Studies in the Scriptures

Tabernacle Shadows

 The PhotoDrama of Creation

 

DAILY HEAVENLY MANNA

GIUGNO

MANNA 1  GIUGNO 

Chi ha i miei comandamenti, e li osserva, esso è quel che mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; ed Io ancora l’amero, e apparirò me stesso a egli. —S. Giovanni 14: 21.

Possa quest’intima communione e intimità con Cristo impartir vieppiù a ciascuno di noi il suo proprio spirito, acciocchè il mondo possa riconoscere che siamo stati con Gesù; e sia questa la preghiera di ognuno: “Signore Gesù, siimi una vivente e splendida realtà!  Sii più reale all’acuta vista della fede da qualunque altro oggetto terrestre; più caro, più intimamente vicino da qualunque dolcissimo vincolo erreno”. Z.'95-75 R1789:5

MANNA 2  GIUGNO 

Ho deciso a non sapere altro fra voi, se non Gesù Cristo, ed esso crocifisso —1 Corinti 2: 2.

La nostra osservazione per coloro che sono consacrati ed iquali si permettono che altri temi fuorchè “questo evangelo” assorbono il loro tempo ed attenzione, ci spinge a consigliar loro, di essere molto gelosi nello spendere bene il tempo ed il talento per il ministerio del vangelo, lasciando tutti gli altri soggetti, quantunque  interessanti, agli altri per il tempo presente, ed alla vita futura per noi stessi, quando tutta la conoscenza sarà nostra.  Coloro che per qualunque causa evitabile lasciano il ministerio del vero e solo vangelo, abbiamo osservato che, invariabilmente sono facilmente sviati e grandemente impediti nella loro corsa “verso il segno della nostra suprema vocazione”. Z.'95-116 R1811:5

MANNA 3 GIUGNO 

I cieli raccontano la gloria di Dio, ed il firmamento annunzia l’opera delle sue mano.  Il giorno inverso il giorno favella parola e la notte inverso la notte annunzia conoscenza.  Non vi è favella, non vi sono parole delle quali non si oda la voce.  La loro melodia si sparse in tutta la terra, ed i loro verbi nell’estremità dell’universo. (Trad. Lesser) —Salmo 19:1-4. (Leeser)

 Il magnifico panorama dei cielei, giorno e notte dovrebbe attrarre la nostra lode ed adorazione, e dovrebbe inspirare nei nostri cuori un’adorazione santa e riverente.  Lasciamo che la calmo attività, la perfetta ubbidienza alla legge divina, ed il benedetto splendore degli eserciti celesti, imprimano le loro salutari lezioni sopra di noi—di attività, zelosa senza commozione o ostentazione; con perfetta obbedienza al volere di colui che fa bene tutto le cose, che è troppo savio per errare, e troppo buono per essere scortese. Z.'95-121 R1815:1

MANNA 4  GUIGNO

Acciocchè la prova della fede vostra, molto più preziosa dell’oro che perisce, provato per il fuoco, sia trovata a lode; ed onore, e gloria, nell’apparizione di Gesù Cristo. —1 Pietro 1: 7.

E’ la vostra fede che è posta ora alla prova.  Nei giorni calmi, quando il sole del favore brillava su di voi, con calma fondaste le fondamenta della conoscenza della Veritò, ed edificaste l’edifizio del carattere cristiano.  Ora poi siete nella fornace per provarvi:  chiamate adunque tutto il vostro coraggio; fortificate la vostra pazienza; rafforzate la vostra pazienza; afferratevi fortemente alla speranza; richiamate alla vostra mente le promesse, esse sono ancora vostre; e “non gettate via la vostra franchezza, le quale ha gran ritribuzione di premio”.  “Nella calma e nella confidenza sarà la vostra forza”.  “Riposati nel Signore e attendi Lui” e la fede riporterà la vittoria. Z.'95-135 R1823:4

MANNA 5  GUIGNO 

Su di te, oh Signore ho sperato.—Salmo 31: 1.

Non v’è di peggio che possa mettere il cristiano in grande svantaggio in presenza del suo nemico, che il separarsi, anche temporaneamente, dall’ancora della fede.  Faccia ciò per un instante, e di necessità le tenebre incominceranno ad avvolgerlo.  Non può veder lo splendore del volto del Padre suo, perchè “senza fede è impossibile di piacergli”; e mentre si sforza ancora per riprendere l’anocora, i poteri delle tenebre lo assalgono fieramente imperfezioni, che, dovrebbe sempre ricordare, sono coperti dal manto di giustizia di Cristo.  Se vogliamo che la pace di Dio regni nei nostri cuori, non dobbiamo mai abbandonare l’ancora nostra, e neanche permettere che Satana abbatta mortalmente il nostro coraggio.  Il linguaggio dei nostri cuori dovrebbe essere sempre: “Benche mi uccidi io però spererò in Te.” Z.'95-157 R1835:4

MANNA 6 GUIGNO

Guardatevi, che talora i vestri cuori non siano aggravati d’ingordigia, nè d’ebbrezza, nè delle sollecitudini di questa vita. —S. Luca 21: 34.

Quanto lavoro ci è davanti, e quanto bisogno di sobrietà, vigilanza e costanza ci occorre.  E’ lavoro d’una vita intera, battaglia a vita contro un potente nemico trincerato nella nostra carne.  I poteri esterni sono veramente forti, ma la guerra civile interna è ciò che molto più dobbiamo temere.  Se ci ubbriachiamo in qualunque misura dello spirito del mondo, se poniamo mente al nostro egoismo, all’amore del piacere, dell’indolenza, una piccola indulgenza di alcune delle vecchie disposizioni di invidia, malizia, superbia, vanagloria, vanto di se stesso, caparbietà, alterezza, ira, lotta per le cose mondane, od altra cosa simile, anche in poca misura, oh!  Quanto grande, è il pericolo a cui siamo espostì. Z.'95-201 R1859:6

MANNA 7  GIUGNO

L’Iddio d’ogni grazia, il quale ci ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo Gesù, dopo che avrete sofferto per poco tempo; esso vi renda compiuti, vi raffermi, vi fortifichi, vi fondi. —1 Pietro 5:10.

Solo colla pazienza, colla longanimità alle afflizioni come buoni soldati di Cristo si può ottenere questa desiderabile condizione—cioè la perfetta sottomissione dell’Io ed abilità di resistere al male, fede raffermata—pazienza e virtù fondate—riposo costante in Cristo—e speranza per mezzo delle sue promesse.  Questa fu indubbiamente la vera esperienza dell’apostolo Pietro mentre aumentava e s’invecchiava nel servizio del Maestro, e così possa essere la nostra.  Possa ogni anno che passa, trovarci sempre più vicini alla gloriosa vetta della perfezione. Z.'95-202 R1860:4

MANNA 8  GUIGNO

Sappia colui, che chi avrà convertito un peccatore dall’error della sua via, salverà un’anima da morte, e coprirà moltitudine di peccati. —S. Giacomo 5: 20.

Quando vediamo altri che camminano in vie proibite, nella via dei trasgressori, non dobbiamo seguirli colla scusa di aiutarli a retrocedere; ma dobbiam mostrar loro la via diritta, seguendola e standovici, e chaimarli.  Quando li vediamo confondersi con dottrine ed insegnamenti di uomini, che noi sappiamo essere fondamentalmente erronei, non dobbiamo mischiarci con quelle dottrine per aiutarli; ma dobbiamo rammentar loro, che lo studio di qualunque dottrina che non si confà colle fondamenta non solo è un mal uso del tempo consacrato, ma erroneo e pericoloso, come son pericolose tutte le violazioni di coscienza e principio. Z.'95-203 R1860:3

MANNA 9  GUIGNO

Voi avrete tribolazione nel mondo; ma state di buon cuore, Io ho vinto il mondo. —S. Giovanni 16: 33.

Non v’è premio di prosperità terrena per la fedeltà del Signore, ma al contrario, persecuzione e privazioni sino alla morte.  Egli fu “uomo di dolori, ed esperto in languori”; gli oltraggi di coloro che oltraggiarono Dio caddero su di lui; quantunque fosse ricco, divenne povero per amor nostro; tanto povero che disse:  “Le volpi hanno tane, e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figliuol dell’uomo non ha pur dove posare il capo”. . . . Ed il servitore non è al disopra del padrone: se perseguitarono lui, perseguiteranno anche noi; e gli oltraggi di coloro che oltraggiaron lui, cadranno anche sopre di noi.  L’unico premio per il presente, che possono avere i seguaci di Cristo, è la sentita manifestazione dell’amore ed approvazione del Signore. Z.'95-207 R4072:4

MANNA 10 GUIGNO

Signore, insegnace a pregare. —S. Luca 11:1

In breve, acciocchè le nostre preghiere, siano gradite a Dio, devono esprimere una vera fede, una stima e riverenza amorevoli, piena simpatia col piano divino e sottomissione alla divina volontà, dipendenza infantile da Dio, ammissione dei propri peccati e debolezze, e desiderio di perdono, e chiedere umilmente la guida e protezione divina.  Tutto ciò non potrà essere sempre espresso con parole, ma questa ne dovrebbe essere l’atitudine dell’anima.  Z.'95-213 R1865:1
   
“La preghiera è il desiderio sincero dell’anima, espresso a voce od in silenzio.”

MANNA 11  GIUGNO 

Fratelli, io non reputo d’avere ancora ottenuto il premio.—Filippesi 3: 13.

Se alcuno crede d’aver raggiunto uno stato spirituale soddisfacente, da quel momento incomincia il suo declivio spirituale.  Nessun conseguimento presente può essere soddisfacente ad un sincero seguace di Cristo, che cerchi studiosamente di copiare il modello perfetto (Cristo).  Solo col voltare gli occhi da Cristo l’egoismo incomincia a dominare su di noi; quando però abbiamo in vista il modello di Cristo, le nostre debolezze sono sempre manifeste.  E se per la nostra superbia di cuore le perdiamo di vista, esse saranno vieppiù manifeste agli altri.  Il cristiano trova soddisfazione solo nella realizzazione di un continuo aumento nella somiglianza di Cristo. Z.'95-250 R1885:3

MANNA 12  GUIGNO

Ma una cosa fo.—Filippesi 3: 14.

Noi osserviamo la simplicità del fine dell’Apostolo:  “Una cosa fo”.  Non cercò di fare molte cose: se l’avesse fatto avrebbe certamente fallito.  Egli aveva dedicato la vita sua, a quel solo fine al quale fu chiamato, e per questo fine, sacrificò tutto.  Lo fece in virtù del fatto che nel corso della vita presente, la sua vocazione gli portasse perdita, privazione, lavoro, responsibilità, persecuzione e continuo vituperio.  Per questo fine prefisosi, fu sollevato da tante tntazioni che l’avvrebbero spinto a godere alcune delle buone cose di questa vita presente, e di seguire alcune delle sue chimere. Z.'95-250 R1885:3

MANNA 13  GUIGNO 

Io sarò saziato della tua sembianza, quando io mi risveglierò.—Salmo 17: 15.

    “Che i nostri pensieri sublimi, s’innalzino oltre le cure triviali presenti, tirino indietro il celante velo, e vedan così le glorie dell’eternità”.  Che i pensieri di Dio e di Cristo, e dei santi del passato e del presente, dell’eredità celeste, della beatitudine della nostra opera futura in cooperazione con Cristo, della magnificenza e benevolenza del piano divino, e della gloria e beatitudine della nostra radunanza in Cristo, quando la nostra opera della vita presente sarà compiuta, empian le nostre menti ed ispirino i nostri cuori.  A coteste contemplazioni, aggiungiamo ancora il conforto e la beatitudine della comunione ed amicizia personale con Dio per mezzo della preghiera e dello studio della Parola, e della nostra comune radunanza per rendergli culto e lodi. Z.'95-251 R1885:6

MANNA 14 GUIGNO 

Iddio resiste ai superbi, e da grazia agli umili.—1 Pietro 5:5.

Abbiamo cura della nostra umiltá sovra ogni cosa, cari e diletti.  Solo quando ci renderemo piccoli agli occhi nostri, Iddio può adoperarci senza timore e pericolo.  Ciononostante non ci protegge da ogni prova di fedeltà.  Cosicchè se il Signore ti esalta un poco quest’oggi t’incoraggia un poco del successo nel suo servizio, ricevi tutto ciò con umilità, silenziosamente, rammentandoti della tua indegnità ed insufficienza,  senonchè Dio si compiace di operare per mezzo tuo; e sii pur pronto a ricevere le umiliazioni del domani come necessarie alla tua disciplina od al proprio equilibrio del tuo carattere.  Se il successo del ieri ti ha irritato sotto l’umiliazione dell’oggi, guardatene, non sei spiritualmente sviluppato come lo dovresti essere ancora. Z.'96-19 R1920:5

MANNA 15  GUIGNO 

Ed Io farò con voi un patto eterno, per rendere durabili i miei favori verso Davide . —Isaia 55:3.

Tutti coloro che sono affamati ed assetati di giustizia, le cui anime somo assetate di Dio come il cervo lo è del ruscello, e che, avendolo trovato, si consacrano a lui e ricevono l’unzione dello Spirito santo, a testimoniano col loro spirito d’essere figli di Dio, e coloro che, come figli unti di Dio scoprono in se stessi i degni tratti di veri figli—lealtà, fedeltà, zelo, energia, coraggio, discrezione, ecc.—tutti questi costituiscono la classe colla quale il Signore ha fatto un patto eterno, ed alla quale spettano “i favori durabili verso Davide”. Z.'96-29 R1936:3

MANNA 16  GUIGNO 

Or ogni castigamento, non sembra essere al presente dell’allegrezza, ma anzi tristezza, poi però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per esso esercitati. —Ebrei 12: 11.

E’ sotto cotali correzioni che l’anima si piega ad una sottomissione amorevole, che dice con calma, posso far tutte le cose, sopportar tutto, mediante Cristo che mi fortifica.  E come la scoria della vecchia natura è gradualmente consumata, e l’oro diventa vieppiù manifesto, queste anime preziose divengono vieppiù care al loro Signore amoroso.  Così care esse gli sono che in ogni afflizione egli è vicino a loro, e li sostiene colla sua grazia e li rallegra colla sna presenza; cosicchè le più profonde tenebre di dolore, divengono luogo sacro di riposo, dove la stella mattutina splende più brillante. Z.'96-44 R1944:4

MANNA 17  GIUGNO 

Chi può sostenere il giorno della sua venuta?  E chi può restar ritto quando egli apparrirà?  Perciocchè Egli è come il fuoco di chi fonde i metalli, ed egli sederà fondente e purgando l’argento. —Malachia 3: 2, 3.

Il gran raffinatore sta observando del come il prezioso, metallo del vostro carattere riflette la sua immagine.  In altre parole, in ogni prova egli osserva quali influenze controllano le nostre azioni; se queste influenze sono dai vantaggi presenti, della popolorita del mondo o d’amicizia personale, o d’amori terestri—di marito, moglie, figli, o d’amore dell’agio, o d’amore della pace ad ogno costo; oppure, siamo controllati dai puri principii di fede e di giustizia; e difendiamo questi principii con zelo ed energia a costo d’ogni lavoro o sofferenza, o d’ambedue, e disideriamo combattere il buon combattimento della fede, sino alla fine—sino alla morte. Z.'96-45 R1944:5

MANNA 18  GUIGNO 

Vi è sazietà d’allegrezza nella tua presenza; e delizie continue nella tua destra. —Salmo 16: 11.

Ovunque noi ci troviamo, nella presenza del Signore vi è sazietà d’allegrezza.  Coltiviamo adunque vieppiù la conoscenza del Signore avvicinandoci a lui nella preghiera, nello studio della sua preziosa Parola, nella meditazione della sua bontà, della sua cura provvidenziale, nelle chiare manifestazioni della sua grazia, nelle nostre proprie esperienze individuali, e le sue prieziose promesse, tutte sicure nel nome di Cristo Gesù.  Così “appressandoci a Dio, egli si appressarà a noi” (S Giacome 4: 8); egli si manifesterà ed abiterà con te.

Infatti è la volontà di Dio che tutti i suoi figli devono essere felici in Lui, e sempre allegri; e se v’è alcuno che manchi di questa benedizione, costui vive al disotto dei suoi privilegi. Z.'96-54 R1949:5

MANNA 19  GUIGNO 

La luce (verità) è seminato per il giusto; e allegrezza (le gioie della varità) per quelli che sono diritti di cuore. —Salmo 97: 11.

I veri figli di Dio amano la Verità perchè hanno parenteggiato con essa . . . .  Quando l’hanno trovata ne riconoscono il valore; e l’apprezzano e vi meditano sopra.  . . . Dicono, è simile a Dio: è la manifestazione della sua gloriosa bontà, la riflessione del suo carattere amoroso, benevole sapiente e gusto.  E perciò essi amano la Verità e l’Iddio che l’ha data; ne fanno tesoro nei loro cuori e la studiano e ridtudiano; e come la guardano, e ne ammirano la simmetria e bellezza, si sforzano vieppiù di conformare il proprio carattere sulle stesse linee di bellezza, e cercano di commendarla agli altri colla parola e condotta, affichè anch’essi ne siano benedetti. Z.'96-55 R1950:1

MANNA 20  GUIGNO 

Non amate il mondo, nè le cose che son nel mondo; se alcuno ama il mondo l’amor del padre non è in lui. —1 Giovanni 2: 15.

L’essere amici del mondo è il camminare in armonia colle sue idee e conformarsi ai suoi modi.  In questo senso non lo dobbiamo amare, ma bisogna esserne separati ed opposti.  La via indicataci, sotto certi aspetti almeno, è difficile e solitaria, ma è la sola via di pace e felicità.  Queso mondo colla sua lussuria sta rapidamente passando; è vuoto ed insoddisfacente, e presentemente porta al disastro e alla rovina; ma coloro che si deliziano nella via del Signore, hanno con lui beata comunione ed amicizia.  Le loro gioie derivano da una sorgente che il mondo non può comprendere.  Essi vivono in una sfera più alta, respirano un’atmosfera più pura, e gustano una più santa, più dolce amicizia che il mondo non potrà offrire mai. Z.'96-67 R1956:4

MANNA 21  GUIGNO 

Imparte da me ch’io son mansueto, ed umil di cuore. —S. Matteo 11: 29.

Il segreto del riposo sta veramente nella mansuetudine e  l’umiltà di spirito.  Essere mansueto vuol dire coltivare le grazie della pazienza; dell‘amorevole sottomissione alla volontà di Dio; in continua confidenza nel suo amore e protezione e nella prudenza del suo consiglio direttivo, e nella sua providenza governante; e persitere nel proseguire questo corso, in mezzo a buona o cattiva fama, e a circostanze favorevoli e sfavorevoli.

Che i deletti figli di Dio cerchino vieppiù di copiare lo spirito mansueto ed umile di Cristo, accettando la povvidenza di Dio, i precetti e la guida come fece Cristo. Z.'96-79 R1962:1

MANNA 22  GUIGNO 

Vien richiesto dai dispensatori, che ciascuno sia trovato fedele. . . . Ciascuno secondo la sua capacità. —1 Corinti 4: 2; S. Matteo 25: 15.

La “mina” essendo la stessa per tutti, rappresenta giustamente quella benedizione della grazia divina che è comune a tutto il popolo di Dio—la Giustificazione.  Le altri doti differiscono in quantità, a seconda delle nostre opportunità naturali e provengono generalmente dal Padre—esempio, la Parola e lo Spirito.  La nostra giustificazione, pero quantunque disegnata dal Padre, è un premio di Gesù, perchè la pagò col suo sangue prezioso.  L’unica “mina” pone tutti sopra un livello comune, come servi accettabili, e permette a ciascuno di noi di provare il suo zelo col suo sacrifizio.  I “talenti” pero distribuiti a secondo l’abilità di ciascuno, rappresentano opportunità per il servizio di Dio conforme alle occasioni che possediamo.  Possono essere talenti di educazione, di danaro, d’influenza, di buona salute, tempo, tatto o genio, coll’opportunità d’usarli nel servizio di Dio. Z.'96-99 Z.'07-63 R1972:6 R3948:6

MANNA 23  GUIGNO 

Quel seminato nella buona terra è colui che ode la Parola, e l’intende; il quale ancora frutta, e fa chi cento, chi sessanta, chi trenta. —S. Matteo 13: 23.

Le diverse misure di raccolta, trenta, sessanta, cento, e le dieci mine o le cinque, marcano differenze in ostacoli da superarsi, ecc., piuttosto che mancanza di fede nell’uso dei mezzi di grazia.  Alcuni lavorano lungamente e con diligenza per piccoli risultati, mentre altri con volontà più resoluta e fermezza compiono grandi cose.  Alcuni tentennano e scivolano, rimettendosi dopo poco, perdendo così tempo ed oppprtunità, che non riguadagneranno, ancorchè sieno perdonati e generosamente rimessi nel favore divino, e corron d’allora in poi con diligenza e pazienza sino alla fine. Z.'96-99 R1973:3


MANNA 24 GUIGNO 

E se siamo figliuoli, saimo ancora eredi; eredi diDio, e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con l ui, acciocchè ancora con lui siamo glorificati. —Romani 3: 17.

Leggendo per noi stessi il piano del Padre, nella luce della sua volontà semplificata nell’esempio del nostro Maestro, possiamo subito comprendere che non è sua intenzione di sottrarci da tutte le pene, sofferenze e prove, e portarci trionfalmente alla gloria sopra letti di fiori.  Affatto il contrario dev’essere il nostro corso, se vogliamo seguire le pedate di Colui che Dio ci mise dinanzi, non solo per soddisfazione dei peccati del mondo intero, ma ancora per modello alla Chiesa, la quale è il suo corpo,  E dopo aver compreso il piano ed il volere di Dio, impariamo prontamente che non dobbiamo aspettarci nè chiedere la liberazione dalla sofferenza e dal dolore, che la sua prudenza ha ordinati d’essere come sentiero che conduce alla gloria. Z.'96-151 R2000:2

MANNA 25  GIUGNO 

Perserverate nell’orazione, vegliando in essa con ringraziamento. —Colossesi 4: 1.

Ogni prova di fede e pazienza è un’occasione per pregare per il promesso succorso.  Ogni vittoria perduta è un’occcasione per una preghiera di perdono e di benedizione divina, cosicchè la lezione della nostra propria debolezza sia profondamente impressa, acciocchè nella prossima simile prova, possiam prontamente chiedere e ricevere la grazia promessa.  Ogni vittoria sopra noi stessi è occasione per preghiera, acciocchè non diventiamo pomposi e superbi, ma umili ed attenti per il prossimo attacco dal nostro grande Avversario.  Ogni servizio per la Verità diventa un’occasione per una preghiera per ringraziamento per il privilegio di servire il gran Re, e forse per aver sofferto qualche cosa per la sua causa; ed una ragione per richiedere altre opportunità per servizio e grazia, di usarle prudentemente. Z.'96-163 R2006:1

MANNA 26  GUIGNO

Laonde, fratelli santi, partecipi della celeste vocazione, considerate l’Apostolo, e Sommo Sacerdote della nostra prefessione Gesù Cristo. —Ebrei 3: 1.

E’ la volontà di Dio, che ogni membro del “corpo di Cristo”, sia toccato dalle infermità del mondo, affinchè, quando sono esaltati al Regno, sieno teneri, pietosi e generosi, quando come Sacerdozio Reale, giudicheranno il mondo.  Il nostro Signore e Maestro, che non aveva nessuna delle imperfezioni della razza caduta, ma ch’era santo, innocente e separato dai peccatori, abbisognò prendere dagli uomini, su se stesso, le loro malattie ed infermità, acciocchè pottesse simpatizzare con noi, ed essere un fedel Sommo Sacerdote.  Sarebbe totalmente illogico di supporre, che le lezioni necessarie per la preparazione del Sommo Sacerdote, per il suo ufficio e servizio, non sieno necessarie anche per coloro (i sacerdoti) che sono chiamati a soffrire e regnare con lui. Z.'96-208 R2029:5

MANNA 27  GUIGNO 

Or colui, che ci conferma con voi in Cristo, e il quale ci ha unti, è Iddio; il quale ancora ci ha suggellati. —2 Corinti 1: 21, 22.

Il sigillo o marchio della Nuova Creatura è il possesso della Spirito di Cristo.  Le manifestazioni di questo Spirito Santo sono tre:  (1)  Amore supremo per Dio e fedeltà giaconda alla sua causa a costo di qualunque sofferenza.  (2)  Amore per i fratelli—disinteressato, nobile e puro, un desiderio per il loro benessere, che si tiene sempre all’erta per far loro del bene.  (3)  Amore pietoso per il mondo, consigliativo per buone opere, come l’opportunità si presenta, e un desiderio e sforzo di vivere sempre in pace con tutti gli uomini. Z.'96-212 R2032:3

MANNA 28  GUIGNO 

Non riputarti savio; temi il Signore, e ritiratti dal male.—Proverbi 3: 7.

Non v’è nulla di più pericoloso al figlio di Dio, che il concetto di se stesso: questo impedisce il vero progresso o la vera riforma del cuore, ed ancora ci rende inabili ad essere utili ad altri, e specialmente al servizio di Dio; perchè la sua Parola dichiara:  “Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili”.  Invece di confidare in se stesso, la Prudenza insegna la diffidenza di se stesso, rammentando le nostre proprie dibolezze ed imperfezioni, e detta una maggior referenza e la confidenza dovuta a Dio, l’unico che ci può aiutare e allontanarci dai mali della nostra natura decaduta. Z.'96-263 R2060:6

MANNA  29  GUIGNO 

Beati i puri di cuore, perciocchè vedranno Iddio. —S. Matteo 5:8.

Il significato della frase “puri di cuore” non è perfezione di condotta, parola o pensiero, ma perfezione di intenzione in rispetto a tutti questi.  Il desiderio e sforzo nostro devono essere per la perfezione di pensiero, parola ed opera.  La regola postaci innanzi, con la quale i nostri cuori, la nostra volontà, si devono conformare al modello divino, è la divina regola del. . . .  “ Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”.  (S. Matteo 5: 48)  Questo è il modello piu facile datoci da Dio per una perfezione assoluta,  e ci providde pure di grazia, misericordia e pace per Cristo, se ne seguiamo le sue pedate,—questa purità poi di cuore, è uno dei passi più necessari nella via strata. Z.'00-71 R2587:5

MANNA 30  GUIGNO 

Nel tempo della mietitura, Io dirò ai mietitori. . . . Accogliete il grano nel mio granaio. —S. Matteo 13: 30.

Il tempo è breve; il lavoro della mietitura è grande; i lavoratori sono pochi; il nostro tempo è consacrato; bisogna lavorare intanto che è giorno, sapendo che la notte viene quando nessuno può lavorare.  Abbiamo consacrato la nostra vita fino alla morte:  siamo impiegati del Gran Signore della mietitura, per cercare il vero”grano” e di accoglierlo nel granaio.  Qual tempo abbiamo noi per leggerezze e frivolezze mondane?  Piutosto, accontentiamoci di porre poca attenzione a queste cose, procurando caldamente di darci al laoro datoci, se vogliamo l’approvazione del nostro Maestro, il suo:  “Bene sta, buono e fedel servitore”. Z.'00-234 R2675:2

 

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