Studies in the Scriptures

Tabernacle Shadows

 The PhotoDrama of Creation

 

Studi Sulle Scritture
Serie 6 - La Nuova Creazione

 

 STUDIO 15

I NEMICI E LE CONTRARIETÀ DELLA 
NUOVA CREAZIONE

“L’UOMO VECCHIO”—IL MONDO COME NEMICO DELLA NUOVA CREAZIONE—IL GRANDE AVVERSARIO—È STATO UN BUGIARDO E UN OMICIDA FIN DAL PRINCIPIO—I SOCI DI SATANA NEL MALE—LEGIONI DI DEMONI—COME SI PERPETUA LA PRIMA MENZOGNA DI SATANA—SCIENZA CRISTIANA E TEOSOFIA—“IL COMBATTIMENTO NOSTRO NON È (SEMPLICEMENTE) CONTRO CARNE E SANGUE”—IL MINISTERO DEL MALE—CONTRARIETÀ POSTE DALL’AVVERSARIO— “LA PREGHIERA DELLA FEDE SALVERÀ IL MALATO”—“SE SATANA CACCIA SATANA” IL SUO REGNO NON SUSSISTE—AMATE LA RETTITUDINE—ODIATE L’INIQUITÀ—MARCO 16:9-20—LA CHIESA NOMINALE QUALE AVVERSARIA DELLA NUOVA CREAZIONE—L’ARMATURA DI DIO.

PRIMO fra i nemici della Nuova Creazione è “l’uomo vecchio”, la volontà vecchia. Evitiamo lo sbaglio che si fa così comunemente riguardo a questo tema. Non pensiamo alla Nuova Creatura come se avesse due menti, due volontà. “Un uomo esitante è instabile in tutti i suoi modi di fare”, non adeguato ai propri occhi e non accettabile per il Signore. La Nuova Creatura non è esitante. Non ha che una mente, uno spirito, un’intenzione, una volontà; e questa è la volontà nuova, lo Spirito di Cristo, lo Spirito santo. Invece di accettare parzialmente la mente di Cristo e di mantenere parzialmente la sua volontà, egli ha fatto una consacrazione piena della sua volontà vecchia al Signore e quella volontà vecchia da allora in poi è morta ed è stata esclusa dal controllo che esercitava sui suoi affari. È stato in tal modo che è stato accettato come membro del corpo di Cristo: non avere nessuna volontà da parte propria, ma permettere alla volontà del Capo di controllarlo. È stato in tal modo che è diventato una Nuova Creatura in Gesù Cristo e si è accorto che “le cose vecchie sono passate, tutte le cose sono diventate nuove”. Coloro che non hanno compiuto un abbandono del genere non sono diventati membri dell’Ecclesia, del corpo di Cristo, sebbene possano essere membri della [600] “famiglia dei credenti”, dalla quale provengono tutti i membri del “corpo”, gli “eletti”.

Ma anche se si è rinunciato completamente e per sempre alla volontà vecchia, si è dichiarata la sua morte (da parte del Signore e da parte di tutti coloro che vedono le cose da questo punto di vista) e mentre anche la carne è stata tenuta in conto come morta, rispetto al peccato, ma viva in Dio, vivificata dalle promesse e assoggettata al controllo della volontà nuova (Rom. 6:11; 8:11), nondimeno questa morte della carne e della sua volontà e questa risurrezione della carne quale servitrice della volontà nuova, per servire il Signore, la Verità, sotto la Regola d’Oro, sono solo cose tenute in conto. È necessario che le condizioni di “morta” e di “viva” vengano mantenute continuamente mediante l’opposizione generata dalla volontà nuova contro ogni segno di vita o ogni attività della volontà vecchia e del suo influsso sulla carne. Se la volontà nuova diventa indifferente e continuamente viene meno all’uso della carne mortale come sua servitrice nelle faccende più nobili e spirituali, la carne molto presto si affermerà nuovamente con impulsi e desideri suoi propri, antagonisti della mente nuova, contrari agli interessi della Nuova Creatura. Quest’ultima, pertanto, deve stare sempre all’erta contro le insurrezioni e, come esprime ciò l’Apostolo, deve reprimere, mantenere morta, la volontà vecchia con i suoi affetti e i suoi desideri, deve continuamente mortificare o mettere a morte le ambizioni e i desideri della carne. L’Apostolo spiega ciò quando dice di se stesso: “Tratto duramente il mio corpo [morto, per quanto riguarda tutto il controllo che la volontà vecchia, egoista, aveva sulla carne], per timore che dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato”, per timore che possa non riuscire a rendere sicure la mia vocazione ed elezione. I Cor. 9:27

La Parola ispirata dichiara che “il cuore [naturale] è ingannevole più d’ogni altra cosa e insanabilmente maligno” (Ger. 17:9); non l’organo chiamato il cuore, ma ciò che il cuore rappresenta nella Scrittura, vale a dire gli affetti naturali. La Nuova Creatura acquisisce un cuore nuovo, una volontà nuova, uno standard nuovo di affetti, in cui Dio e la sua giustizia, la sua verità, il suo piano e la sua volontà vengono prima; in cui tutto il resto occupa un posto d’onore e d’amore in proporzione di quanto è in armonia con il Signore e la sua giustizia. Per chi possiede questo nuovo cuore, tutti i membri della [601] Nuova Creazione sono necessariamente i primi e i più vicini; di qui, come dice l’Apostolo, l’amore dei fratelli è una delle migliori prove del rapporto con il Signore in quanto Nuove Creature. Come già mostrato, però, questo non deve interferire con un giusto riconoscimento degli obblighi verso gli altri.

La Nuova Creatura, il cuore nuovo, con i suoi affetti, è continuamente assalito dai suoi nemici, dal suo cuore vecchio, dai vecchi affetti, dalla disposizione egoista; e quest’ultimo, il cuore vecchio, vedendo che la Nuova Creatura è obbligata dal comando divino ad essere premurosa e generosa verso gli altri, di frequente si approfitta del cuore nuovo con degli inganni ed in pratica dice “Adesso mi hai considerato come se fossi morto; mi hai tolto di mezzo e sono morto per quanto riguarda ciò che ero. Non sono lo stesso cuore vecchio che ero prima; ma tu mi devi dare qualche ricompensa. Non mi devi trattare troppo sgarbatamente; devi ammettere che ho fatto dei progressi notevoli e non devi opprimermi con delle responsabilità troppo gravi; non sarebbe giusto. Dovresti essere un po’ egoista. Dovresti prenderti cura di te stesso e della tua famiglia; non puramente delle loro necessità, ma molto di più e dovresti impegnarti a dar loro ricchezza e vantaggi sociali. Ti dovresti sacrificare per loro.”

Quanto inganna questo cuore vecchio! Quanto sono seducenti i suoi falsi ragionamenti! Quanti hanno provato ciò con loro grande dolore! Quanti sono stati allettati e hanno lasciato che la mente nuova fosse affascinata dalla mente vecchia! Quanti si sono ritrovati imprigionati dalla falsità del cuore vecchio! Uno dei ragionamenti preferiti si riferisce al fatto che si comanda alla Nuova Creazione: “Per quanto sta in te, vivi in pace con tutti gli uomini.” Questo consiglio generico dell’Apostolo tende ad entusiasmare fino ad un punto che va molto al di là di quella che era l’intenzione dell’Apostolo e tende a renderlo superiore al comando divino che dice (1) che dovremmo amare, servire, onorare e obbedire il Signore con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze e (2) che dovremmo amare tutti i prossimi come noi stessi. Questo non ammette la pace a tutti i costi. Se il cuore vecchio, la mente vecchia e la volontà vecchia riescono a convincere i nuovi a fare un compromesso [602] per quanto riguarda la verità o il dovere, per amore della pace, non ci sarà fine alle richieste che essi faranno; e il risultato sarà che la Nuova Creatura, nell’interesse della pace, verrebbe a violare presto l’essenza stessa del suo patto con il Signore e ad assoggettarsi completamente alla volontà vecchia, sebbene non desideri farlo, anzi sebbene cerchi di opporsi alla volontà vecchia, ma venga fatta prigioniera da essa mediante la sua falsità e le sue interpretazioni errate della Parola divina abilmente porte.

Una volta assalita in tal modo, la volontà nuova dovrebbe dichiarare liberamente che mentre la pace è desiderabile in casa e ovunque, la pace tuttavia non è la condizione principale, secondo la promessa del Signore. In verità il Signore ha avvisato quelli della Nuova Creazione dicendo che, se vivranno devotamente, dovranno patire sicuramente la persecuzione e per persecuzione non s’intende pace con tutti, ma il contrario. Egli ha assicurato loro che se lasceranno risplendere la luce, di sicuro le tenebre odieranno la luce e la combatteranno e, se possibile, indurranno colui che possiede la luce a metterla sotto il moggio, a nasconderla; ed ha assicurato che, per indurre a nascondere così la luce, le tenebre dichiareranno una guerra che significherà tutt’altro che pace. Ma il Signore ci assicura che questi sono esami per la Nuova Creatura, che egli deve riconoscere che la pace che è di capitale importanza per lui è, non la pace della carne, ma la pace del cuore: “la pace di Dio che sorpassa tutta la capacità d’intendere”.

La Nuova Creatura deve imparare che può far regnare nel suo cuore questa pace di Dio, che sorpassa tutta la capacità d’intendere, anche mentre le condizioni esterne sono tutt’altro che pacifiche; ma che la condizione della piena armonia con il Signore è una ricompensa per la fedeltà prestata a lui, costi quel che costi, qualsiasi sia il sacrificio. Quindi quando è attratta dai desideri ardenti della carne e dai ragionamenti di coloro che sono vicini e cari per via dei legami terreni, la Nuova Creatura deve prima di tutto considerare il suo obbligo principale, vale a dire quello di amare e servire il Signore con tutto il suo cuore, con tutta la sua mente, con tutto il suo essere, con tutte le sue forze e deve considerare che tutti i rapporti con la famiglia, con i consanguinei o con i prossimi debbono essere soggetti a questa legge principale dell’obbedienza a Dio.

[603] D’altra parte, la Nuova Creatura deve evitare il fanatismo, evitare di fare le cose puramente perché risultano sgradevoli a lui o agli altri; evitare di ritenere che l’intenzione del Signore è sempre quella opposta alle sue proprie tendenze. Ciò richiede studio paziente e sincero della Parola divina, dello spirito e dei princìpi che sottostanno ai requisiti divini, per far sì che la Nuova Creatura applichi in modo adeguato le direttive della Parola a tutti gli affari quotidiani della vita. Ma pochi sono, in paragone, tentati su questi punti. La maggior parte è tentata di più nella gratificazione della carne e perciò ha bisogno di fare attenzione speciale su quel punto, per timore che seguano la carne, gratificandola, servendola, soggiogandola e camminino così nella direzione opposta a quella in cui avevano promesso di camminare nella consacrazione. Oppure, se non seguono la carne, nel senso di seguire questa e di seguire il suo servizio, essi debbono stare specialmente all’erta per timore che la carne impedisca loro di camminare al seguito dello Spirito, di fare progressi nelle cose spirituali, e per timore che la carne faccia arrivare il loro progresso spirituale ad un punto morto ed ostacoli così la loro fecondità, la crescita e lo sviluppo nell’essere utili e, alla fine, impedisca loro di vincere e guadagnare il grande premio della coeredità con Cristo nel Regno quali membri del piccolo gregge.

Il pensiero che si dovrebbe sempre tenere presente è che le Nuove Creature hanno consacrato tutti i loro interessi terreni, carnali al sacrificio; e che niente di meno del sacrificio di questi permetterà loro, quali Nuove Creature, di svilupparsi pienamente e di essere “resi adatti all’eredità dei santi nella luce”, adatti a prendere parte nella prima risurrezione alla gloria, all’onore e all’immortalità, come membri del corpo di Cristo. L’unica restrizione di cui dobbiamo prendere nota in questa direzione di sacrificio pieno è laddove gli interessi di altre vite sono intrecciati con i nostri e laddove la Regola d’Oro porrebbe i suoi limiti al sacrificare e insisterebbe che si debbano fare delle concessioni per i nostri cari secondo la carne che non si sono uniti a noi nella consacrazione di essa al sacrificio.

Il mondo come nemico della Nuova Creazione

[604] Tutto ciò che appartiene a questo malvagio mondo presente è più o meno male allineato con la rettitudine e quindi più o meno in opposizione alla Nuova Creazione e al suo standard di ciò che è retto. La legge del mondo potrebbe essere sintetizzata in modo generale come Egoismo; ciononostante il mondo afferma, e molto appropriatamente, che gli è dovuto un grandioso riconoscimento di giustizia. Noi non siamo di quelli che credono che tutte le leggi e tutti i regolamenti del mondo civilizzato siano cattivi; anzi, spesso siamo rimasti stupiti nel notare quanto siano grandiose le leggi della Cristianità, quanto siano sagge, quanto siano giuste, quanto siano nobili; molte di esse evidentemente emanate con il fine di proteggere gli interessi dei deboli contro i forti e di fare giustizia per tutti. Nondimeno, essendo l’egoismo intrecciato con ogni pensiero, parola ed azione del mondo intero, non c’è da sorprendersi se le sue concezioni più alte di giustizia sono, a volte, disoneste e distorte, ovvero travisate.

La nostra sorpresa, invece, potrebbe stare benissimo nel fatto che la povera umanità caduta sia mai arrivata ad avere un sistema di leggi così grandioso come quello che si trova nelle raccolte di leggi della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e di altri paesi. Non possiamo dubitare che la legge data attraverso Mosè e esemplificata, arricchita, resa degna d’onore e spiegata da nostro Signore Gesù e dai suoi apostoli abbia avuto molto a che fare con queste leggi umane e per dire il vero ne sia stata la base. Nondimeno, come tutti ammetteranno, l’egoismo dell’uomo è in continua battaglia contro le definizioni stesse che l’uomo dà della giustizia e cerca di accantonarle parzialmente o completamente; e questo, che sta progredendo incessantemente su larga scala nel mondo, è una delle difficoltà e delle battaglie principali della Nuova Creazione.

Il mondo e il suo spirito di orgoglio, di egoismo, ecc. deve essere riconosciuto come uno dei nemici principali della Nuova Creazione. Tutto il genere umano che opera sotto questo “spirito del mondo” generale, si sta muovendo in una direzione generale, come un gran fiume, in alcune parti del quale c’è maggiore velocità e in altre parti del quale c’è maggiore lentezza, ma tutti, nondimeno, seguendo la stessa generale direzione [605] egoista. La Nuova Creatura, mediante la sua consacrazione, mediante lo spirito della sua mente nuova, è obbligata ad andare in senso contrario e si trova pertanto ad essere contrastata da tutta la corrente del sentimento, della teoria, della tradizione, ecc. prevalenti e definita come una persona particolare. Ha attriti contro cui combattere. Essa è necessariamente in antagonismo con coloro che vanno nella direzione opposta e che vengono in contatto con lei. Questa collisione non si può evitare. Significa non pace esteriore ma conflitto esteriore; tuttavia questo conflitto esteriore può significare pace e gioia interiori perché si tratta dell’attuazione del consenso divino.

Gli scopi, gli obiettivi e i metodi che il mondo ha non sono sempre ignobili e ingiusti; ma anche gli scopi e gli obiettivi più nobili sono generalmente opposti a quelli della Nuova Creazione perché il mondo agisce sotto l’impulso della sapienza umana, mentre la Nuova Creazione è stimolata dalla sapienza che viene dall’alto. La sapienza del mondo ha le sue concezioni della religione come mezzo per tenere sotto controllo i maligni. Ha la sua idea di moralità, di benevolenza, di fede, di speranza, d’amore; non riesce a capire il punto di vista diverso della Nuova Creazione ed è probabile che consideri i suoi modi di vedere come estremi, irragionevoli, ecc., non comprendendo il piano divino, non capendo dal punto di vista divino l’irrilevanza della vita presente se confrontata con quella futura. Né la sapienza del mondo capisce come sia impotente tutto lo sforzo umano riguardo alla vera elevazione morale umana se contrapposta ai vasti e grandiosi ordinamenti che Dio ha in serbo e che saranno rivelati completamente e messi in atto con successo nel Regno, non appena la sua opera dell’età presente sarà completata, non appena la Chiesa eletta sarà stata scelta, perfezionata, approvata, glorificata.

La Nuova Creazione, perciò, non deve sorprendersi se il mondo la odia, anche quelli del mondo che sono moralmente e religiosamente bendisposti. E quest’odio e quest’opposizione del mondo, a volte così fastidiosi e logoranti per la fedeltà e la pazienza, debbono essere accolti con mitezza, ricordando che il mondo è ancora accecato [606] dal “dio di questo mondo” e non vede le “cose eccezionalmente grandi e preziose”, “le cose profonde dello Spirito”, alla cui luce, per grazia di Dio, riusciamo a contare tutte le cose: perdite, prove, ecc. solo come “sprechi e rifiuti” affinché possiamo vincere le cose meravigliose che ci sono state promesse nella Parola. Cedere allo spirito del mondo, lasciare che i suoi sentimenti ci dominino per amore della sua pace, sarebbe dar prova di una comprensione inferiore del Signore, della sua Verità e dei privilegi del suo servizio. Il risultato sarebbe che, se non perderemo tutto passando completamente dalla parte del mondo, potremmo almeno perdere il premio ed entrare a far parte della “grande compagnia”, avvicinandoci attraverso grande tribolazione, ad un luogo inferiore per quanto riguarda le glorie future.

Il comando rigoroso dell’Apostolo è: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui.” (I Giovanni 2:15) Noi dovremmo stare in guardia, pertanto, contro ogni indicazione di solidarietà o di affiliazione con lo spirito del mondo. Ciò non vuol dire che non dobbiamo essere solidari con i nostri amici, che definiamo del mondo; che non dovremmo curarci dei loro interessi, ecc.; ma significa che mentre stiamo attenti a svolgere i nostri obblighi verso le persone del mondo e a rendere onore a chi è dovuto l’onore, a rendere tributo a chi è dovuto il tributo, a rendere supporto a chi è dovuto il supporto, ad offrire benevolenza a coloro cui la benevolenza è appropriata, ad offrire solidarietà a coloro cui la solidarietà è appropriata, noi, nondimeno, dobbiamo distinguere fra i nostri amici e i nostri prossimi, che sono ancora sotto l’influsso dell’Avversario, e lo spirito, o la disposizione, che li ha stimolati e che li sta illudendo.

Non dobbiamo essere d’accordo con nessuna delle istituzioni presenti che si basano sull’egoismo e, in grado maggiore o minore, sono in contrasto con la legge divina, con la Regola d’Oro. Può succedere che dobbiamo condurre i nostri affari parecchio secondo i criteri dell’egoismo che prevalgono nel mondo; ma, senza fermarci a discutere la questione continuamente, i nostri cuori dovrebbero essere mantenuti in questo atteggiamento: non saremo d’accordo con i princìpi egoisti e avremo un desiderio intenso [607] del regno della Regola d’Oro in modo assoluto in tutti gli affari della vita e, per quanto possibile, nel nostro stesso relazionarci con il mondo.

Non sta a noi tentare di trasformare il mondo e di rivoluzionare la società e i suoi metodi. Questo compito difficilissimo il Signore lo ha lasciato per se stesso e sarà portato pienamente a compimento nel “grande giorno” che si sta avvicinando velocemente. Nel frattempo il popolo di Dio, sotto la guida della sua Parola, anche se è nel mondo e anche se ha a che fare necessariamente con i suoi affari e con le sue abitudini, non dovrà essere innamorato del mondo, essere d’accordo con esso. Anzi, le persone del popolo di Dio debbono rendersi conto che, rimanere in contatto stretto con il Signore e in accordo intimo con i princìpi della sua giustizia, vorrà dire necessariamente lo stesso tipo di opposizione che Dio ha per tutte le forme e tutti i gradi di ingiustizia, iniquità, illegalità nella chiesa, nello stato, nelle finanze, in politica e negli usi e costumi sociali.

Vedendo ciò più o meno chiaramente, alcuni, noi crediamo, sono arrivati all’estremo di denunciare le istituzioni presenti in un modo che né il Signore né gli apostoli comandarono o sancirono o illustrarono con le loro parole o la loro condotta. Dovremmo ricordarci che il mondo, nel suo insieme, vive secondo uno standard che è elevato a seconda di quanto capisce e che trovare da ridire su questioni che altri sono così incapaci di correggere come lo siamo noi è peggio di inutile, poiché produce puramente infelicità, fastidi, ecc. senza raggiungere i risultati desiderati. Giovanni Battista dette a proposito un consiglio saggio quando, essendogli state fatte domande da alcuni soldati Romani riguardo al loro giusto modo di operare, rispose: “Non fate uso della violenza contro nessuno [non violate le leggi e i regolamenti a cui siete sottoposti dal vostro governo] e siate contenti dei vostri salari.” Il semplice scontentare le persone per quanto riguarda l’ambiente e le condizioni presenti non è per nulla saggio. Invece, l’influsso, lo spirito, la disposizione della Nuova Creazione dovrebbe essere sempre orientata verso la pace; e se non possiamo lodare molto le istituzioni presenti, non è necessario neppure che le condanniamo in modo particolare.

In questioni del genere potremmo seguire bene l’esempio dell’arcangelo Michele [608] che non scagliò neppure un’accusa ingiuriosa contro Satana, ma disse: “Ti sgridi il Signore!” a suo tempo e modo. (Giuda 9) Così per noi. Capendo bene che il Signore sgriderà le istituzioni presenti a suo tempo e modo, possiamo dire a noi stessi, insieme all’Apostolo: “Siate pazienti, fratelli; la venuta del Signore si avvicina”, lo stabilirsi del suo Regno, vicinissimo, correggerà tutte queste difficoltà. Dibattere animatamente queste questioni prima del tempo non sarà solo vano, ma peggio, sarà sfavorevole, dannoso, sia per chi le dibatte che per coloro contro i quali si dibatte, fomentando lo scontento. Tra i figli di questo mondo si troveranno molti che staranno dibattendo su quando arriverà il tempo del Signore in cui queste questioni dovranno essere dibattute. Nel frattempo tutti i membri della Nuova Creazione mostreranno sapienza nell’evitare dispute del genere, dato che tendono a generare discordia e scontento, e nel parlare principalmente tra le persone del Signore e tra quelle che “hanno orecchi per intendere” riguardo alle cose più profonde del piano divino, incluso naturalmente, nelle occasioni giuste, il periodo di afflizione mediante il quale si instaurerà il Regno.

La Nuova Creazione, il Sacerdozio Regale, ha un’opera speciale alquanto diversa da quella del mondo e di tutto il dibattito che si fa tra i suoi elementi. La sua opera nel tempo presente, come già mostrato, è suonare le trombe d’argento, proclamare la verità del piano divino per quelli che hanno orecchi per intendere, per quelli che non sono accecati e resi sordi dagli inganni dell’Avversario. La sua missione è specialmente tra il popolo del Signore, portando a termine l’opera di questa età del Vangelo, raccogliendo il grano. Mat. 13:37-43

In un’altra illustrazione viene mostrata l’opera presente della Chiesa come Sposa che si prepara per il matrimonio. (II Cor. 11:2; Apoc. 19:7) Con simili richieste insistenti fatte loro di ogni momento di tempo che hanno, di ogni briciolo della loro influenza, dei loro mezzi, ecc., le Nuove Creature non hanno né amore per il mondo, nella ricerca di perpetuare i suoi ordinamenti, le sue istituzioni, ecc., né hanno la disposizione ad anticipare l’ordinamento saggio, benefico, del Signore rivolto alla trasformazione di [609] questo malvagio mondo presente nel “mondo a venire”, “laddove abita la giustizia”. Ebr. 2:5; II Piet. 3:13

Il grande avversario, Satana

L’Apostolo scrive: “Il vostro avversario, il diavolo” come se volesse che capissimo che abbiamo molto di più con cui competere che le debolezze della nostra propria carne e le imperfezioni degli altri uomini. Vorrebbe che ci rendessimo conto che in Satana abbiamo un astuto nemico “scaltro” e che dobbiamo restare vicini al nostro Pastore se vogliamo essere liberati dalla tentazione e dal potere del Malvagio. Prendiamo nota dei molti passi scritturistici che si riferiscono a questo Avversario la cui stessa esistenza ora è negata da molti:

“Il vostro avversario, il diavolo, va attorno a guisa di leone ruggente cercando chi possa divorare.” I Piet. 5:8

“Allora Gesù fu condotto su nel deserto per essere tentato dal diavolo.” Mat. 4:1

“E allora dirà anche a coloro dalla sinistra ‘Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno [Geenna, distruzione] preparato per il diavolo e per i suoi angeli.” Mat. 25:41

“Quelli lungo la strada sono coloro che hanno udito; ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal cuor loro.” Luca 8:12

“Voi siete progenie del diavolo, che è vostro padre e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando parla il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna.” Giovanni 8:44

“E dopo la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota di tradirlo.” Giovanni 13:2

“E non fate posto al diavolo. Efes. 4:27

“Rivestitevi della completa armatura onde possiate star saldi contro le insidie del diavolo.” Efes. 6:11

“Che…non cada nella condanna del diavolo.” I Tim. 3:6, 7

“Che, tornati in sé, escano dal laccio del diavolo.” II Tim. 2:26

“Affinché, mediante la morte, distruggesse colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo.” Ebr. 2:14

“Resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi.” Giacomo 4:7

“Chi commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio. Per questo il Figliuol di Dio è stato manifestato, per distruggere le opere del diavolo…Da questo sono manifesti i figliuoli di Dio e i figliuoli del diavolo; chiunque non opera la giustizia non è da Dio e così pure chi non ama il suo fratello.” I Giovani 3:8, 10

[610] “L’arcangelo Michele, quando contendendo con il diavolo, disputava circa il corpo di Mosè, non ardì lanciare contro a lui un giudizio ingiurioso, ma disse ‘Ti sgridi il Signore.’” Giuda 9

“Il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, perché siate provati.” Apoc. 2:10

“E il gran dragone fu gettato giù, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana; che seduce tutto il mondo; e con lui furon gettati sulla terra gli angeli suoi.” Apoc. 12:9, 12

“Ed egli afferrò il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni…onde non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni.” Apoc. 20:2, 3

“Il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo…Questa è la morte seconda.” Apoc. 20:10, 14

“Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.” Giovanni 12:31

“Io non parlerò più molto con voi, perché viene il principe di questo mondo; ed esso non ha nulla in me.” Giovanni 14:30

“E quando sarà venuto, condannerà il mondo quanto… al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.” Giovanni 16:8, 11

“E a questi un giorno vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potestà dell’aria, di quello spirito che opera al presente nei figli della disubbidienza.” Efes. 2:2

“E se il nostro Vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, dei quali l’iddio di questo mondo ha accecato le menti, affinché la luce del glorioso Evangelo di Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro.” II Cor. 4:3, 4

“Quando i Farisei udirono ciò, dissero: ‘Costui non caccia i demoni se non per l’aiuto di Belzebù, principe dei demoni.’ E Gesù disse: ‘…Se Satana caccia Satana, egli è diviso contro se stesso; come dunque potrà sussistere il suo regno?’” Mat. 12:24-26

“Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figliuol dell’aurora!” Is. 14:12-14

“Satana si traveste da angelo di luce.” II Cor. 11:14

“Anche lui la cui venuta avrà luogo per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, e con ogni sorta d’inganno d’iniquità a danno di quelli che periscono.” II Tess. 2:9, 10

“Affinché non siamo soverchiati da Satana, giacché non ignoriamo le sue macchinazioni.” II Cor. 2:11

“Poiché il combattimento nostro non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali del Malvagio che sono nei luoghi celesti.” (Efes. 6:12) Vedere Diaglott.

“Colui che è nato da Dio lo preserva e il Maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace nel Maligno.” (I Giovanni 5:18, 19) Vedere Diaglott.

[611] “Or accadde un giorno che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore e Satana venne anch’egli in mezzo a loro.” Giobbe 1:6-12; 2:1-7

“E mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava in piedi davanti all’angelo del Signore e Satana che gli stava alla destra per accusarlo. E il Signore disse a Satana: ‘Ti sgridi il Signore, o Satana; ti sgridi il Signore che ha scelto Gerusalemme.” Zac. 3:1, 2

“Io miravo Satana cadere dal cielo a guisa di folgore.” Luca 10:18

“Per questo ti sono apparso, … io ti mando per aprire loro gli occhi onde si convertano dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio.” Atti 26:16, 18

“L’Iddio della pace triterà tosto Satana sotto ai vostri piedi.” Rom. 16:20

“Per dare quel tale in mano a Satana, a perdizione della carne.” I Cor. 5:5; I Tim. 1:20

“Non date all’Avversario nessuna occasione di maldicenza; poiché alcune si sono sviate per andar dietro a Satana.” I Tim. 5:14, 15

Quando nostro Signore disse: “Va’, Satana” [avversario, spirito antagonista, Young] e poi quando egli disse a Pietro: “Vattene via da me, Satana [avversario, ecc.]; tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio” (Mat. 4:10; 16:23), stava dicendo in effetti che, se si è in contrapposizione a Dio, la stessa posizione viene assunta anche nei confronti di tutto quello che è in armonia con Dio. E la dichiarazione di Pietro secondo cui egli sta andando in giro come un “leone ruggente, cercando chi possa divorare” sembra insegnare che egli non sia “l’avversario vostro [della Chiesa]” soltanto, ma che sia l’avversario di tutta l’umanità. Il Signore fa un’affermazione diretta a proposito. Giovanni 12:31; 14:30; 16:11

La dichiarazione di nostro Signore secondo cui Satana è il grande Avversario, non solo di Dio, ma dell’umanità, non è assolutamente una rappresentazione della fantasia, ma la verità pura e semplice. Egli è il nostro Avversario in un senso in cui il mondo e la nostra carne stessa non sono nostri avversari. La nostra stessa carne contrasta la Nuova Creatura non come frutto di qualche amarezza o odio, né con qualche furbizia per il suo svantaggio temporale o eterno; ma puramente nel senso che i desideri ardenti della carne caduta sono in una direzione che si scosta dai migliori interessi della Nuova Creatura e dalle speranze con cui essa è stata generata. In modo analogo, l’opposizione posta dal mondo non è un’opposizione maligna, ma semplicemente un’opposizione egoista, perché [612] vede le cose sotto aspetti differenti e a causa di differenze di interessi egoiste. Satana solo è l’orditore e il cospiratore ostinato, intelligente, che usa un’intelligenza sovrumana e, per quanto è permesso, poteri sovrumani, per allettare la nostra carne caduta, attraverso appetiti depravati, ecc. e che di frequente usa gli arnesi mondani come suoi arnesi e come suoi strumenti inconsapevoli nel contrastare la giustizia, la verità e tutti coloro che sono dalla parte della Verità.

Egli è stato un bugiardo e un omicida
fin dal principio
—Giovanni 8:44—

I documenti ispirati affermano, insistentemente e costantemente, che Satana cominciò la ribellione contro la legge divina e sedusse i nostri progenitori convincendoli a disobbedire, mediante la sua stessa ambizione per il potere; e che dalla caduta dell’uomo questo stesso Avversario è stato l’antagonista implacabile di Dio, della giustizia e della verità; e non solo l’accalappiatore dell’umanità, ma l’antagonista del grande piano di Espiazione che Dio ha ideato e sta portando avanti attraverso Cristo. Dal racconto Scritturistico non sembra che Satana abbia avuto nessun sostenitore o nessun cospiratore a lui associato tra gli angeli al momento della sua secessione e del suo tentativo di stabilire un suo proprio regno o dominio sulla terra, prendendo come suoi sudditi l’ultima creazione di Dio: l’umanità. Come Satana era sicuramente parte della creazione generale di Dio, così altrettanto sicuramente siamo in grado di sapere che egli fu creato perfetto e integro, ad immagine di Dio; perché tutta l’opera di Dio è perfetta. (Efes. 3:9; Deut. 32:4) Egli non ha altro che l’unico standard di rettitudine, di giustizia, di perfezione ed egli stesso è quello standard.

Ma essere creati perfetti, e rimanere perfetti, sono due asserzioni interamente diverse. A Dio non è piaciuto creare nessuna delle sue creature intelligenti come delle pure macchine, incapaci di cambiare motivi e condotta. Anzi, a lui è piaciuto creare tutte quelle sue creature, moralmente intelligenti, a sua immagine e somiglianza, con perfetta libertà di seguire ciò che è retto, vero, puro, buono, secondo il suo stesso esempio e [613] precetto; ma anche con il potere di alterare o invertire la loro linea di condotta riguardo a ciò e di ribellarsi contro la sua legge di rettitudine. Dio, tuttavia, ha preso delle precauzioni riguardo a questa faccenda mantenendo nelle sue mani il potere della vita eterna; in questa maniera ha pieno controllo della situazione e può distruggere qualsiasi sua creatura se esse si rifiutano di riconoscere i suoi giusti requisiti e di obbedirvi. Egli ha intenzione di annientarne l’esistenza, come se non fossero mai esistite, e di permettere soltanto a coloro che in cuore sono d’accordo con i suoi requisiti di continuare a vivere per l’eternità.

Tra gli angeli di alto rango (di cui Satana era originariamente uno), c’erano, sembra fin dal principio, e ancora ci sono, ordini o gradi diversi, eppure tutti sottostanti alla legge dell’amore, i quali, in obbedienza alla volontà del Creatore, operarono all’unisono e in armonia probabilmente per secoli. Bontà, amore, benevolenza, obbedienza ai requisiti del Padre celeste, e la conseguente felicità che derivava da tutto ciò, furono per molto tempo le loro uniche esperienze. Ma a suo tempo si sviluppò un’altra caratteristica del piano divino. Fu creato l’uomo, di natura diversa da quella degli angeli, una natura leggermente inferiore: umana, non angelica; terrena, non celeste; carne, non spirito. Inoltre l’umanità ebbe una dimora distinta, la terra, con un’organizzazione in famiglie, e gli esseri umani furono accoppiati, maschio e femmina, ed ebbero il potere della procreazione, la capacità di propagare la loro specie. In tutti questi particolari si distinsero dagli angeli, che non sono sessualmente diversi e che non posseggono l’organizzazione in famiglie e non propagano la loro specie. L’ultima creazione di Dio fu senza dubbio una meraviglia agli occhi di tutti gli eserciti angelici, in connessione con i quali le loro facoltà intellettive trovarono abbondante opportunità di esercitarsi.

Poi accadde che uno di coloro che apparteneva all’alto rango, meditando sulle possibilità della cosa e nutrendo pensieri egoisti e ambiziosi, giunse alla conclusione che se avesse soltanto potuto catturare in qualche modo la coppia umana, che era stata appena creata, e alienarla da Dio, attraverso di loro avrebbe potuto stabilire un regno o un dominio speciale tutto suo, di cui egli sarebbe stato il dio o il signore, usurpando il posto [614] e l’onore di Geova rispetto all’umanità e alla terra. Fu la sua attuazione di questa ambizione criminale che gli dette il nome che porta ora: Satana, avversario di Dio. Egli non meditò o non tentò di usurpare il dominio di Dio sugli angeli. Un tentativo del genere sarebbe stato assurdo visto che tutti gli angeli conoscevano intimamente Dio e conoscevano Satana come uno di loro. Quindi essi non avrebbero pensato di acconsentire a diventare i servitori e i seguaci di questo, preferendo molto di più la giusta, premurosa e saggia amministrazione di Geova Onnipotente, essendo molto più profondamente soddisfatti di essa e in nessun senso ribelli contro di essa.

Non appena tali progetti egoisti e ambiziosi presero dimora nel cuore di Satana, egli cominciò a misurare il Signore con il suo stesso standard falso e a supporre che il Signore Geova in tutte le sue opere stava semplicemente attuando dei progetti ambiziosi ed egoisti. In tal modo avviene che il cuore malvagio è sempre pronto ad attribuire ad altri il male, anche se sono puri, onorabili e benevoli. Non c’è dubbio che Satana abbia giustificato la sua linea di condotta all’inizio, almeno, con falsi ragionamenti del tipo di quelli secondo cui nel creare l’umanità su un piano inferiore a quello degli esseri spirituali, degli angeli, Dio fu influenzato da motivi sinistri ed egoisti; e secondo cui il loro essere limitati alla terra quale loro luogo di abitazione fu con lo scopo di renderli ancora più pienamente schiavi. Una volta che permise a questo pensiero invidioso, ribelle, profano, di entrare nel suo cuore, fu solo una questione di tempo prima che il male si sviluppasse ulteriormente, nel suggerimento e nella manifestazione di peccato pieno e di opposizione piena agli ordinamenti divini.

Forse, in verità, fu con la falsa idea di star facendo giustizia agli oppressi che Satana si avvicinò alla madre Eva, nell’Eden, e le suggerì che i regolamenti severi dai quali Adamo ed ella stessa erano stati vincolati per decreto divino riguardo ad uno degli alberi del giardino, fu l’esercizio da parte di Dio di poteri autocratici, ingiustificati, per limitarli nei loro diritti che sarebbero potuti essere giustamente loro e il cui esercizio sarebbe stato evidentemente a loro vantaggio. Egli arrivò persino a suggerire a madre Eva (e forse espresse veramente l’opinione, a questo punto, corrotta del suo giudizio) che [615] Dio aveva fatto loro affermazioni false quando dichiarò che mangiare del frutto dell’albero proibito avrebbe provocato la loro distruzione, la loro morte. Satana non aveva mai visto la morte tra nessuna delle creature di Dio fatte a sua somiglianza, dotate di ragione; e quindi nel suo modo di pensare corrotto egli non attribuì a Dio solo motivi sinistri in connessione con la creazione, ma ora presuppose che egli avesse deliberatamente mentito alle sue creature per portare avanti ulteriormente i suoi piani di mantenerle in una certa ignoranza e sotto quella che Satana, senz’altro a questo punto, aveva concluso essere autorità dispotica.

Il suggerimento maligno ebbe effetto. La mente di madre Eva, che fino ad allora era stata riconoscente verso Dio, che aveva apprezzato tutti doni del cielo e tutte le sue benedizioni e che lo aveva riconosciuto quale la sorgente della grazia e della verità, della benevolenza e dell’amore, fu avvelenata al pensiero di essere stata abbindolata; di essere stata privata dei propri diritti con l’intento di impedirle di acquisire una misura maggiore di conoscenza, che le era giustamente dovuta, e che Dio, nella sua decisione di mantenerli nella schiavitù dell’ignoranza, stava dando loro un’idea sbagliata, stava minacciandoli dicendo che la conseguenza sarebbe stata la morte, mentre questo amico scoperto di recente, Satana, che li amava di più, e che era geloso per quanto riguardava il loro benessere e la loro libertà, assicurò loro che mangiare del frutto proibito non solo non avrebbe apportato disastro e morte, ma avrebbe accresciuto la conoscenza, la libertà e l’esercizio di tutti i loro poteri. Il veleno agì velocemente; si svegliarono egoismo e avidità nel cuore di madre Eva che non aveva mai avuto prima tali sentimenti perché nulla aveva mai suggerito nella sua esperienza precedente simili pensieri o sentimenti.

Naturalmente la posizione di Satana in questa faccenda lo separava da Geova. Scommesse tutto ciò che aveva sulla sua abilità di catturare la nuova razza degli uomini facendoli suoi servitori, il suo regno; oppure, come forse egli si sarebbe espresso sulla cosa, aveva scommesso tutto nel tentativo di liberare la nuova famiglia umana dal despotismo divino. Quando vide l’effetto della trasgressione, che la coppia umana fu [616] cacciata dall’Eden e le fu proibito l’accesso agli alberi che davano sostentamento, che pian piano essi cominciarono a deperire e a languire, senza dubbio rimase deluso come rimase delusa madre Eva. Adamo, ci viene fatto sapere, non fu ingannato: sapeva cosa aspettarsi dal risultato della disobbedienza. La sua partecipazione alla transazione fu deliberata, si potrebbe definirla un suicidio. Ispirato dal pensiero che sua moglie sarebbe dovuta morire, perché aveva mangiato del frutto proibito, e sentendo che tutta la sua gioia sarebbe venuta meno, decise di morire con lei. Se avesse capito meglio il carattere divino, come si è manifestato da allora attraverso il modo d’agire di Dio in connessione con l’Espiazione, senza dubbio avrebbe avuto fiducia che Dio lo avrebbe aiutato a districarsi dalla difficoltà e sarebbe stato obbediente al decreto divino ad ogni costo.

Ma per tornare a Satana: dato che aveva scelto una linea d’azione malvagia, ogni passo del suo cammino da allora in poi sembra portarlo soltanto sempre più lontano da ogni principio di rettitudine, così che, mentre la sua prima menzogna “Voi sicuramente non morirete” potrebbe essere stata detta con notevole candore, nondimeno sin da allora, incluso oggi, egli, con ogni mezzo concepibile, si sforza di perpetuare la sua affermazione falsa e di ingannare l’umanità facendole credere che non c’è una cosa come la morte; che quando si muore, si è più vivi di quanto non si sia stati prima. È la vecchia menzogna “Voi sicuramente non morirete”, riadattata alle condizioni presenti. Nessuno ora conosce meglio di Satana la realtà della morte, man mano che si è estesa su tutta la famiglia umana; e nessuno sa meglio di lui che, se la famiglia umana capisse chiaramente e distintamente la questione del peccato, la sua punizione, il riscatto e la conseguente restaurazione, l’influenza della Verità sarebbe quella di attirare l’umanità verso il Creatore giusto, sì, ma misericordioso.

Ma ciò è quello che Satana desidera impedire. Egli, pertanto, tenta di accecare le menti dell’umanità riguardo al vero carattere e al vero piano di Dio e di riempirli, invece, di pensieri falsi e blasfemi riguardo al carattere e al piano divini. Invece di far vedere agli uomini che la morte e tutte le sofferenze inerenti alla morte, vale a dire, la malattia e il [617] declino mentale, morale e fisico, sono i risultati della disobbedienza a Dio, i risultati dell’aver seguito la sua falsità, egli, al contrario, vorrebbe che pensassero, ed è riuscito a convincere molti, che il grande Geova, che si dichiara quale la personificazione della giustizia e dell’amore, nel creare la famiglia umana in modo grandemente ingiusto e assolutamente senza amore, lo ha fatto con intenzioni maligne nei confronti della vasta maggioranza: che egli aveva il proposito e aveva predestinato in cuor suo, prima della creazione dell’uomo, che migliaia di milioni di loro sarebbero stati tormentati in eterno e che un “piccolo gregge” sarebbe stato portato fino alla gloria, quale campione di ciò che avrebbe avuto il potere di fare per tutti se avesse avuto una disposizione benevola. In tal modo e con molti altri inganni ed insidie alquanto simili, l’Avversario ha pervertito per seimila anni il giudizio umano ed ha allontanato i cuori degli uomini da Dio e dal messaggio della sua Verità. L’Apostolo conferma ciò e lo spiega dicendo: “L’iddio di questo secolo ha accecato le menti degli increduli affinché la luce del Vangelo glorioso di Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro”, non li illumini e non dissipi le tenebre dell’ignoranza e della concezione erronea e non faccia loro vedere il carattere effettivo e il piano benigno del Padre celeste. II Cor. 4:4

Dovunque arriva la luce della rivelazione divina (non semplicemente la Bibbia, ma anche “lo spirito della Verità”), ciò significa più o meno pericolo per le tenebre dei travisamenti di Satana. La Verità è mille volte più ragionevole dell’errore di Satana e in poco tempo avrebbe la meglio su di lui se non fosse per le sue tattiche astute, “scaltre”, con le quali continuamente cambia scenari, presenta nuovi inganni per appoggiare la sua vecchia menzogna e per “ingannare, se fosse possibile, gli elettissimi.” Uno dei suoi primi tentativi più giganteschi e più riusciti per confutare la Verità e per far apparire l’errore credibile e plausibile, fu il dar vita al grandioso sistema dell’Anticristo, il Papato. Mediante esso, egli ha esercitato una magnifica influenza senza pari in tutto il mondo a tal punto che, alla luce di oggi, e con una certa liberazione da quella mostruosa [618] istituzione, l’umanità ripensa a quel periodo del suo dominio e lo descrive come “le Età Oscure”, oscure per l’ingiustizia, oscure per l’errore e la superstizione, oscure per la persecuzione, implacabile e terribile, contro quelli che cercavano di adorare Dio secondo i dettami della loro coscienza; feroce contro di essi in proporzione di quanta vera luce guadagnavano e di quanto si mantenevano fedeli nel metterla in mostra davanti alle persone. Quest’istituzione fu così diabolica, nei suoi metodi e nella sua influenza, e rappresentò così completamente l’astuzia, l’ambizione e la maestria di Satana, che è descritta simbolicamente dal Signore come se fosse Satana in persona. Fu, nel senso più lato della parola, la sua rappresentante, mentre andava affermando di essere la rappresentante di Dio.*

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*Vedere Vol. II, Cap. ix.
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In tutte le profezie troviamo questa fusione di descrizione e di denuncia tra Satana e la sua rappresentante principale in mezzo alle persone illuminate. Ad esempio, dopo aver descritto la distruzione del potere di Babilonia (una descrizione che in parte è applicabile letteralmente a Babilonia e alla schiavitù di Israele naturale e, più particolarmente, applicabile alla mistica Babilonia nei confronti di Israele spirituale) il Profeta va avanti con una descrizione che prima di tutto si adatta alla linea di azione stessa di Satana, in un secondo senso è applicabile alla nascita e alla caduta di Babilonia naturale e in un senso ancora ulteriore è applicabile alla nascita e alla caduta della mistica Babilonia, dicendo:

“Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figliuol dell’aurora?! Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni?! Poiché tu dicevi in cuor tuo: ‘Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio, io m’assiderò sul monte dell’assemblea [il Regno del popolo di Dio] nella parte estrema del settentrione [le Pleiadi, a nord, sono state considerate da molto tempo il centro dell’universo, il trono di Geova]: salirò sulla sommità delle nubi; sarò simile all’Altissimo. Invece t’han fatto discendere nel soggiorno dei morti (sheol: oblio), nelle profondità della fossa! Quelli che ti vedono fissano in te lo sguardo, ti considerano attentamente e dicono: ‘È questo l’uomo che faceva tremare la terra, che scoteva i regni; che riduceva il mondo in un deserto e ne distruggeva le città; che non rimandava mai a casa i suoi prigionieri?’” Is. 14:12-17

[619] Come fu vero che Babilonia si esaltò grandemente su tutti gli altri regni del mondo, fu anche vero che il Papato, l’Anticristo, si esaltò come un regno sulle nazioni della terra e tentò di governarle con un pugno di ferro vantando di averne l’autorità in nome del vero Cristo. E come una è stata ridotta alla distruzione, molto di più rimane ancora incombente la caduta finale di Babilonia la Grande, la Madre delle Prostitute, come una grande macina gettata nel mare, per non risorgere mai più. Ma se l’ambizione di queste di dominare sulle altre fu grande, ancora più grande fu l’ambizione di Satana di essere più grande degli altri nella creazione di Dio, di avere un regno tutto suo e sudditi tutti suoi, un regno rivale a quello di Geova, sulla terra, come il dominio di Geova è in cielo. Tuttavia, anche questo non riuscirà, e Satana stesso sarà prima incatenato durante i mille anni del regno del Redentore, dell’abolizione della maledizione e della benedizione del mondo, ma successivamente, come mostrano chiaramente le Scritture, egli dovrà essere distrutto insieme ai suoi angeli, ai suoi messaggeri, a tutti coloro che seguono la sua guida e il suo modo di operare. Mat. 25:41; Ebr. 2:14; Apoc. 20:10

I soci di Satana nel male—Legioni dei demoni

Come già visto, secondo il racconto delle Scritture, Satana non aveva soci angelici nella sua cospirazione e ribellione, all’inizio. Anzi, ci è dato di capire che tutti i santi angeli erano completamente d’accordo con il governo divino e che ad alcuni di essi era stato affidato di governare sugli uomini caduti e di aiutare l’umanità, se possibile, a ritornare in armonia con Dio e ad impedir loro di compiere ulteriori azioni depravate. Ciò accadde prima del diluvio dei tempi di Noè. Fu la prima esperienza degli angeli con il peccato, con la slealtà verso Dio, con l’aberrazione morale. Divenne per loro una prova, perché suggerì le possibilità di un modo di agire malvagio, in contrapposizione con la volontà divina. Suggerì piaceri e vantaggi quali conseguenze di un simile modo di operare e in tal modo divenne una prova della loro lealtà ed obbedienza a Geova. Le Scritture ci informano chiaramente dicendoci che, sottoposti alla prova, alcuni angeli, che erano stati in precedenza santi ed obbedienti, divennero trasgressori, caddero e nel [620] peccato e furono da esso contaminati. Entrambi Giuda e Pietro parlano di “quegli angeli che lasciarono la loro prima dimora” e, che, di conseguenza furono privati dei loro privilegi da Dio, che li custodì in catene, nelle tenebre, fino al grande giorno del giudizio, ancora futuro, dove saranno ascoltate le loro ragioni. II Piet. 2:4; Giuda 6

Isolati dagli angeli santi, questi angeli caduti da allora furono conosciuti come demoni, o diavoli, e Satana è riconosciuto come il ‘principe dei diavoli’, il loro capo con cui essi cooperano come operatori di cattiverie tra gli uomini. Non essendo occupati in nessun’opera buona, e abbandonati a se stessi nel male, non dobbiamo restare sorpresi se in essi il male raggiunge grandi proporzioni e se son alleati fedeli di Satana nell’inculcare la sua menzogna originaria “Voi sicuramente non morirete’. Sembra che immediatamente dopo il diluvio questi angeli caduti, questi demoni, iniziarono a corrompere l’umanità, sotto la falsa apparenza della religione. Mentre sono incatenati, o imprigionati, nel senso che non è loro più possibile apparire fra gli uomini in corpi di carne, presto trovarono nella razza depravata chi era pronto a sottomettersi a loro quali loro agenti, o medium, ed essi operarono attraverso i corpi di costoro, invece di operare con i loro propri corpi. Tali ‘medium’, o canali umani di comunicazione tra i demoni e l’umanità, in tempi antichi, erano noti come “feticci”, “maghi”, “streghe”, “negromanti”, “stregoni” e “sacerdoti” di false religioni. I loro vari sforzi per prendere il controllo del popolo di Israele, che Dio aveva scelto quale suo rappresentante nel mondo per un periodo, sono annotati chiaramente nelle Scritture, e le persone sono rigorosamente messe in guardia contro di essi. Furono emanate delle leggi, e furono fatte rispettare parecchio, contro chi fosse diventato agente di comunicazione tra i demoni e Israele, sotto pena di morte.

L’uomo, dal punto di vista della sua costituzione, è un’immagine di Dio e, come tale, è un essere libero, indipendente. Questa libertà si estende alla sua attività morale; di qui, l’espressione secondo cui l’uomo è un “libero agente morale”. Per quanto possa perdere la sua libertà personale o diventare schiavo sia delle persone che dei suoi propri appetiti, nondimeno la sua attività morale è libera, egli è libero di volere, di usare la sua [621] mente in ciò che eventualmente gli piace. Se desidera assoggettare la sua mente alla volontà del Signore, può farlo; se desidera assoggettarsi ad un’influenza malvagia, può farlo; e se desidera rimanere indipendente da entrambi, da Dio e dalle influenze malvagie, può farlo per quanto gli sarà consentito dalle forze fisiche e dal giudizio mentale; ma rovinato dalla caduta e dalle debolezze eredidate, il suo giudizio come anche la sua conoscenza e la sua abilità di ragionare sono diminuite di molto e, quindi, la sua indipendenza morale proporzionatamente è in pericolo, se presa d’assalto da “spiriti seduttori e dottrine di demoni”, come le Scritture dichiarano che sia l’influenza malvagia all’opera in tutto il mondo. (I Tim. 4:1) Perciò non c’è da sorprenderci se questi angeli caduti, questi demoni, in ogni paese e in ogni tempo, hanno trovato possibile entrare in possesso di numerosi medium. Ed essi stanno attenti a scegliere chi saranno i loro medium, cercando, per quanto possibile, coloro che sono dotati di capacità mentale, affinché mediante quelle qualità e quelle capacità naturali possano in genere operare più completamente nel controllo delle masse. Di conseguenza troviamo che nelle terre pagane e tra gli Indiani, questi medium, sacerdoti, maghi, queste streghe, questi negromanti, astrologi e indovini erano tra i più saggi e i più abili. In tempi moderni, nella Cristianità, questi medium di demoni sono spesso conosciuti con questo nome particolare, medium, come tra gli Spiritisti. È uno dei nomi più corretti mai applicati poiché, semplicemente ed esclusivamente, coloro che si assoggettano a queste influenze malvagie, ad essere canali di comunicazione per gli uomini, sono puramente medium attraverso cui gli spiriti malvagi comunicano, sia con parole che con colpi secchi, oppure con scritti o in altra maniera.

I metodi generali e l’insegnamento generale di questi demoni, attraverso tali medium, sono stati praticamente gli stessi in tutti i tempi e in tutti i paesi. Essi alterano intenzionalmente il proprio aspetto per rendersi irriconoscibili ed impersonano i morti, eccetto molto sporadicamente, quando si sono resi così audaci da ammettere che erano demoni, come per esempio tra i Cinesi. Vedere anche I Cor. 10:20. Facendosi passare per [622] esseri umani morti, compiono con grandissimo successo un’opera svariata:

(1) Sostengono la menzogna originaria promulgata da Satana nell’Eden “Voi sicuramente non morirete”.

(2) Mediante questa falsità rendono le menti dell’umanità prevenute contro il Vangelo e tutti i suoi provvedimenti.

(3) I provvedimenti divini per la redenzione dell’uomo e per la riabilitazione dal peccato e dalla sua punizione, la morte, li fanno apparire incongruenti, irragionevoli, assurdi. Negando che la paga del peccato è la morte e affermando che la paga del peccato è il tormento eterno, la loro teoria non è solo bestemmia contro il carattere divino, perché lo rappresenta come la personificazione dell’ingiustizia e della crudeltà, ma rende ridicola la dottrina Scritturistica di un riscatto; perché anche una ragione caduta è capace di discernere che la morte di nostro Signore sul Calvario non fu capace di redimere la razza dalla tortura eterna; e che non ci sarebbe nessuna corrispondenza tra la punizione e il prezzo del riscatto.

(4) Fa sembrare la dottrina della risurrezione inutile e irragionevole perché se non c’è nessun morto, come potrebbe esserci una risurrezione dai morti? Se, morendo, tutti diventano più vivi di quanto non siano mai stati prima, e si trovano in una condizione migliore di quella precedente, a che servirebbe di buono una risurrezione? Oppure perché si dovrebbe ritenerla una speranza, e l’unica speranza, propostaci nel Vangelo?

(5) Prepara la via per assoggettare agli errori. Tra i pagani, questo, in notevole misura, prende la forma della venerazione dei genitori e la credenza nella trasmigrazione delle anime, per cui coloro che muoiono da uomini, dopo un periodo in cui rimangono in una condizione incorporea, rinascono nel mondo come cani o gatti, cavalli o mucche, ratti o topi, e passano per le varie esperienze di questi animali incapaci di parlare; oppure, se sono degni, passano a condizioni più nobili.

(6) Nel mondo Cristiano questo male assunse la sua forma più Satanica e quella falsa dottrina divenne il fondamento di tutti gli errori e le superstizioni gravi con cui la Cristianità ha lottato. Non ci sarebbe potuta essere nessuna teoria di tortura eterna se non [623] edificata su questa dottrina dei demoni secondo cui i morti sono vivi, capaci di soffrire. Non ci sarebbe potuta essere nessuna teoria e dottrina del purgatorio se non per via dello stesso insegnamento; di conseguenza non ci sarebbe potuta essere nessuna preghiera per i morti, nessun pagamento per le messe per i morti. Di conseguenza, inoltre, le grandi istituzioni sacerdotali che si sono impinguate con queste falsità non si sarebbero potute sviluppare per assoggettare l’umanità con le loro fallacie e con i loro travisamenti del carattere e del piano divini.

(7) Sebbene il potere del Papato sia stato spezzato nel grande movimento della Riforma del sedicesimo secolo, questa fallacia di base, insegnata dai demoni, e sostenuta da essi tra tutte le nazioni con varie prove, dimostrazioni e manifestazioni, fu custodita diligentemente; e i Riformatori andarono avanti, ancora vincolati da questa menzogna originaria, insegnata dal padre delle menzogne e sostenuta dalle sue legioni di spiriti malvagi. In tal modo anche nel Protestantesimo divenne la base di tutte le difficoltà e di tutti gli errori con cui da allora hanno lottato le varie denominazioni. Questa fallacia li ha in gran misura accecati nei confronti della luce della Parola divina, impedendo loro di “abbracciare con tutti i santi quale fosse la lunghezza e la larghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Dio”. Efes. 3:18

(8) Adattandosi alla nuova condizione, negli ultimi cinquanta anni ha assunto il ruolo di portatore di luce alla Chiesa e ha preso a guidare tutti coloro che desiderano la verità. In ciò è fedele al carattere tracciato per esso nella Parola ispirata, poiché l’Apostolo dichiara: “Anche Satana si traveste da angelo di luce”. II Cor. 11:14

(9) Lo Spiritismo non è riuscito a catturare la maggioranza del popolo Cristiano. Anche se handicappato per via di questa falsa teoria secondo cui i loro amici morti sono vivi, i Cristiani in generale si sono accorti istintivamente che i medium (i migliori che Satana riuscì ad ottenere) non erano medium del tipo di quelli che Dio designerebbe per comunicare delle informazioni e per essere canali di fraternità tra lui e i loro amici, che essi erroneamente credono essere vivi, e di frequente, accanto a loro, sebbene invisibili; [624] di conseguenza il grande Avversario, mentre permette allo Spiritismo di raccogliere, di tenere e di sedurre al male più persone possibili, ha trovato necessario introdurre tentazioni ancora più sottili, imitazioni del vero Cristianesimo ancora più verosimili, sotto i nomi di

Scienza Cristiana e Teosofia

Questi sistemi, che pretendono di avere riverenza per la Parola divina e che nominano il nome di Dio invano, senza aver fede in lui come Redentore, sono usati come esche per Cristiani che si stanno svegliando nel tempo presente, per soddisfare i loro desideri ardenti per qualcosa di nuovo e di meglio delle pule della tradizione umana con cui da tanto si sono andati alimentando. Costoro professano di nutrire i loro seguaci con verità scientifica, mentre ignorano la verità, la scienza, in tutti i sensi della parola.

(10) Vedendo che la restaurazione è il piano divino nel prossimo futuro, l’Avversario sta cercando di distrarre l’attenzione umana dal piano divino mediante interessi mentali, attraverso Seguaci della Scienza Cristiana, Teosofi e chiaroveggenti. , Per quanto concerne le persone intelligenti, queste falsificazioni menzognere della verità, mentre negano il fondamento stesso della verità contenuta nella Scrittura (il Riscatto), sono per noi delle prove che il potere di Satana di illudere la Cristianità non sta sussistendo, che la sua casa sta vacillando e sta per cadere. La luce dell’alba Millenaristica sta spuntando sul genere umano e il grande sostenitore dell’errore è in una situazione estremamente difficile. Sia lodato Dio che sarà presto incatenato e che gli sarà impedito di ingannare il mondo per i mille anni del regno Millenaristico di Cristo in cui la luce della conoscenza riempirà tutta la terra, come le acque coprono i grandi abissi!

Se guardiamo al mondo pagano, vediamo chiaramente l’opera terribile e degradante di questi demoni, come hanno fissato le catene alle persone con l’esercizio di poteri miracolosi, attraverso i loro agenti umani come, ad esempio, i fachiri dell’India oggi, l’“Arte Nera” praticata generalmente in tutto il mondo nei giorni più tenebrosi del passato. Le Scritture ci mostrano l’effetto del Vangelo su queste opere del diavolo ed [625] indicano che la luce della verità divina è “la luce del mondo” che sola sarà capace di dissipare le tenebre dell’Avversario. Si notino i conflitti tra la luce e le tenebre, come riportate nelle esperienze dell’Apostolo Paolo, quando viaggiò per l’Asia e andò in Europa, mettendo in mostra la vera luce, quando “Molti di coloro che avevano creduto, venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatto. E buon numero di quelli che avevano esercitato le arti magiche, portarono i loro libri assieme e li arsero in presenza di tutti; e calcolatone il prezzo, trovarono che ascendeva a cinquantamila dramme d’argento: così la parola di Dio cresceva potentemente e si rafforzava.” Atti 19:18-20

Gli apostoli furono continuamente in conflitto con questi spiriti malvagi, che talvolta cercavano di contrastare il Vangelo ma che, in genere, si rendevano conto che essi erano totalmente incapaci di tener testa ai maggiori poteri spirituali che operavano attraverso gli apostoli. In un’occasione, leggiamo che lo spirito malvagio cercò un’affiliazione con il Vangelo e sollecitò il medium a seguire l’Apostolo e coloro che erano con lui, annunciando: “Questi uomini sono servitori dell’Iddio Altissimo e vi annunziano la via della vita eterna.” Ma se questo sia stato un tentativo di associare il Vangelo al demonismo e alla medianità, oppure se si sia trattato di un trucco scaltro con cui i demoni si aspettavano di compiere proprio il risultato che si verificò, vale a dire un’agitazione fra il popolo e un’opposizione agli apostoli, non possiamo giudicare. Ma in tutti i casi evidenziò chiaramente un punto cioè che l’Apostolo riconobbe questi medium non come medium dei morti, ma come medium dei demoni, degli angeli caduti. E colloquiando con gli apostoli questi demoni non negarono mai la loro identità. Vedere Atti 16:16-19; 19:15; Giac. 2:19

Ugualmente nel ministero di nostro Signore, questi spiriti malvagi avevano trovato molti fra gli Ebrei pronti a riceverli, noti come “gli indemoniati”. Una volta posseduta da molti demoni, come era spesso il caso, la vittima non aveva nessun controllo su se stessa. I suoi pensieri, le sue parole ed azioni erano controllati da molti [626] di questi spiriti malvagi e la sua era una condotta da persona insana. Molti posseduti dai diavoli furono curati al tempo di nostro Signore, sia da lui stesso che da coloro che egli inviava, armati del suo spirito, del suo potere e della sua influenza. Un racconto interessante di uno di questi casi in cui furono cacciati gli spiriti malvagi, si trova in Luca 4:34-37, Mat. 8:28-33, dove i demoni non solo non cercarono di negare la loro identità, in conversazione con il Signore, ma ammisero il suo dominio e il suo potere su di loro e il fatto che si aspettavano che la loro situazione presente di imprigionamento e di relegazione sarebbe terminata in un futuro: un culmine o una sentenza nel loro caso.*

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*Per ulteriore discussione sullo Spiritismo‑Demonismo, vedere “What Say the Scriptures about Spiritism?” [ovvero “Cosa dicono le Scritture sullo Spiritismo?”] Rivolgersi agli editori.
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“Il combattimento nostro non è [semplicemente] contro
carne e sangue”

Da quanto sopra, vediamo che Satana stesso e i demoni, suoi soci nel male, sono realmente la grande potenza che opera nell’umanità, su di essa e attraverso di essa, in opposizione a Dio e in opposizione al piano di espiazione che egli ha designato e che è iniziato ad essere messo in atto al primo avvento e alla morte di nostro Signore, quale prezzo del riscatto per i peccatori. Soltanto da questo punto di vista possiamo comprendere chiaramente il significato delle parole dell’Apostolo: “Il combattimento nostro non è contro carne e sangue, ma contro i principati, le potestà e contro le forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti [elevati].” (Efes. 6:12) E vedendo che l’uomo caduto è così incompetente nel difendere se stesso contro quest’astuto Avversario e che il popolo del Signore può sottrarsi alle macchinazioni soltanto in proporzione di quanto i cuori delle persone che compongono questo popolo sono completamente leali al Signore e attenti alla sua Parola (e poi perché a persone come queste egli concederà speciale assistenza e liberazione dal male, che, se non fosse per questa assistenza, ingannerebbe gli elettissimi) siamo portati a chiederci “Perché Dio permette che questo grande Avversario circondi così l’uomo con errori ingannevoli, con false dottrine e, in certa misura, con miracoli a sostegno di questi?

[627] La risposta a questa domanda, e l’unica risposta soddisfacente che si può trovare, è che Dio nel tempo presente non è in cerca di riconciliazione con il mondo intero, non sta cercando di portare tutta l’umanità in armonia con se stesso, ma anzi sta semplicemente scegliendo tra i membri della la razza redenta il piccolo gregge predestinato, la Nuova Creazione, che renderà sicura la sua vocazione ed elezione, secondo la provvidenza divina, diventando, in cuore, copia del caro figlio di Dio, suo Redentore, suo Signore, suo Sposo. L’esperienza del mondo, assoggettato a queste illusioni dell’Avversario, durante l’età Millenaristica, sarà esposta interamente. Tutti vedranno e capiranno il valore delle influenze ingannevoli, accalappiatrici e degradanti di qualsiasi altra linea di condotta che quella della rettitudine e di qualsiasi altro spirito e di qualsiasi altra influenza diversa da quella dello Spirito di Dio, dello spirito di Verità. Tutti così scopriranno come sono stati completamente accalappiati e “presi prigionieri da Satana perché facessero la sua volontà” (II Tim. 2:26); come sono stati completamente accecati dall’iddio di questo mondo contro la vera luce del carattere di Dio che risplende attraverso Cristo (II Cor. 4:4) e avranno imparato una lezione composta da diverse parti. (1) Che Dio è il vero amico di tutte le sue creature e che le sue leggi sono per il loro interesse e per il loro benessere. (2) Saranno stati istruiti sul carattere insidioso del male, come è esemplificato in Satana, negli angeli caduti, e nelle loro proprie esperienze personali. (3) Avranno imparato che essi non possono fidarsi del loro proprio giudizio in maniera incondizionata e che con la conoscenza limitata dell’uomo, in tali condizioni, è possibile che la luce appaia come tenebra e che la tenebra sia resa tale da apparire come luce, che il bene sia reso tale da apparire come male e il male come bene. Questa lezione avrà un valore eterno così che tutta l’umanità impari a fidarsi più incondizionatamente della sapienza divina come pure della bontà e del potere divini.

Il ministero del male

Frattanto questi errori e queste superstizioni tra gli uomini servono, nondimeno, a tenerli in un legame di schiavitù, in un tempo in cui sarebbero incapaci di usare la libertà [628] correttamente perché solo uomini perfetti, solo coloro che hanno la piena “immagine di Dio” e sono guidati da lui, sono adeguatamente preparati ad avere un controllo di se stessi che sarà vantaggioso per loro. Frattanto, inoltre, queste opposizioni di Satana e dei suoi soci nel male, e l’opposizione del mondo, influenzato dai loro errori e illusioni, vengono dirette contro la Verità, contro coloro che diventano suoi servitori, in proporzione di quanto sono leali alla Verità ed energici in quel servizio. Fu il nostro Maestro regale, il più fedele servitore del Dio vivente, che dichiarò a coloro che avrebbero seguito le sue orme: “Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quel che è suo: ma perché non siete del mondo, ma io v’ho scelti di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo.” (Giov. 15:18, 19) Di conseguenza, per opera di una legge naturale, si può dire, ne segue che: “Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.” (II Tim. 3:12) E queste persecuzioni e opposizioni da parte del mondo, della carne e del diavolo sono il martello, lo scalpello e gli arnesi per la levigatura che il Signore sta usando nello sviluppo della Nuova Creazione.

Dio sta facendo uso di questi arnesi di opposizione, che l’Avversario sta egli stesso fornendo, e sta causando l’ira e l’opposizione (sia degli uomini che dei diavoli), al fine di lodarlo, in quanto queste stesse esperienze e tribolazioni della sua Chiesa eletta stanno producendo per noi “un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria”. (II Cor. 4:17) Questi sono gli arnesi con i quali le pietre viventi del grande Tempio di Dio vengono foggiate e modellate, levigate e preparate, in accordo con il disegno del grande Architetto, con l’intento che, fra breve, in questo Tempio vivente, e attraverso di esso, tutte le famiglie della terra e tutti coloro che saranno portati nella “at-one-ment” [ovvero redenzione], nella riconciliazione, con il Signore possano essere benedetti. Quando così i membri del popolo del Signore si rendono conto del fatto che l’opposizione degli uomini sono largamente dovute alla loro condizione di caduti e agli errori e alla cecità che proviene loro attraverso le macchinazioni del grande antagonista di Dio e della sua [629] giustizia, essi possono avere grande compassione non solo per il mondo in generale, ma anche per coloro, persino, che sono i loro antagonisti e persecutori. Invece di desiderare di vendicarsi su di essi, costoro possono molto giustamente amare i propri nemici e fare del bene a coloro che li perseguitano, rendendosi conto frattanto che nel più vero e più pieno senso della parola “essi non sanno quel che fanno”.

Tra gli uomini antagonisti della Redenzione riconosciamo molti che, in varie maniere e spinti da vari motivi, stanno cooperando con il grande Avversario in opposizione a Dio e all’opera della Redenzione. Se dovessimo menzionare, primo fra questi, il gestore del postribolo, il gestore del bar, il gestore della casa da gioco, i feticci, i medium, i maghi e i sacerdoti, affermeremmo la cosa secondo quanto piacerebbe, probabilmente, alla maggioranza. Ma dal punto di vista divino, che tentiamo di avere, sembrerebbe il contrario; sembrerebbe che quelli che sono leader del pensiero nelle terre civilizzate e che sono in opposizione alla luce della Verità, mentre di nome sono suoi servitori, occupano un posto di grandissima responsabilità agli occhi di Dio e sono in assoluto gli strumenti terreni più completi di Satana, spesso involontariamente. Atti 3:17

La nostra speranza per molti di questi che sono venuti in contatto con la luce della Verità durante l’età del Vangelo ed ora, alla fine dell’età, è che la loro opposizione ad essa sia stata almeno parzialmente un’opposizione dovuta alla cecità, come dichiara l’Apostolo con riferimento a coloro che crocifissero nostro Signore: “Io so che lo faceste per ignoranza, al pari dei vostri rettori.” (Atti 3:17) Da questo punto di vista possiamo nutrire un certa speranza per alcuni dei più violenti antagonisti della Verità: Evoluzionisti, Teosofi, Spiritisti, Seguaci della Scienza Cristiana, Cattolici Romani e Protestanti. Le nostre speranze per il futuro sono necessariamente inferiori nel caso di coloro che sono stati illuminati su questi temi dalla Verità Presente ma che, per amore dell’ambizione o per la gelosia o per l’orgoglio nel desiderio di essere qualcuno, sono diventati antagonisti dell’opera del Signore. Tali individui generalmente cadono negli [630] errori dell’Universalismo essendo diventati ciechi rispetto alla presenza del Signore e persino rispetto al riscatto. Non sta a noi giudicare costoro ma sta a noi avere timore a nome loro e notare, nel loro caso, l’applicazione della Scrittura che dichiara: “Quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona Parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento; poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figliuol di Dio e lo espongono ad infamia.” (Ebr. 6:4-6) Sta a noi conoscere il compimento di queste scritture e di non avere nessuna fraternità con tali infruttuose opere delle tenebre, ma piuttosto di condannarle, di ritirarci dalla compagnia di coloro che camminano non seguendo gli insegnamenti dell’Apostolo e che non hanno la fede tramandata una volta ai santi, né lo spirito di essa; poiché tutti costoro sono dalla parte di Satana, antagonisti del Signore e del suo piano, di cui la Redenzione, il Riscatto è il centro o fulcro. II Piet. 2:21; II Tess. 3:6; Giuda 3

Nel considerare questo tema delle contrarietà è bene ricordare che le tentazioni di nostro Signore nel deserto* hanno illustrato molto chiaramente tutte le tentazioni alle quali è soggetta la Nuova Creazione.

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*Vol. V, p. 110.
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Contrarietà poste dall’Avversario

Una contrarietà posta dall’Avversario che sembra armonizzarsi bene con i desideri intensi della carne è l’argomentazione secondo cui la Nuova Creazione dovrebbe essere così tanto sotto la protezione divina che gli interessi temporali di essa dovrebbero stare tutti prosperando. Tuttavia ciò è il ragionamento dell’uomo naturale e non trova nessun sostegno nella Parola di Dio che deve guidare il giudizio della Nuova Creatura. La mente vecchia insiste che di sicuro la relazione stretta dell’“adozione” e la promessa di questa di coeredità futura nel Regno, deve comportare benedizioni, protezioni e favori riguardo a tutti gli affari temporali. L’argomentazione principale è riguardo alla salute: perché i nostri corpi mortali consacrati dovrebbero ammalarsi o soffrire? Di sicuro Dio [631] non manderebbe mali e dolori; e quindi essi debbono venire dal diavolo. Queste sono le argomentazioni e, se essi vengono dal nostro Avversario, non dovremmo considerare ciò una prova della disapprovazione divina tanto da farci prestare attenzione ad essi e da farci pregare di esserne liberati?

L’Avversario, attraverso vari canali, sta suggerendo queste domande oggi con grande persistenza; e sta suggerendo una risposta affermativa la quale molti non sospetterebbero che sia di sua istigazione, secondo cui la malattia nei corpi del popolo di Dio è un contrassegno della disapprovazione di Dio; secondo cui usare farmaci evidenzierebbe la mancanza di fede in Dio; secondo cui, invece, si dovrebbe far affidamento alla preghiera di fede; e secondo cui persino gli Israeliti naturali ebbero ed esercitarono tali privilegi e molto di più gli Israeliti Spirituali dovrebbero far affidamento su Dio quale loro guaritore. I Mormoni, i Seguaci della Scienza Cristiana, i Seguaci dell’Alleanza Cristiana, e i “Dowieites”, tutti usano questi ragionamenti in una maniera efficacissima per trarre in inganno e affascinare, “se fosse possibile gli elettissimi”, per distrarre la loro attenzione dalla verità.

Il fatto è che gli interessi reali della Nuova Creazione e le loro condizioni e i loro interessi fisici spesso sono opposti. Il Profeta Davide, parlando per costoro, dichiara: “Prima di essere afflitto, andai fuori strada.” Le Nuove Creature, non i loro corpi mortali, sono i figli effettivi di Dio; in verità, come abbiamo già visto, Dio rese il sacrificio della carne (anche dopo che essa fu giustificata) una condizione che precede la nostra nascita, o accettazione. Questo non fu il caso per Israele nella carne, i cui favori fisici e le benedizioni temporali, ecc., tipificarono i termini e le condizioni che prevarranno durante l’età Millenaristica, quando saranno in controllo il Re e il Regno antitipici. Esodo 15:26; Lev. 26:3-15; Deut. 28:1-14

Anzi, il fatto che essi, riguardo alle cose terrene debbano “camminare basati sulla fede e non su ciò che vedono” deve costituire una parte importante dell’esame per le Nuove Creature. Sì, più di questo: debbono patire la persecuzione, debbono esercitare l’abnegazione, debbono fare come se fossero imbroglioni, eppure essere sinceri; come se non avessero nulla, sebbene in realtà (per la fede) posseggano tutto; essere come delle persone insensate, sebbene in realtà siano saggi al cospetto di Dio. A tal punto che la [632] descrizione profetica del Maestro deve essere applicabile in larga misura a tutti coloro che seguono da vicino sui suoi passi, vale a dire “Noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio ed umiliato.” Il Profeta dichiara: “Il castigo per cui abbiam pace è stato su lui e per le sue lividure noi [quali peccatori] abbiamo avuto guarigione.” Non dimentichiamoci che la nostra guarigione, o giustificazione, precedette la nostra accettazione come membra del corpo di Cristo, membri della Nuova Creazione; e che la nostra accettazione in questo piano più sublime di figliolanza e di coeredità fu alla condizione speciale che “soffrissimo con lui”; o come ancora espresso, che “compissimo quello che manca alle afflizioni di Cristo”. Is. 53:4, 5; Rom. 8:17; Col. 1:24

Vero, nostro Signore non ebbe nessuna malattia sua propria perché era perfetto; ma sta scritto, nondimeno, che “simpatizzò con noi [uomini] nelle nostre infermità” e “ha portato le nostre malattie”, le nostre debolezze che giungevano a lui poiché “usciva da lui una virtù che sanava” la moltitudine. Ebr. 4:15; Mat. 8:17; Luca 6:19

Noi, quali “under-priests”, dobbiamo anche “simpatizzare” e avere compassione per il mondo per il quale fra breve saremo re, sacerdoti e giudici. Ma non è necessario o possibile per noi elargire vastamente la nostra forza fisica o assumerci le debolezze e le infermità di altri: ciascuno di noi ha in ogni caso qualche esperienza di questo tipo a causa della nostra partecipazione alla caduta; poiché secondo la carne noi siamo “figli dell’ira proprio come gli altri” e partecipiamo al gemere della creazione nelle sue afflizioni. Il dispendio di vitalità di nostro Signore non fu in favore della Chiesa; poiché essa (la Chiesa) non avrebbe potuto essere riconosciuta finché non si fosse compiuto il sacrificio di lui e non fosse presentato al Padre ed accettato da lui a nostro favore, non fino alla Pentecoste. Finché lo Spirito non venne sui suoi seguaci, era inutile provare a parlar loro di cose celesti. (Giovanni 3:12, 16:13; I Cor. 2:10-12) Di qui l’energia di nostro Signore fu impiegata in gran misura nel proclamare parabole e detti oscuri che si sarebbero dovuti capire più tardi con l’aiuto dello Spirito; ma principalmente fu impiegata nella cura fisica delle infermità e nella rivelazione, in simbolo, delle opere [633] maggiori e delle cure più grandi in cui noi possiamo partecipare, ora e nel Regno: l’aprirsi degli occhi della comprensione, il far sì che i morti, moralmente parlando, odano la voce del Signore e comincino già ora la nuova vita. In tal modo, l’Apostolo dichiara, noi siamo privilegiati per il fatto di “dare la nostra vita per i fratelli”, e di compiere quel che manca “alle afflizioni di Cristo a pro del corpo di lui, che è la chiesa”. I Giov. 3:16; Col. 1:24

Non basterà privare queste parole del loro vero significato ed affermare che dare le nostre vite per i fratelli non ci costerà nessun sacrificio di forza fisica; e che le “afflizioni di Cristo” non costano nessun dolore fisico. La stanchezza e la perdita di “virtù” (vitalità) di nostro Signore e il “simpatizzare con le nostre infermità” contraddicono un simile pensiero. Pertanto non ci dovremmo aspettare di passarcela meglio del resto del mondo nei nostri interessi terreni, ma dovremmo aspettarci di sperimentare perdita, di “soffrire con lui”. Queste perdite sono ammesse liberamente per quanto riguarda l’onore tra gli uomini e la prosperità finanziaria; si ammette che il nostro Maestro “non andò in cerca di fama” e che “divenne povero” nella sua prontezza a rendere ricchi altri; si ammette che gli apostoli ebbero simili esperienze che ci dettero un esempio. Perché allora non tutti riescono a vedere che “le infermità frequenti” di Timoteo, la “spina nella carne” di Paolo e la “malattia” di Epafrodito furono malattie fisiche simili a quelle ora permesse ai fedeli del Signore? Vero, esse erano tutte del diavolo, nel senso che il peccato fu iniziato da Satana e che questi mali ne sono alcuni risultati; ma esse non erano del diavolo più di quanto non lo fossero i loro imprigionamenti, le frustate, la rovina e la morte.

Satana probabilmente fu indirettamente, se non direttamente, l’istigatore di tutti questi disastri fisici, tutti comuni agli uomini. Eppure l’Apostolo non si sentì disonorato da Dio in tali esperienze, ma glorificato in esse quali parti del sacrificio che gli fu permesso di fare, parte delle sofferenze che gli fu concesso di patire per amore del Signore, per amore della verità; e più queste oltrepassarono quelle di altri uomini, più egli gioì e calcolò che la sua gloria futura sarebbe stata, per questo, maggiore.

Tuttavia, dobbiamo distinguere tra amore della giustizia e sofferenza per via delle [634] trasgressioni. L’Apostolo indica che molta sofferenza capita alle persone perché ci si intromette negli affari degli altri e perché facciamo altro tipo di male; e possiamo specificare la ghiottoneria (Fil. 3:19) e la mancanza di autocontrollo come fra quei mali che portano sofferenze che non si possono calcolare come sofferenze che si verificano per amore della giustizia. Che nessuno gioisca di tali sofferenze, ma piuttosto si addolori, preghi e faccia digiuno: eserciti l’autocontrollo. Quando, però, a suo miglior giudizio, la Nuova Creatura vede la porta dell’opportunità aperta di fronte a sé dalla Provvidenza e vi entra con zelo e con abnegazione, e ne trae come conseguenza disturbi fisici, che le persone del mondo potrebbero considerare come indicazioni di imprudenza, che non si vergogni, ma glorifichi Dio per tali afflizioni, gioendo di essere giudicato “degno di soffrire” per amore di Cristo.

In verità, se i disturbi vengono da qualsiasi causa non peccaminosa o egoista, essi si possono ricevere con pazienza e gratitudine e si possono imparare lezioni di compassione per la creazione che geme, di speranza e di fiducia per l’abolizione, come promesso, della maledizione nel mattino del Millennio. La grazia nel cuore di sicuro esercita un’influenza molto favorevole su tutte le funzioni della vita; ma non poté (senza intervento miracoloso) ricreare o riparare i nostri corpi mortali; e Dio non presenta miracoli tali che risultino dannosi perché ci porterebbero a camminare secondo ciò che vediamo e non secondo la fede e attraggano alla Chiesa una classe che Dio ora non cerca. Come abbiamo visto, egli ci giustifica secondo la fede, invece, ci conta come interi mentre ci lascia in effetti imperfetti come sempre. La grazia nel cuore non ci rende insensibili alle influenze del caldo e del freddo, oppure alla fame e alla sete, sebbene ci dia pazienza per sopportarli, se inevitabili, con fiducia nella cura del nostro Padre celeste e nella sua promessa secondo cui tutte le cose alla fine coopereranno per il bene nostro se le riceveremo con pazienza e con fede.

Implica ciò che, mentre il mondo può cercare radici, erbe e balsami per i suoi mali, la Nuova Creazione non cercherà e non userà nessuno di essi, che dovranno sopportare il dolore per mostrare la fede che hanno? Assolutamente no. Ricordiamoci e imprimiamocelo bene in mente che i rapporti di Dio con il suo popolo durante quest’età [635] del Vangelo non sono secondo la carne, ma come Nuove Creature. “La carne non giova a nulla”, l’abbiamo ad ogni modo consacrata alla morte, alla distruzione e i nostri interessi come Nuove Creature sono il nostro interesse principale. Noi abbiamo un privilegio, nondimeno, riguardo ai nostri corpi mortali, di fare quello che ragionevolmente possiamo per mantenerli in ordine, senza distrazioni di malattie (mancanza di benessere), ma sempre come nostri servitori, per permetterci di attuare il nostro patto di servizio fino al sacrificio. Hanno fame o chiedono di che mangiare e di che bere? Possiamo rispondere alle loro esigenze, nei limiti di quanto è ragionevole, fornendo quegli alimenti che crediamo che nostro Signore approverebbe, tali da permetterci meglio di fare la nostra opera fedelmente. Sentono freddo e si sentono scomodi? È nostro diritto fornire abiti del tipo di quelli che crediamo nostro Signore approverebbe. Bruciano per la febbre? O sono torturati dal dolore? È nostro diritto ridurre la febbre e alleviare il dolore usando qualsiasi farmaco che crediamo possa essere benefico, ma non è nostro diritto assoggettarci ai chiaroveggenti, ai Seguaci della Scienza Cristiana, agli ipnotizzatori o ad altri che usano incantesimi per far scomparire il problema mediante l’aiuto del nostro Avversario che in tal modo accalappierebbe le nostre menti. La Nuova Creazione ha tutti i diritti di cui l’uomo naturale gode rispetto alla cura dei loro corpi poveri, fragili, che si avviano alla morte. O meglio, ancora, è il dovere di ogni creatura di prendersi ragionevole cura del suo corpo; e questo dovere è intensificato nel caso della Nuova Creazione per il fatto che i loro corpi sono stati offerti al servizio del Signore come sacrifici – anche fino alla morte – e ne dovrebbero fare il più possibile un grande servizio di sacrificio.

Alcuni saranno pronti a dire: “Sì, io applicherei immediatamente una crema o un altro semplice unguento che ho fatto da me per una bruciatura oppure regolerei il mio organismo facendo una cernita nell’uso di cibi diversi; ma sarei di un’opinione completamente differente se si trattasse di comprare medicine e unguenti o di chiamare un dottore.” Tuttavia fare tali distinzioni è privo di senso. È come se dicessimo, allora, in caso sentiamo freddo: “Mi metterò i vestiti e mi riscalderò se riesco ad entrare in possesso delle pecore, a tosarle per averne della lana, a scardassarla, a tesserla, a tagliarla, ad adattarla per farne degli indumenti necessari per proteggermi dal freddo; ma non userò [636] vestiti preparati da altri, a prescindere da quanto siano superiori o più comodi.” Oppure in caso si abbia fame, ci illudiamo di dover seminare, raccogliere, trebbiare, macinare e cuocere il nostro pane prima che sia giusto che lo usiamo? E possiamo avvalerci della manodopera e dei talenti dei contadini, dei macellai, dei panettieri, dei sarti nella cura che ci prendiamo del nostro benessere corporale, e riteniamo un peccato l’uso del talento di un fratello, di un vicino o di un estraneo per alleviare il dolore del corpo? Sicuramente no. Non ci si deve intendere come se stessimo perorando la causa dell’uso di farmaci, bensì dell’uso del buon senso. La somministrazione di medicinali può essere portata senza dubbio all’estremo della follia o persino del delitto. La regolamentazione dell’organismo mediante l’attenzione alla dieta è da preferirsi di gran lunga ove sia possibile. Le istruzioni date alla Nuova Creazione dicono: “Che la vostra moderazione sia nota a tutti” e ciò si applica alla medicina come al cibo, ecc., ecc.

Come ha fatto Gesù? E che linea d’azione hanno preso gli apostoli che lo hanno seguito nelle sue orme? Rispondiamo che non c’è nessuna documentazione che mostri che Gesù o gli apostoli abbiano mai curato qualcuno che appartenesse alla Chiesa. Si incalza con la domanda se la cura dei malati operata dal Signore indicasse la volontà divina sul soggetto? Rispondiamo che non sono coloro che sono stati guariti il nostro modello, ma il guaritore. Nostro Signore sfamò miracolosamente la moltitudine; dovremmo quindi aspettarci di essere sfamati miracolosamente? No, anzi. Come il Capo della Nuova Creazione si rifiutò di usare il potere divino per il suo comodo personale, così dovremmo fare noi. (Mat. 4:2-4; 26:53) Se quando ebbe fame mandò i suoi discepoli a comprare il pane e quando affaticato si riposò al pozzo o da un’altra parte; e se, mentre “simpatizzò” con noi per la perdita o il sacrificio della sua vitalità, non pregò mai, tuttavia, di essere liberato da queste difficoltà naturali, ma le sopportò con contentezza come parte del suo sacrificio, così dovremmo fare noi.

Per di più: nostro Signore lascia intendere che sarebbe stato un uso errato e peccaminoso del potere se avesse usato l’aiuto dello Spirito santo per alleviare tali bisogni temporali, perché questo era a sua disposizione per un altro scopo. Rivolgersi al potere divino per essere alleviato o per essere protetto da uno dei momenti dei processi che portano alla morte sarebbe stato peccato; perché aveva fatto un patto di sacrificio e [637] qualsiasi appello contro i suoi effetti sarebbe stato un “tirarsi indietro”. “Se si trae indietro, l’anima mia non lo gradisce.” Ebr. 10:38; Mat. 26:53

La questione è esattamente la stessa per la Chiesa poiché seguiamo il nostro Capitano. Fare appello all’aiuto divino per  i nostri corpi mortali, che abbiamo consacrato alla morte, per noi sarebbe a detrimento del nostro patto con il quale abbiamo dato tutti i nostri vantaggi e diritti in quanto uomini (nella restaurazione privilegi acquisiti mediante il sangue prezioso) in cambio del privilegio di gareggiare, quali Nuove Creature, nella corsa per il grande premio della “gloria, dell’onore e dell’immortalità”. Chiedere che ci venga restituito ciò che abbiamo reso vuol dire desiderare di ritirare il sacrificio, di cancellare il patto e di rinunciare alla nostra eredità come Nuove Creature. Questa visione della preghiera per le cose terrene sarà nuova per alcuni, e per alcuni sarà di sicuro uno shock quando rifletteranno sul fatto che involontariamente hanno fatto proprio così e che Dio ha risposto alla loro preghiera. Può voler dire che sono stati eliminati dalla corsa per il premio? Noi pensiamo di no. Crediamo che come un genitore terreno sarebbe tollerante verso il suo piccolo figlio ignorante, così il Signore è paziente verso il suo popolo, scusando i suoi errori involontari e accogliendo l’intenzione invece di accogliere semplicemente le parole. E come un genitore potrebbe concedere ciò che viene richiesto in modo improprio dal suo piccolo, così crediamo che il Signore abbia onorato di frequente la fede del suo popolo anche quando questa fede è stata praticata in modo improprio. Ma il caso è diverso man mano che cresciamo in grazia e conoscenza; allora sarebbe peccato e potrebbe voler dire un respingere il favore divino, un rifiutare il patto.

La preghiera della fede salverà il malato
Giacomo 5:14-16

Questo passo e quello che si trova in Marco 16:17, 18 sono i passi su cui ci si basa come testi di prova per dimostrare che è intenzione divina che la Nuova Creazione faccia assegnamento sul potere divino per la cura delle malattie. Il passo in Marco è facilmente risolto: non si trova nei “MANOSCRITTI” greci più antichi e quindi si deve considerare come un’interpolazione effettuata all’incirca nel quinto secolo.

[638] Per quanto riguarda la frase di Giacomo: è evidente dal sedicesimo versetto che la malattia cui ci si riferisce è riconosciuta come una punizione per i peccati, non una malattia lieve, ma grave, per cui si rende utile chiamare a raccolta gli anziani dell’Ecclesia. L’implicazione sembra essere che il peccato sia stato così tanto colpa del peccatore ammalato che questi si sentì praticamente tagliato fuori dalla comunione con Dio. E in tali circostanze ci dovremmo aspettare che i peccati vengano confessati e che si preghi per il perdono di essi; e proprio così dice il documento: “La preghiera della fede salverà il malato [dalla condanna in cui era] e il Signore lo ristabilirà [alla salute, essendo il ristabilimento un segno del perdono del peccato]; sebbene egli abbia commesso peccati, gli saranno perdonati. Vedere versetto 15.

Se Satana caccia Satana il suo regno non sussiste
—Matteo 12:26—

Quando al primo avvento i Farisei incolparono il Signore per aver cacciato i diavoli mediante il potere di Satana, la sua risposta implicò chiaramente che tale azione da parte di Satana sarebbe stata possibile, ma non da considerare probabile; e che, se si fosse verificata, sarebbe stata una prova che il suo potere stava volgendo al termine; che era in difficoltà e che aveva dovuto fare ricorso a questa come alla sua ultima risorsa piuttosto che perdere la presa sui suoi creduloni. Non sosteniamo nessun rifiuto generale di cure e miracoli in quanto Satanici; ma un esame accurato di ogni persona o sistema che cerca di farsi riconoscere tramite miracoli. La Nuova Creazione dovrebbe ricordare la direzione ispirata: “Provate gli spiriti per sapere se son da Dio”, oppure da Satana. Provateli e comportatevi con loro di conseguenza. I Giovanni 4:1

È attinente a questa indagine richiamare alla memoria il fatto che i miracoli furono usati all’inizio di questa età per consolidare la Chiesa ma che ora non si può essere insistenti su questo argomento, visto che la Chiesa si è andata consolidando per quasi diciannove secoli ed è quasi arrivata al suo completamento. È pure bene che teniamo a mente che l’Apostolo ispirato si riferì alla nostra fine dell’età quando indicò che Satana si [639] sarebbe trasformato in angelo di luce (messaggero di pace, di salute e di scienza, cosiddetta falsamente) con ogni aspetto ingannabile dell’errore. L’Apostolo implica persino che Dio vuole permettere a questo corso degli eventi di avere un successo moderato così da ingannare tutti quelli che sono sulla terra i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell’Agnello. Dice: “Perciò egli manda loro efficacia d’errore [un operato dell’errore] onde credano alla menzogna: affinché tutti quelli che non han creduto alla verità, ma si son compiaciuti nell’errore, siano giudicati.” Ci si dovranno aspettare in questo periodo “opere potenti, segni e prodigi bugiardi [ingannatori]” quali prove in questo tempo di “mietitura” dell’età. (II Tess. 2:9-12) Non dimentichiamoci neanche le parole di nostro Signore: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato [predicato] in nome tuo? E in nome tuo cacciato demoni? E fatte in nome tuo molte opere [cure] potenti? E allora dichiarerò loro: ‘Io non vi conobbi mai: dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità.” Mat. 7:22, 23 

È sicuramente tempo che tutti (i cui occhi della comprensione sono stati aperti ad una presa di coscienza del fatto che ora noi stiamo vivendo alla fine dell’età quando ci si dovrebbe aspettare che tutte queste predizioni si avverino) stiano in guardia contro di essi e siano in grado di riconoscerli con la prevalenza che esiste in ogni angolo del mondo Cristiano di insegnamenti e opere miracolose seducenti.

Ma come possiamo essere sicuri che queste sono tutte illusioni di Satana? Che nessuna di esse viene da Dio? Rispondiamo nel linguaggio ispirato: “Se non parlano secondo questa Parola, è perché non vi è in loro alcuna luce.” (Is. 8:20) Le loro digressioni dalla Parola sono varie, alcune in una direzione, altre in un’altra. La grande maggioranza di esse può essere vista immediatamente come spuria notando che esse non vanno d’accordo con la dottrina fondamentale del Vangelo, vale a dire con il riscatto. Può darsi che non neghino il riscatto; può darsi che affermino persino di credere nella necessità e nell’efficacia della grande offerta per il peccato terminata sul Calvario, come riscatto per tutti e come la base di tutto il perdono dei peccati e della riconciliazione con il Padre. Tuttavia, lo sforzo d’ingannare non confonderà per molto coloro che ricordano [640] che la parola greca resa come riscatto è “anti-lutron” e significa “un prezzo corrispondente”. Questa pietra di paragone della verità divina mostrerà immediatamente che l’evoluzione è l’opposto della verità perché l’evoluzione nega la caduta e tutto il bisogno della redenzione da essa. Condanna subito la Scienza Cristiana come completamente non cristiano in quanto nega il peccato, la morte e tutto il male, affermando che essi sono illusioni mentali. Condanna la teoria secondo cui Dio sarebbe stato l’istigatore, l’autore, del peccato e della malignità, mostrando che egli ha sempre opposto il peccato ed ha in corso un piano per liberare l’uomo dalla schiavitù di esso attraverso la redenzione, il cui prodotto arriverà in futuro nei “tempi della restaurazione”.

Ma cosa dovremo dire di coloro che bestemmiano contro il nome santo di Dio insegnando dottrine di diavoli, con il risultato che un’eternità di tormenti aspetta la gran massa dei viventi nell’umanità e ha già il controllo della vasta maggioranza dei 50.000.000.000 di cui le Scritture, anzi, dicono essere “nelle loro tombe”, aspettando la benedizione promessa da parte di tutte le famiglie della terra? Se tali persone faranno cure “in mio nome”, penseremo che il Signore ora si è messo ad aderire alle loro false dottrine? Non dobbiamo supporre ciò ora che sta apparendo l’alba del Millennio e con essa sta scomparendo tutta la giustificazione per tali grandi tenebre. Non possiamo contare tali persone come fra coloro di cui l’Apostolo scrisse: “Voi fratelli non siete nelle tenebre di modo che quel giorno non vi sorprenda come un ladro.” Non importa se con le loro “opere meravigliose” essi proclamano la fede in Cristo come loro futuro Re, vicinissimo. Con tali dottrine di diavoli nelle loro bocche e nei loro cuori, dobbiamo concludere che le loro cure dovute alla fede e le loro opere meravigliose sono opere del diavolo come lo sono cure simili effettuate da Spiritismo, Scienza Cristiana, Mormonismo, ecc.

“E se si suppone, tuttavia” dice uno “che essi mostrino grande zelo nell’inviare missionari nelle terre pagane?” Rispondiamo che ciò non deve alterare il nostro punto di vista generale sul movimento preso nel suo insieme (sì, siamo contenti di ammettere, di sperare sinceramente, che alcuni “presi”, “accalappiati” da questo movimento siano veri [641] figli di Dio che, crediamo, egli libererà da questa zona della mistica Babilonia). Richiamiamo alla mente la valutazione che nostro Signore fece degli sforzi missionari zelanti dei suoi giorni. Egli disse ai Farisei (il “popolo della santità” di quel tempo e di quella nazione): “ Voi scorrete mare e terra per fare un proselito e, fatto che sia, lo rendete figliuolo della Geenna [la Seconda Morte] il doppio di voi.” (Mat. 23:15) Quale vantaggio può fruttare alle terre pagane il darle false dottrine dell’Avversario? I pochi che possono essere raggiunti avranno più da disimparare quando cominceranno i tempi della restaurazione. È vero oggi come fu vero nel primo avvento che “Voi siete i servi di colui al quale rendete i servizi.” Di sicuro, allora, Satana sta facendo buoni affari nelle chiese nominali della Cristianità e specialmente sui loro pulpiti. Non c’è da meravigliarsi se i sommi sacerdoti, gli scribi e i dottori in teologia oggi odiano la Verità, odiano la luce e la combattono in ogni maniera possibile. “Uscite da essa [Babilonia], o popolo mio, affinché non siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe.” Apoc. 18:4

Satana è proprio nella situazione estremamente difficile indicata dalle parole di nostro Signore citate sopra. (Mat. 12:26) Il fatto che il velo dell’ignoranza si sia alzato, che la conoscenza generale sia aumentata su tutti gli argomenti, rende impossibile l’uso di vecchie superstizioni come accadeva una volta. Si debbono presentare nuove illusioni altrimenti il popolo vedrebbe la Verità e scapperebbe da lui. Egli è molto occupato “quale angelo di luce”, quale predicatore dell’Evoluzione per alcuni; quale missionario di tormento eterno, di cattive notizie, per i pagani; quale un Elia che si proclama il Restauratore dell’umanità; quale uno Scientista (?) nel persuadere le persone a negare i loro mali e dolori, e nel ricompensare la loro menzogna curandoli da un disturbo fisico mentre la distorsione della verità li rende di lì in avanti incapaci di discernere la verità dalla falsità. Satana può credere di star registrando successi, ma la parola di nostro Signore in proposito è che la sua casa presto crollerà e questa necessità di far la parte del riformatore e del buon medico è una prova che la caduta è vicina. Grazie a Dio che non ci [642] vorrà molto ancora prima che venga completamente “incatenato”, rinchiuso, affinché non possa “più sedurre le nazioni”! Apoc. 20:3

Amate la rettitudine—Odiate l’iniquità

Se capiamo la filosofia dei rapporti di Dio con la Nuova Creazione nel tempo presente, non dobbiamo dimenticare che è sua intenzione che tutti coloro che saranno resi perfetti su questo piano divino dell’essere saranno non solo ben intenzionati, nel senso che preferiranno ciò che è retto a ciò che è disonesto, ma anche, attraverso una vasta esperienza, comprenderanno chiaramente e capiranno per intero il valore dei conforti e dei vantaggi di ciò che è retto — rettitudine — e la confusione e lo svantaggio derivato dall’agire disonestamente. È per questa ragione che questa Nuova Creazione è stata assoggettata alle prove e agli esami particolari, in tutti i sensi più intensi di quelli che si sono abbattuti sugli angeli, più intensi anche di quelli che si abbatteranno sul genere umano durante il giorno del suo giudizio, durante l’età Millenaristica. Per quanto ne sappiamo, non c’è stato per i santi angeli nessun esame particolare fino a dopo la deviazione di Satana nel suo tentativo ambizioso di afferrare il governo della terra; ma abbiamo tutti i motivi per presumere che la sua caduta nel peccato e la conseguente caduta dell’umanità divenne l’occasione per l’esame, non solo per gli angeli che non avevano mantenuto il loro stato primordiale, e divennero demoni, ma anche per tutti i santi angeli. Deve essere stato un esame della loro fede nel potere di Geova l’essere testimoni del progredire del male e dell’apparente mancanza di potenza di Dio per fermarlo e distruggerlo. Vedendo ciò, ciascuno e tutti debbono essere stati tentati, o messi alla prova, al pensiero che anch’essi avrebbero potuto commettere peccato con impunità; e il fatto che rimasero leali al Signore prova il fatto che i loro cuori erano nella disposizione giusta di umiltà e obbedienza ai princìpi di rettitudine. Essi già vedono il grande frutto sublime del piano divino attraverso Cristo e fra breve troveranno la loro fiducia nella sapienza, nell’amore, nella giustizia e nel potere di Geova più che giustificata nel grande compimento del suo piano attraverso Gesù Cristo e la Chiesa glorificata.

[643] Quest’esame dei santi angeli, tuttavia, non fu così cruciale per alcuni aspetti come l’esame che avvenne per le Nuove Creature in Gesù Cristo, nel contatto continuo con l’imperfezione umana, con le prove della fede, della pazienza, dell’amore e dello zelo, anche fino alla morte. Allo stesso modo la prova del mondo durante l’età Millenaristica, mentre sarà cruciale e completa, e dimostrerà in modo assoluto chi è e chi non è interamente leale nel cuore verso il Signore e i princìpi di rettitudine, nondimeno sarà differente dagli esami della Chiesa in questo tempo presente, poiché per loro tutto sarà favorevole per un apprezzamento completo e adeguato della rettitudine e dell’obbedienza a ciò. Invece, la Nuova Creatura nel tempo presente trova, come ha dichiarato l’Apostolo, che “Tutti quelli che vivranno devotamente” soffriranno. Questa prontezza al soffrire per lealtà al Signore e ai princìpi del suo governo e alla fede che comporta è accettabile a Dio come prove di carattere speciale. I suoi rapporti con le Nuove Creature durante quest’età presente sono allo scopo di perfezionare questi caratteri nella santità, fino al limite più elevato, al punto di soffrire con gioia lo svantaggio per amore del Signore e della Verità; sì, al punto di cercare di servire la Verità al costo dei comodi, degli onori, dei guadagni terreni e persino della vita stessa.

È perché questa filosofia del piano divino non è capita chiaramente che così tanti sono confusi rispetto ai rapporti provvidenziali di Dio con il suo piccolo gregge. Non vedono che come sono necessari processi speciali con il fuoco e con il raffreddamento per temprare l’utensile fatto di acciaio fino, così speciali prove di fuoco ed esperienze di raffreddamento sono necessarie per la preparazione di coloro che il Signore ha in mente di usare tra breve quali suoi rappresentanti e strumenti speciali nella grande opera della restaurazione umana, ecc. Il male non è mai buono e Dio non è mai l’autore del male morale, del peccato, in nessun senso o grado. Nondimeno, la sua sapienza e la sua potenza sono tali che è capace di superare i suoi effetti per sempre. Ad esempio, come abbiamo visto, Dio non ha causato il peccato di Satana. Egli lo ha creato perfetto, integro, puro e fu una delle benedizioni che elargì su di lui, la benedizione della libertà della [644] volontà, che, essendo stata esercitata in maniera contraria all’ordine divino, ha fatto di costui, che una volta era un angelo santo, Satana. Era nel potere dell’Onnipotente distruggere il suo avversario sull’istante; ma previde le lezioni maggiori di esperienza che ne sarebbero potute scaturire, non solo per gli angeli, ma per l’umanità, riguardo al bene e al male, attraverso la contaminazione di quest’ultimo e l’amarezza del suo frutto. Similmente per il peccato tra gli uomini: Dio era benissimo capace di estirparlo in qualsiasi momento, come farà alla fine; ma per ora la sua sapienza ha previsto come il giusto castigo dell’uomo potrebbe essere trasformato in gloria per lui. I figli di Dio allora non debbono avere paura per quanto riguarda il trionfo finale del Signore sui peccatori e sul peccato in tutti i sensi della parola. Essi possono confidare nel fatto che né l’arcicospiratore né alcuno dei suoi seguaci nel male, più o meno volontari, o più o meno illusi, arriveranno a possedere il controllo finale. Il piano di Dio è già così avanti che dischiude la fine del grande mistero di permettere per un certo tempo il fiorire del peccato e dei peccatori e la loro prosperità in opposizione al Signore e ai suoi fedeli.

Non dimentichiamoci di notare che mentre la malattia e la morte nel mondo possono, più o meno direttamente, essere fatti risalire e essere imputati al grande Avversario, attraverso cui il peccato è entrato nella mente dell’uomo per la sua contaminazione e il suo disfacimento, tuttavia nel caso del mondo, come pure per la Nuova Creazione, Dio, per istruire ed educare l’uomo, sta revocando i vari elementi della maledizione che si abbatté sulla razza umana a causa del peccato. Per quanto concerne il mondo, almeno in senso generale, tutta la creazione che geme sta imparando qualcosa riguardo alla peccaminosità eccezionale e all’indesiderabilità del peccato; e per quanto concerne la Chiesa, la Nuova Creazione, il permesso accordatole di partecipare alle sofferenze di Cristo comprende e implica una partecipazione a quelle sofferenze che sono comuni al resto dell’umanità. Nel caso di nostro Signore, siamo messi particolarmente a conoscenza del fatto che fu utile che egli, per essere il Sommo Sacerdote per l’umanità, avesse simpatizzato con le nostre infermità e ciò deve essere vero per ogni membro del [645] corpo di quel Sacerdote, come pure della Testa, del Signore. Non ci sarà di sicuro nessun membro dell’intero corpo di Cristo che non proverà questa simpatia. Tutti avranno simpatizzato con quelle esperienze e sapranno in pieno come simpatizzare con il povero mondo quando verrà il tempo della loro restaurazione mediante i giudizi, mediante l’obbedienza nelle prove, negli esami e nelle correzioni dell’età futura. Nostro Signore, che fu perfetto nella carne e che, perciò, non avrebbe potuto così simpatizzare se non avesse consumato la sua vitalità nel curare i malati, sperimentò, invece della vitalità, un senso della debolezza e della sofferenza di coloro che aveva alleviato, come è dichiarato: “Egli stesso ha preso le nostre infermità ed ha portato le nostre malattie.” (Mat. 8:17) Coloro che sono stati chiamati ad essere membri del corpo di Cristo hanno generalmente poca vitalità da emanare in maniera miracolosa; ma nel partecipare alle esperienze comuni del mondo, in connessione con i loro propri organismi umani imperfetti, anche costoro simpatizzano con le infermità della razza umana, e ciò permette loro di simpatizzare pienamente nell’angustia generale.

Si vedrà da ciò che non abbiamo nessuna simpatia con il pensiero avanzato da alcuni secondo cui ci si dovrebbe aspettare che il corpo di Cristo sia esente dalle prove e dalle difficoltà fisiche, sociali e economiche del mondo. Vero, questo fu il caso degli Israeliti tipici. Le loro ricompense per la fedeltà al Signore e alla sua Legge dovevano essere in questo senso di immunità da sofferenze, prove, ecc.; ma con la Nuova Creazione la questione è completamente il contrario, perché essi non sono Israeliti secondo la carne, ma secondo lo spirito: essi provengono dal seme spirituale di Abramo. Gli antitipi delle benedizioni di Israele nella Nuova Creazione sono spirituali. Tutte le cose cooperano spiritualmente al loro bene. Le benedizioni di Dio sono loro garantite fintanto che rimangono nella fede e nell’obbedienza a Cristo così che niente di male può avvicinarsi alle loro dimore, dove sono tenuti in segreto, protetti da tutto ciò che potrebbe essere dannoso per loro. Eppure il loro apprezzamento per questo rapporto spirituale è sottoposto a continuo esame, per provare se essi apprezzano, o meno, lo spirituale più del [646] naturale affinché possano godere più abbondantemente lo spirituale ed infine essere resi perfetti quali Nuove Creature quando i sacrifici terreni saranno stati completati per intero.

Quando, perciò, le Nuove Creature in Gesù Cristo vedono che hanno numerose prove di fuoco, non importa in che senso queste possano arrivare loro, essi debbono riconoscerle come evidenze della loro fedeltà, come evidenze del fatto che Dio li considera come figli e che essi sono stati sottoposti alle prove secondo il loro rapporto instaurato dal patto, affinché siano adatti e preparati per perfezionarsi nello spirito e nelle glorie future. Se pertanto il Signore permette che delle calamità si abbattano su costoro, non consideriamoli nello stesso modo come se esse si fossero abbattute sul mondo. Il mondo, sotto la sentenza di morte, è soggetto a vari incidenti e mutamenti con cui il Signore non ha nulla a che vedere, come spiegato da nostro Signore quando si riferì ai diciotto sui quali cadde la torre di Siloe e agli altri il cui sangue Pilato mescolò con i sacrifici e dei quali nostro Signore dichiarò che non erano, per via di ciò, da considerarsi peccatori più di altri e sotto la dannazione divina. (Luca 13:1-5) Dio permette il giusto castigo degli uomini e di Satana, entro certi limiti, in connessione con il mondo dell’umanità; ma riguardo alla sua Chiesa eletta è diverso. Nulla di ciò che capita a lei è accidentale. “Cosa di gran momento è agli occhi dell’Eterno la morte dei suoi diletti.” Neppure un capello dei loro capi cade senza la sua considerazione. (Sal. 116:15; Mat. 10:30) Come nostro Signore dichiarò a Pilato, quando questi chiese: “Non sai che ho potestà?”, “Tu non avresti potestà alcuna se ciò non ti fosse stato dato dal Padre mio.” (Giovanni 19:10, 11) E questo è ugualmente vero di ogni membro del corpo di Cristo, dal momento della sua nascita come Nuova Creatura. Sì, abbiamo tutti i motivi per credere che in qualche misura la divina provvidenza si estenda persino oltre la Nuova Creazione a coloro le cui vite e i cui interessi sono legati strettamente a quelli della Nuova Creazione. Se allora le Nuove Creature subiscono prove di fuoco, esse non debbono pensare che queste prove sono particolari, come se fosse successo loro qualcosa di strano, ma [647] debbono sapere che simili prove son accadute a tutti i membri del corpo di Cristo, dalla Testa in giù e accadranno a tutti finché gli ultimi membri che compongono la classe dei piedi saranno stati esaminati, perfezionati, accettati, glorificati. Se queste, poi, vengono sotto l’aspetto di opposizioni e persecuzioni in casa oppure da amici o vicini di una volta oppure dalle persone membri della chiesa nominale oppure se vengono sotto la forma di disastro economico e di povertà oppure se vengono sotto l’aspetto di malattia, dolore, incidente fisico, ecc., non importa come, il popolo del Signore deve essere contento, conscio dell’amore e della cura provvidenziale del Padre rispetto a tutti i loro interessi. Avere completa fiducia in ciò è parte dell’esame della fede. Essere rassicurati dal Signore che siamo figli ed eredi ed il fatto che ci sia detto della supervisione di Dio e, allo stesso tempo, il fatto che si lasci che soffriamo tribolazioni, è un duro esame della fede in coloro a cui è richiesto di camminare basati sulla fede e non su ciò che vedono, se vengono accettati alla fine come vincitori. Riceviamo, allora, con confidenza, amore e fiducia qualunque beneficio o afflizione ci mandi la provvidenza del Signore e approfittiamone per imparare le lezioni che ci vogliono dare.

Questa consapevolezza della cura divina in tutti gli interessi della vita, terrena come pure celeste, non ci dovrebbe portare all’indifferenza rispetto ai nostri affari temporali. Anzi ci dobbiamo ricordare che siamo amministratori dei diritti, delle opportunità e delle responsabilità sociali, economiche e di quelle che riguardano la salute. Perciò diventa nostro dovere fare quel che possiamo per curare tutte le ferite sociali che si possono verificare. Dobbiamo essere benevoli e premurosi, dare spiegazioni e fare tutto ciò che è in nostro potere per eliminare fraintesi sui motivi e sulle intenzioni che abbiamo. Dobbiamo cercare con saggezza di evitare tutto ciò che possa apparire come superstizioso e fanatico e, in tal modo, dobbiamo raccomandare ad altri nostro Dio, il suo carattere, il suo libro e la sua Chiesa. In questo modo dobbiamo lasciar risplendere la nostra luce. Nelle questioni finanziarie dobbiamo avere prudenza e senso economico e non essere pigri nell’attività commerciale, proprio come se non avessimo nessun Dio, proprio come se tutto dipendesse dai nostri sforzi, mentre invece, nei nostri cuori e nei [648] nostri discorsi sugli affari nella famiglia dei credenti, dobbiamo tradurre in realtà ed esprimere la nostra confidenza nel Signore credendo che, siccome siamo suoi, tutti i nostri interessi sono sotto la sua attenzione protettrice. Se poi, nonostante il nostro migliore esercizio della sapienza, della prudenza, ecc., si avrà come risultato povertà e perdita economica, dobbiamo considerare che il nostro Padre celeste ha visto che tali esperienze andrebbero meglio di una maggiore prosperità per noi, in quanto Nuove Creature. Dobbiamo riconoscere la sua benedetta supervisione sui nostri affari, qualunque siano le sue direzioni e le nostre esperienze. Una cosa simile vale in materia di salute: se siamo affetti da malattia, la nostra stessa amministrazione di questi corpi mortali ci chiederebbe di usare l’energia giusta nell’applicare i rimedi per quanto ne sappiamo e secondo il nostro buon senso. Se gli sforzi hanno successo, il nostro ringraziamento che viene dal cuore dovrebbe andare al Signore e non semplicemente alla medicina. Se non hanno successo, non dobbiamo dubitare del potere di lui ma invece dobbiamo cercare ulteriore benedizione in connessione con le prove che si stanno subendo. In verità, per ogni angustia o calamità le Nuove Creature, mentre usano diligenza nella correzione della difficoltà, dovrebbero innalzare i loro cuori al Signore in confidenza e fiducia, desiderando sapere quale lezione possono imparare dalle loro esperienze e se queste lezioni hanno o meno l’aspetto della punizione per aver fatto qualcosa di male oppure l’aspetto della verga e del bastone ideati per andare a riprendere la pecora che aveva seguito qualche percorso nella direzione errata, allontanandosi dalle orme del Pastore. “La tua verga e il tuo bastone mi sono di conforto.” Il popolo del Signore, per la sua gioia, la sua pace e il suo conforto, non si basa semplicemente sull’avere una quantità media di salute, di prosperità finanziaria e sociale, ma le è dato di godere nella pace di Dio in tutte le circostanze e condizioni e le è concesso di gioire di cuore sia nella verga che nel bastone del Pastore. Con il profeta dell’antichità molte Nuove Creature possono dire: “Prima di trovarmi afflitto, ero andato fuori strada.” Molte di loro hanno imparato che vi sono grandi benedizioni connesse con le afflizioni.

Sta scritto in modo profetico riguardo alla Chiesa e riguardo alla cura che il Signore ha per essa: “Quello che sana tutte le tue infermità”. (Sal. 103:3) Ogni tentativo [649] di applicare ciò alla Chiesa del Vangelo per quanto riguarda le condizioni fisiche deve necessariamente essere non convincente e debole. Chi non sa che al Signore non piacque curare, cominciando dal Capo della Chiesa giù fino agli ultimi membri che costituiscono i “piedi”, tutti i loro mali fisici? Chi non sa che molti molti dei santi sono morti per il loro male fisico? Secondo la scienza medica, il nostro caro Redentore, sebbene perfetto fisicamente, fu attaccato da una malattia non sconosciuta agli scienziati, quando ebbe l’esperienza di sudare sangue nel Getsemani. Secondo questa stessa scienza, e completamente d’accordo con i fatti, lui che era perfetto nella carne morì più velocemente degli altri due malfattori crocifissi con lui a causa di un male: perché ebbe un crepacuore. Chi non sa che l’Apostolo Paolo portò in sé fino al giorno della sua morte una “spina nella carne” e che il Signore si rifiutò di togliergliela, assicurandogli che se l’avesse sopportata pazientemente gli avrebbe apportato una benedizione della grazia ben più ricompensatrice? Chi non sa che i più nobili santi di Dio durante l’età hanno sofferto per dei mali e lungi dall’essere curati da tutti i loro mali, invece di essere ristabiliti alla perfezione, morirono? Un’applicazione di questo passo scritturistico, quindi, ai mali fisici, sarebbe in contrasto con le Scritture, ma la sua applicazione come profezia per la condizione spirituale della Nuova Creatura è veramente molto appropriata. La Nuova Creazione lotta contro i morbi, i malanni, e questo passo scritturistico li autorizza ad aspettarsi che tutti i mali possano essere così curati con il Balsamo di Galaad, possano essere così strettamente connessi con le promesse eccezionalmente grandi e preziose della Parola di Dio, possano essere così bilanciati dalla pace e dalla gioia che l’uomo non può né dare né togliere, al punto tale che il male del cuore, la tensione, non riesce più ad intromettersi dove l’amore, la gioia e la pace dello Spirito santo dimorano e regnano.

Marco 16:9-20 è spurio

È ammesso da tutti gli studiosi che questi versetti sono un’interpolazione. Non si trovano in nessuno dei primi MANOSCRITTI greci e non sono certamente autentici. Non [650] è vero che tutti i credenti nel Signore Gesù possano bere cose velenose ed essere in contatto con serpenti velenosi, con mali contagiosi, ecc., con impunità; né sono stati tutti in possesso del potere di curare mali e di cacciare diavoli. Si noterà che il passo è omesso dalla Versione Riveduta e da tutte le versioni moderne delle Scritture. Quindi accoglierlo o citarlo come Scrittura, sarebbe fare un’aggiunta alla Parola di Dio e fare un’aggiunta alla confusione generale su un tema importante.

Il pensiero che il popolo del Signore possa essere favorito in modo speciale da lui per quanto concerne la salute fisica e gli altri conforti di cui le creature possono godere (più di quanto lo è il mondo) è un’illusione e un’insidia; è contrario a tutto ciò che ci si può giustamente aspettare dalla Nuova Creazione, come mostrato innanzi. Il Signore e gli apostoli furono i modelli della Chiesa ed invece di aspettarsi di essere liberati dalle difficoltà generali che assalgono la creazione che geme, la loro consacrazione fu una partecipazione a queste afflizioni, affinché potessero simpatizzare con le infermità umane. Nostro Signore ripudiò come una tentazione dell’Avversario il suggerimento di usare il potere divino per alleviare la fame che ebbe durante i quaranta giorni di digiuno nel deserto. (Mat. 4:3, 4) Quando affaticato si riposò al pozzo di Samaria, mentre i suoi discepoli erano andati a comprare il cibo, quando invece avrebbe potuto invocare ed usare il potere divino per ristorare le sue forze. (Giovanni 4:6) In questi casi il cibo fu la medicina adeguata per i morsi della fame, il riposo fu la medicina adeguata per l’affaticamento del corpo, e nostro Signore usò queste medicine. Non ci è stato fatto sapere se egli abbia avuto dei disturbi cronici, ma non dubitiamo che sarebbe stato libero di usare qualsiasi radice o erba o altro rimedio liberamente come fece per il cibo e per il riposo. Il disturbo nervoso che causò il sudare sangue e il morbo finale che gli fece scoppiare il cuore vennero alla fine del suo ministero. Egli sapeva che la sua ora era arrivata. Egli che aveva declinato di chiedere al potere celeste la protezione degli angeli (Mat. 26:53) e che aveva declinato di invocare quello stesso potere per soddisfare la sua fame, per alleviare la sua stanchezza, era nondimeno perfettamente libero di rivolgersi a [651] queste potenze nell’interesse dei suoi seguaci, come, ad esempio, quando sfamò le moltitudini, quando calmò la tempesta e quando provvide al pagamento delle tasse. Mat. 14:15-21; Marco 4:36-41; Mat. 17:24-27

Similmente leggiamo che gli apostoli non usarono nessun privilegio e nessuna benedizione di cui godevano per il sollievo di disturbi o di necessità temporali. Vero, non abbiamo nessun racconto del malanno di nessuno dei dodici con l’eccezione di Paolo, i cui occhi deboli (Atti 9:8-18; Gal. 4:15; 6:11 − R.V.) non piacque al Signore soccorrere, anche essendone stato pregato di farlo, assicurando all’Apostolo che questo, che divenne un messaggero di Satana nel colpirlo, nel provare la sua pazienza, la sua umiltà, ecc., sarebbe stato più che ricompensato da “la mia grazia ti basta” del Signore. (II Cor. 12:7-9) La fede dell’Apostolo e la sua fiducia nel Signore sono state una fonte di conforto per tutti nella via stretta da quel tempo al presente, eppure egli non andò, come alcuni di questi, dal Signore a richiedere beni mondani, soldi, case, terreni, cibo, vestiario, ecc. Abbiamo la sua stessa parola al riguardo quando disse che egli a volte si trovò nel bisogno e che in quei casi faticò lavorando con le sue mani nel commercio della produzione di vele e tende. Alcuni molto meno santi di lui, e molto meno in contatto con il Signore, non solo avrebbero disdegnato un’occupazione così umile ma, rifiutando sdegnosamente quell’attività, avrebbero cercato di fare quello che definiamo “vivere di fede”, cioè vivere senza lavorare, una situazione, questa, che l’Apostolo stesso disapprova molto aspramente, dicendo: “Se alcuno non vuol lavorare, neppure deve mangiare.” “Chi rubava non rubi più, ma s’affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani onde abbia di che far parte a colui che ha bisogno.” (Efes. 4:28; II Tess. 3:10) Così molti che erroneamente pensano che sia volontà divina che essi debbano vivere di fede, mentre altri debbano vivere del loro lavoro e mantenerli, spesso hanno l’impudenza di chiedere soldi, cibo, vestiti, ecc. per i quali non lavoreranno. Non desideriamo lasciar intendere che tutti costoro sono maligni; è nostra convinzione che alcune persone del popolo del Signore abbiano quest’atteggiamento mentale errato a causa di insegnamenti falsi e di fraintesi riguardo ai rapporti divini e al carattere della [652] loro vocazione. Non stiamo mettendo in discussione neppure se il Signore a volte ascolta e risponde alle preghiere di costoro, anche quando quelle preghiere non sono nel più pieno accordo con la volontà divina. Noi crediamo che il modo di procedere giusto per le Nuove Creature, quello che piace di più al Signore, sia quello che segue più direttamente e più particolarmente le istruzioni e le pratiche di nostro Signore e degli apostoli. Il loro essere considerati quali Nuove Creature significa che essi hanno riconosciuto il fatto che le benedizioni terrene appartengono propriamente all’uomo naturale in armonia con il suo Creatore e, perciò, per attribuzione appartengono a tutti coloro che sono vitalmente giustificati davanti a Dio, attraverso la fede in Cristo; e che questi diritti umani li hanno offerti, consacrati, dedicati, messi sull’altare, in cambio delle benedizioni e dei privilegi celesti, spirituali, più elevati, della Nuova Creazione, ai quali i credenti sono chiamati durante quest’età del Vangelo. E se questi diritti terreni sono stati dedicati così al Signore, in cambio dei privilegi, delle speranze spirituali, ecc., con quale tipo di ragionamento le Nuove Creature potrebbero chiedere, per non dire “pretendere”, queste benedizioni terrene, già consacrate o sacrificate? È completamente un’altra cosa chiedere al Signore quelle benedizioni temporali che sembrano alla sua sapienza migliori per noi, e un’altra questione, inoltre, chiedere benedizioni per altri, inclusi i nostri cari secondo la carne, e non secondo lo Spirito. Nondimeno, in tutte le nostre richieste si dovrebbero riconoscere tutto l’amore e tutta la sapienza del Signore come superiori ai nostri e si dovrebbe avere non solo una piena sottomissione delle nostre volontà alla sua in ogni cosa, ma questa dovrebbe essere espressa a lui in tali preghiere. La Nuova Creatura, istruita in modo giusto attraverso la Parola di Dio e comprendendone il valore del suo spirito, deve valutare i suoi interessi spirituali molto al di là di qualsiasi bene temporale, e dovrebbe di sicuro desiderare quelle esperienze nella carne che siano più proficue per lo sviluppo della nuova natura e la sua preparazione per il Regno, e dovrebbe desiderare solo quelle. Il Nuovo Testamento tratta di più delle esperienze dell’Apostolo scelto dal Signore perché prendesse il posto di Giuda che di tutti gli altri messi insieme e comincia con il momento della sua accettazione di Cristo sulla via per Damasco. Esaminando [653] attentamente le sue svariate esperienze intuiamo che nell’esercizio del dono dei miracoli, che era allora posseduto dalla Chiesa, egli lo usò in molti casi su coloro che entravano in possesso della Verità. Ma per quanto mostra la documentazione, questo potere curativo non fu mai usato per il proprio sollievo, né per il sollievo di nessuno di coloro che ci vengono presentati come santi, i pienamente consacrati. E questo non fu perché i santi di quel tempo erano esenti dalla malattia: al contrario, sappiamo che Timoteo aveva quello che ora chiameremmo dispepsia cronica, o cattiva digestione, e non fu evitata la malattia per Epafrodito, veramente, “vicino alla morte”, non a causa del peccato, ma, come spiega l’Apostolo, “perché per l’opera di Cristo egli è stato vicino alla morte”, mettendo a repentaglio la sua vita. (Fil. 2:25-30) Non sappiamo che tipo di cibi o di medicine piaceva al Signore benedire in quest’ultimo caso; ma riguardo al caso precedente, l’Apostolo né pregò né mandò un fazzoletto o un tovagliolo per curare il disturbo, ma scrisse a Timoteo dicendo: “Prendi un poco di vino a motivo del tuo stomaco e delle tue frequenti infermità.” (I Tim. 5:23) Il vino fu raccomandato, non come una bevanda né come una sostanza intossicante, ma semplicemente come una medicina. Il punto che si dovrebbe notare in modo speciale è che il potere divino, per quanto ne sappiamo, non fu né invocato né esercitato a favore di nessuno di questi due fratelli consacrati. Essi sopportarono le loro infermità e afflizioni e ne ottennero delle benedizioni, utilizzando allo stesso tempo i cibi e i rimedi più adatti di cui erano a conoscenza. E crediamo che questo sia un buon esempio del modo di procedere che dovrebbe essere seguito da tutti i consacrati, da tutte le Nuove Creature; essi non dovrebbero chiedere la guarigione fisica, i lussi della vita, ecc. Proprio al massimo, la preghiera modello di nostro Signore autorizza in tal senso a chiedere quello che il Signore stesso vede che forse sia meglio per essi per quanto riguarda il cibo quotidiano; e, anche mentre pregano perché possano avere il cibo quotidiano, essi debbono impiegare gli sforzi delle loro mani e aspettarsi che la benedizione del Signore scenda su questi secondo la sua sapienza per quanto concerne quello che dovrebbe essere il loro profitto più grande nello sviluppo del carattere attraverso le esperienze, ecc. Se vedrà che sia adatto conceder loro soltanto il minimo [654] necessario di cibo e vestiario, ciò sarà per essi un esame dell’amore, della pazienza e della fede in lui. Se fornirà loro un’abbondanza, sarà per essi un esame della medesima fede, del medesimo amore e della medesima devozione, in direzione opposta in quanto sarà un esame per dimostrare quale proporzione di questi bei doni essi sono pronti a sacrificare negli interessi della sua causa, nel servizio dei suoi fratelli. Similmente, se la sapienza divina vede che sia meglio dare salute e vigore solidi, l’esame di fedeltà consisterà nel vedere se l’amore e la devozione saranno pronti a fare il sacrificio e a utilizzare completamente questo vigore a favore della causa del Signore, o meno, oppure se questi saranno assorbiti in perseguimenti egoisti; oppure, d’altro canto, se il Signore nella sua provvidenza concede solo una misura limitata di vitalità e di vigore, l’esame della fede e della devozione sarà dal punto di vista opposto, per provare l’amore e l’obbedienza, la sottomissione e la pazienza, uniti allo zelo con cui si cercheranno piccole opportunità e si continuerà a farne uso con persistenza.

La Chiesa nominale quale avversaria
della Nuova Creazione

Visto che la loro conoscenza iniziale del Signore è avvenuta quando ancora erano nella chiesa nominale, oppure mediante qualche suo rappresentante o qualche sua agenzia, molti sono propensi a vedere i sistemi delle sette come loro madri spirituali e, di conseguenza, a sentire amore e senso di obbligo verso di essi. Tali persone trovano difficile rendersi conto che questi sono sistemi terreni (Babilonia) veri antagonisti della Nuova Creazione. La loro difficoltà viene da una visione troppo chiusa e stretta della questione. È necessario che volgano lo sguardo più in alto e che si rendano conto che dal punto di vista divino c’è una grande differenza fra la chiesa nominale e quella vera, tra la zizzania e il grano. La zizzania non può dare grano, né la Cristianità nominale può produrre veri Cristiani. Le sue tendenze vanno in direzione opposta. Le Scritture dichiarano che è il potere di Dio che è all’opera dentro di noi, a “desiderare e a fare ciò che piace a lui”. È il potere della vita nuova che si sviluppa successivamente sotto la cura provvidenziale. Non è la generazione dello spirito della mondanità che produrrà questo risultato. La chiesa nominale, in quanto distinta da quella vera, è quella classe di persone [655] che hanno visto ed hanno udito certe caratteristiche della Verità divina, che sono state più o meno illuminate riguardo a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, che sono state, perciò, più o meno convinte su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma che essendo in possesso di queste informazioni non prestano attenzione, sono negligenti della volontà divina e disposti a usare i doni divini fino a che piace loro, specialmente fino a che torna a loro vantaggio personale o sociale nel tempo presente e niente più. La Chiesa vera, invece, come abbiamo già visto, è formata da coloro che non solo hanno ascoltato la Verità, ma hanno consacrato tutto di loro a colui che li ha amati e li ha acquistati, coloro che sono andati avanti nella conoscenza del Signore e nell’obbedienza a lui fino al limite della loro capacità e che, andando avanti così, non considerano le loro vite care a se stessi. La chiesa nominale non è la luce del mondo, ma semplicemente una classe di persone che preferiscono la luce alle tenebre e a cui piace avere un po’ di quella luce che risplende dai veri Cristiani mescolata con le luci del paganesimo e delle varie scienze. I membri della Chiesa vera sono ciascuno una luce che arde e che splende dovunque essi siano.

Più grande è la differenza tra queste due classi, meglio è generalmente per la Chiesa vera; in verità, le lampade dei fedeli portatori di luce hanno brillato di solito di più in proporzione di quanto il sistema nominale è stato immerso nelle tenebre fitte e nella superstizione, e in proporzione di quanto la vera Chiesa è stata perseguitata dal sistema nominale, dal quale, per dire il vero, sono scaturite tutte le persecuzioni.

Una volta riconosciuto il fatto che Dio è al timone, a dirigere gli affari della Nuova Creazione in ogni particolare, non solo nella loro chiamata, ma anche nelle difficoltà, nelle prove e nelle persecuzioni necessarie per diventare perfetti e pronti per il Regno, diminuisce il nostro apprezzamento della parte giocata in questo piano divino dalle istituzioni umane, che il Signore non ha mai organizzato né autorizzato ad organizzare, ma che, d’accordo con il suggerimento del Signore, sappiamo essere caduche, carnali, contrarie allo spirito. In ciò non stiamo affermando che la Chiesa vera [656] non sia stata in qualche misura molto associata con i sistemi nominali; ma stiamo affermando che, anche se in essi, le persone della Chiesa vera sono state separate da essi, nel senso che queste persone sono sempre state di uno spirito differente. La nascita di questi figli spirituali di Dio, attraverso la Parola della sua grazia, e il loro essere in qualche misura curati teneramente, nutriti e portati avanti da questi sistemi umani settari della zizzania, sono bene illustrati da certi insetti, di cui i piccoli vengono iniettati nella schiena dei loro nemici e lì vengono riscaldati, nutriti e fatti crescere fino al momento della loro nascita e della loro liberazione completa, che di solito significa la morte dell’insetto che per un certo tempo li ha portati in giro. Così ora le Nuove Creature, generate dal Signore, sono più o meno molto connesse con le istituzioni di Babilonia e sono state più o meno portate avanti contrariamente alla volontà di Babilonia, ma sotto la supervisione e l’ordinamento divini, fino ad ora in cui è giunto il momento della liberazione e colui che ha generato la Nuova Creazione le chiama dicendo: “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe.” Apoc. 18:4

C’è una continua tentazione per la Nuova Creazione esercitata dal sistema della chiesa nominale, non solo attraverso false dottrine, ma anche nella devozione piena di formalità e nell’ipocrisia, in cui si avvicinano al Signore con le labbra, mentre il cuore è lontano da lui, mentre i pensieri, i sentimenti, le parole e le azioni sono totalmente in disaccordo con lo spirito di verità e con la consacrazione che esso inculca. Le tentazioni per la Nuova Creazione da parte del mondo sarebbero, in paragone, deboli se non fosse per il fatto che la chiesa nominale combina lo spirito, gli scopi e le ambizioni del mondo con il nome di Cristo ed un servizio umile a lui. Il benessere, l’onore degli uomini, i guadagni, l’assenza di sacrificio e la sicurezza di ottenere le cose migliori che questo mondo può offrire, sono le esche e le seduzioni, le insidie e le trappole, che Babilonia tende alla Nuova Creazione e, questo, in modo continuo. Nessun’altra insidia dell’Avversario è così seducente, così ingannevole, così potente, come questa.

L’armatura di Dio
−Efes. 6:11-13−

[657] “Prendete la completa armatura di Dio affinché possiate resistere contro le astuzie del diavolo … nel giorno malvagio.”

Qui, di nuovo, l’Apostolo ci preavvisa che il nostro giorno, alla conclusione dell’età, sarà in modo speciale il “giorno malvagio” in cui i poteri di Satana saranno impiegati in maniera particolare “per ingannare, se possibile, gli elettissimi”. Ci parla di un’armatura che sarà di prova per tutte le illusioni di Satana. Non è un’armatura per la carne, ma per la mente, per la Nuova Creatura. Dio è colui che l’ha creata attraverso lo strumento umano. È il suo provvedimento, la sua Parola, il suo messaggio, la sua Verità. Nessun’altra armatura sarà utile in quel “giorno malvagio” e per questa situazione difficile sarà necessaria l’intera armatura, nonostante altri, in periodi precedenti, ce l’abbiano fatta soltanto con porzioni di essa.

La Cintura dei Lombi rappresenta la consacrazione al servizio; e l’Apostolo prescrive che facciamo attenzione a non essere consacrati al servizio dell’errore, ma al servizio della Verità. Esaminiamo la sua cintura, vediamo che abbia quella giusta, che si cinga con essa, che diventi un servitore della Verità oppure, almeno, che abbia lo spirito di servizio.

La Corazza della Giustizia (o giustificazione) viene dopo nell’ordine, perché il Signore non riesce a riconoscere nessuno come soldato della croce che non discerna e non ammetta il suo standard di giustizia oppure che respinga il suo ordinamento benigno per la giustificazione (attraverso la fede e la consacrazione) mediante il sangue prezioso del figlio.

I Sandali della Pace non debbono essere dimenticati; il soldato della croce che inizia nella campagna senza che la pace di Dio lo assista nei posti impervi compirà di meno, e con maggiore difficoltà, di quello che cerca di perseguire la pace con tutti gli uomini, di vivere pacificamente con tutti per quanto è possibile, senza compromettere la Verità. Coloro che vanno scalzi, vanno a caccia di guai ed è sicuro che troveranno poco altro.

Lo Scudo della Fede è indispensabile per la protezione dai dardi dell’Avversario: scetticismo, esegesi biblica, evoluzione e demonologia. “Senza fede è impossibile piacere [658] a Dio.” “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.” Ebr. 11:6; I Giovanni 5:4

L’Elmetto della Salvezza rappresenta la comprensione e il riconoscimento del valore intellettuale o filosofico del piano divino. A quanto sembra, era meno necessario nel passato che ora: ma ora, nella “mietitura”, quando l’Avversario sta attaccando furiosamente la Verità e trasformando tutto ciò che è scientifico ed istruttivo in un’arma di distruzione, ora l’elmetto è indispensabile. Ed ora, e soltanto ora, viene fornito in tale misura e forma che il soldato più umile della croce può indossarlo. Il Signore ha frenato l’Aggressore all’interno dei limiti dove lo scudo della fede serve da protezione; ma ora, e non è troppo presto, viene fornita tutta l’armatura per i bisogni dei suoi fedeli.

La Spada dello Spirito − la Parola di Dio − è l’unica armatura di attacco del piccolo reparto di soldati del Signore. Il Capitano ha vinto nella sua “buona lotta” contro l’Avversario, dicendo: “Sta scritto”; e questo è il grido di battaglia dei suoi seguaci. Altri che non erano i veri soldati hanno combattuto per il Signore con armi caduche, con filosofie umane, con sapienza e organizzazione del mondo e con decreti di concili, di sinodi e di presbitèri, ma nel combattimento che si svolge in questo “giorno malvagio” dobbiamo dipendere dalla Parola di Dio: “Sta scritto!” Non dobbiamo usare nessun dardo come quelli di Satana: ira, malignità, odio, discordia. E “la Spada dello Spirito” si può solo possedere mediante accurata attenzione e la guida dello Spirito dopo la consacrazione, dopo l’arruolamento in questo esercito.

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