiose attraverso la letteratura. In verità, ci sono delle meravigliose esibizioni di maiali istruiti, cui, con qualche procedimento, si può insegnare a scegliere alcune [56] lettere su dei blocchi di legno in modo da compitare alcune semplici parole. Ma a nessun animale si può insegnare a parlare in modo intelligibile. Anche il pappagallo non è un'eccezione a quest’affermazione, perché le sue parole sono semplicemente una ripetizione di suoni non intelligibili neppure a se stesso. Tanto meno si può insegnare ad un animale a leggere o ad ascoltare in modo intelligente una preghiera o un sermone.

"D'altro canto, la Bibbia, che è un libro dalla letteratura più svariata, che contiene i voli di poesia e di eloquenza più alti che siano mai stati scritti, e che presenta le concezioni più sublimi di Dio e della vita futura che siano mai state contemplate, è stata tradotta in quasi tutte le lingue che esistono sotto il cielo, ed in quelle lingue ha trovato le figure retoriche adeguate mediante cui presentare efficacemente le sue idee...

"È così, quando si osserva dal punto di vista intellettuale più alto, che l'unicità dell'uomo nella creazione animale è più evidente. Dal punto di vista dell'intelletto, egli è da solo. Il nome scientifico per il genere al quale appartiene l'uomo è 'homo', ma la specie è 'homo sapiens', ossia, una struttura umana con attaccata la sapienza umana...

"Alfred Russell Wallace, che ha scoperto indipendentemente il principio della selezione naturale e l'ha pubblicato allo stesso tempo di Darwin, ha fatto degli esempi di varie peculiarità fisiche nell'uomo che non avrebbero potuto avere origine soltanto per selezione naturale, ma che puntavano irresistibilmente all'intervento di una potenza superiore direttiva.

Vestiti e strumenti

"Tra essi cita l'assenza nell'uomo di qualsiasi ricopertura di protezione naturale. Di tutti gli animali, solo l'uomo porta i vestiti. Tesse le fibre delle piante facendone una coperta oppure priva delle pelli altri animali e le usa per mettersele addosso sulle spalle nude per ripararsi dall'inclemenza del tempo. Gli uccelli hanno le piume, le pecore hanno il vello, altri animali hanno pellicce straordinariamente adatte per proteggersi. L'uomo soltanto è privo di questa protezione, ma la ottiene mediante l'uso della propria intelligenza. Finché non ci fermiamo a considerare la cosa, non ci rendiamo conto abbastanza di quanta intelligenza è implicata negli sforzi dell'uomo per assicurarsi il vestiario. Anche in una questione così semplice come quella di assicurarsi la pelle di un altro animale per farsene una veste, è costretto come parte preliminare ad essere l'inventore di strumenti. Nessun animale è mai stato scuoiato senza l'uso di una sorta di coltello.

"Ciò ci porta ad un'altra definizione dell'uomo, come animale che usa strumenti. L'approccio più vicino all'uso di strumenti da parte d’animali si trova nell'elefante e nella scimmia. Si sa di un elefante che ha afferrato una spazzola con la proboscide e così facendo l'ha allungata permettendogli di togliere con la spazzola oggetti da parti del suo corpo altrimenti inaccessibili. Si sa di una scimmia che ha usato un bastone per aprire una porta facendo leva su di esso. Non si sa, però, di nessun animale che fabbrichi uno strumento, e invece non c'è [57] nessuna tribù d’uomini con così poca intelligenza da non fabbricare gli strumenti più curiosi e complicati.

"Le canoe delle razze inferiori sono costruite nel più ingegnoso dei modi e sono molto adatte alle loro necessità. L'utensile ottenuto da scheggia intagliata implica la profonda cura di un piano lungimirante e la pratica di una grande abilità nel lavoro d’intaglio. I metodi ingegnosi con cui le nazioni selvagge si procurano il fuoco a volontà, mediante frizione, farebbero onore all'uomo civilizzato, mentre l'uso dell'arco, della fionda e del bumerang rende evidente la capacità inventiva di un ordine molto alto con il quale la creazione degli animali non ha nulla da paragonare.

Capacità per la musica

"Inoltre Wallace adduce la voce umana quale uno sviluppo avanzatissimo rispetto a qualsiasi altro che possa essere prodotto dalla selezione naturale. Le scimmie non hanno nessuna musica nella loro anima e nessuna capacità per la musica negli organi vocali, e invece anche le razze inferiori dell'uomo possiedono entrambe. Le 'canzoni popolari' sono una gran fonte alla quale attingono i nostri compositori di musica più importanti per i loro temi. Lo scomparso Theodore F. Seward, commentando le canzoni dei Neri delle piantagioni, trascritte da lui, dice che nella loro armonia e progressione si adattano tutte alle regole scientifiche della composizione musicale. Per quanto questa capacità per la musica possa essere di vantaggio all'uomo completamente sviluppato, non riusciamo a concepire che può essere stata d’alcun vantaggio ad un animale nel basso stadio di sviluppo nel quale troviamo la scimmia. La voce musicale che attrae la scimmia ha soltanto una rassomiglianza molto tenue con quella che risulta attraente sia all'uomo che alla donna.

"Di nuovo, la grandezza del cervello umano è completamente sproporzionata rispetto ai bisogni mentali della creazione superiore animale di sotto all’uomo, e senza l'intelligenza dell'uomo sarebbe un impedimento più che un aiuto. I due pertanto devono essere nati simultaneamente perché abbiano presentato un vantaggio tale da indurre la selezione naturale a mantenerli, preservarli e svilupparli...

"È difficile vedere come possa essere stato un vantaggio per una scimmia avere il pollice dell'arto posteriore trasformato in alluce che non può essere più usato per afferrare le cose, ma è utile soltanto quando cammina in posizione eretta. È difficile vedere che vantaggio possa avere una scimmia nell'avere gli arti anteriori accorciati, come dovrebbero essere se si trasformassero nelle braccia di un uomo. È difficile anche vedere come possa essere stato d’alcun vantaggio per una scimmia sperimentare quei cambiamenti che occorrono nell'adattamento dell'osso iliaco e del collo che gli avrebbe impedito completamente l'andatura su tutti e quattro gli arti, consentendole solo di camminare con due di essi e in posizione eretta.

"Sotto tutti questi punti di vista la difficoltà nel concepire l'origine dell'uomo per selezione naturale si accresce se siamo costretti a supporre che essa sia stata un processo molto [58] graduale e che questi cambiamenti orientati verso la perfezione dell'organizzazione umana siano iniziati in un grado impercettibile, o quasi, poiché questi cambiamenti incipienti non potrebbero essere stati di nessun vantaggio. Per essere di vantaggio sarebbero dovuti essere considerevoli, e i cambiamenti mentali e fisici sarebbero dovuti essere correlati secondo qualche regola d’armonia prestabilita.

"Il mistero dell'origine dell'uomo non è stato minimamente svelato dall'ipotesi darviniana, o da altra luce gettata su di esso da teorie evoluzionistiche. È universalmente riconosciuto che, dal punto di vista geologico, egli è il più recente delle specie che sono venute ad aggiungersi alla popolazione della terra, mentre, dal punto di vista mentale, torreggia a tal punto sugli animali inferiori che esattamente per questa ragione, se non per altre, è classificato a parte. Il mistero è come abbia fatto a raggiungere quest’alto grado di potere mentale con una struttura corporea e una costituzione fisiologica così completamente adeguata all'esercizio di esso. Coloro che dicono che sia stato emanato in qualche modo da ordini inferiori di esseri intellettuali, s’imbatteranno in difficoltà filosofiche dieci volte maggiori di quelle in cui s’imbatteranno coloro che accettano l'affermazione della Bibbia per cui l'anima è il soffio divino inspirato: la vera immagine di Dio."

"Profondo nelle miniere insondabili
Di capacità infallibili,
Egli ha a cuore i suoi piani brillanti,
E mette in opera la sua volontà sovrana.

"I suoi scopi matureranno velocemente,
Rivelandosi ora dopo ora.
Il bocciolo può avere un sapore amaro,
Ma dolce sarà il fiore.

"L'incredulità cieca sicuramente sbaglierà,
E scruterà la sua opera invano.
Dio è il suo unico interprete,
Ed egli la renderà palese."

 

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